Già anche nell'A.T. c'é l’idea che l’amore di Dio deve passare per l’amore al prossimo. "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (Lev. 19, 18). Però era considerato come uno dei tanti precetti e generalmente gli si dava un'interpretazione molto più ristretta. Il prossimo non erano tutti, ma solo gli amici, o quelle persone che ti facevano del bene. Insomma questo precetto era interpretato secondo la famosa legge del taglione!
Sarà poi Gesù che spiegarà bene chi é il prossimo con la parabola del buon Samaritano (cf.Lc. 10, 25ss.) e che l’amore al prossimo non si può restringere ai propri amici e familiari o solo a chi ci fa del bene, ma anche a chi ci vuol male e agli stessi nemici (cf. Mt. 5, 43ss.).
2) "NON C' É ALTRO COMANDAMENTO PIÚ IMPORTANTE DI QUESTO" (Mc. 12, 3). Uno scriba, un esperto della legge, si avvicina a Gesù per fargli una domanda. Non é mal intenzionato, come in certi momenti avevano fatto alcuni del suo gruppo. Egli si presenta con tutte le buone disposizioni, forse preoccupato per tanti precetti imposti dai rabbini che rendevano pesante la vita della gente. Probabilmente aveva ascoltato le dure critiche che Gesù aveva fatto ai farisei al riguardo (cf. Mt. 23, 1ss.).
La domanda é precisa e va all’essenziale. "Quale è il comandamento più importante?". Gesù gli risponde ricordandogli la professione di fede del Deuteronomio che certamente anche lui professava ogni giorno, però subito aggiunge: Il secondo é questo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". E conclude: "Non c' é altro comandamento più importante di questo".
Per Gesù quindi l’amore per il prossimo non é uno dei tanti precetti e non c'é una separazione tra l' amore a Dio e l' amore al prossimo, i due sono indissolubilmente legati fra loro e non si può compiere l’uno senza l’altro. Qui sta precisamente la novità di Gesù. L’amore a Dio e l’amore al prossimo sono lo stesso comandamento. Per questo San Giovanni, nella sua prima lettera, che gira attorno alla fede nel Figlio di Dio e all’amore per il prossimo, non si stanca di dire che é impossibile amare Dio se non si ama il prossimo, e addirittura afferma: "Se uno dice di amare Dio, mentre non ama suo fratello, é un bugiardo" (1Jn. 4, 20).
Ma che cosa vuol dire amare il prossimo? In poche parole significa che dobbiamo fare tutto quello che é in nostro potere affinché gli altri, uomini e donne, dovunque si trovino, possano avere quello che noi abbiamo e desiderare che tengano quello che noi desideriamo tenere. Tutto questo poi si concretizza per un cristiano nel tratto interpersonale, nell’elemosina, nell’interesse sociale, nel promuovere le persone, nell’azione politica verso le classi meno favorite. Insomma comporta tutto uno stile di vita. C'é chi ha scritto, "Un uomo é più uomo se ama l’altro".
3) "NON SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO" (Mc. 12, 34). Credo che lo scriba se ne é andato via soddisfatto da questo incontro. Lui ha capito e acconsente alla risposta di Gesù. Non poteva essere più chiara e precisa. Ha capito che quella professione di fede che faceva ogni giorno lo portava ad essere fedele a Dio e lavorare per il bene del prossimo. Per questo Gesù non esita a dirgli che era già vicino al Regno di Dio, se lo consideriamo come regno di amore, di giustizia, di pace, di fraternità, di solidarietà
Potrebbe dire lo stesso il Signore di noi, cristiani del terzo millennio? O non dovrebbe rimproverarci perché invece di avvicinarci al Regno di Dio, ci stiamo allontanando sempre più? Infatti non si riconosce nell’altro il fratello da amare, da rispettare, comprendere, aiutare, sostenere, illuminare, perdonare. Si passa con indifferenza accanto al fratello bisognoso, solo o sofferente. Si chiudono gli occhi di fronte alla povertà di milioni e milioni di fratelli nel mondo. Non si considera più un valore la vita degli altri, anzi addirittura può diventare occasione per fare scambi redditizi. Si preferiscono le armi al pane per gli affamati del così detto terzo mondo.
Viviamo in un tempo di grande confusione per la forte secolarizzazione che é in atto ovunque. Se da una parte può avere i suoi aspetti positivi perché va chiarendo la separazione tra profano e religioso, dall’altra pretende di allontanare Dio dalle coscienze delle persone, dalla vita e dalla storia dei popoli, come sta denunciando il Papa Bendetto XVI dall’inizio del suo pontificato. Questo é certamente l’errore più grande che si possa fare e il tradimento più ingiusto alla nostra società.
Come cristiani non possiamo lasciarci intimidire o sopraffare da questo uragano che é in atto, ma con la forza della nostra fede e della nostra testimonianza dobbiamo continuare ad annunciare il sublime messaggio di questa domenica:
O Signore, il comandamento dell’amore nella sua duplice dimensione, sia anche per tutti noi il comandamento principale.
Deut. 6, 2 - 6
Ebr. 7, 23 - 28
Mc. 12, 28 - 34