XXXII Domenica del Tempo Ordinario "B"

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}La Parola di Dio che ci viene rivolta questa domenica é una forte denuncia dello sfrenato consumismo della nostra società occidentale che cerca di infondere l' idea che le cose valgono più delle persone, e che se una persona conta é per quello che ha o é riuscito ad avere nella vita. Il pensiero del Signore va completamente all'opposto di questa teoria.

La persona sta al di sopra delle cose e una persona vale non per quello che ha, ma per quello che é, e soprattutto, quando, sviluppando tutte le sue potenzialità, é capace di metterle al servizio degli altri con uno spirito di donazione disinteressata.

Questo messaggio ci viene trasmesso per mezzo dell'esempio di due donne, che sono al centro della liturgia odierna. Le due, anche se lontane nel tempo, sono molto simili: sono povere, sono vedove, compiono un gesto di estrema generosità.

1) "QUELLA ANDO' E FECE COME AVEVA DETTO ELIA" (1Re. 17, 15). La prima, vissuta al tempo di Elia, é ricordata per un gesto di profondo rispetto e straordinaria generosità nei confronti del Profeta. Per aver annunciato al re Acaz che Dio avrebbe mandato una terribile siccità che avrebbe procurato una drammatica carestia a causa delle atrocità commesse da lui e dalla sua sposa Gezabele, Elia deve scappare dalla loro presenza e nascondersi.

Col passare del tempo la situazione diventa veramente disperata. Anche il Profeta é costretto a ricercarsi acqua e cibo per sopravvivere. Scende alla città di Zarepta, e lì incontra una povera vedova, intenta a raccogliere un poco di legna per cuocere l'ultima focaccia per lei e per il figlio che avrebbe fatto con il pizzico di farina che ancora era rimasta..

Alla richiesta del Profeta che prima facesse un piccolo pane per lui, rassicurandola nel nome di Dio, non si oppone, anzi crede nella sua parola e fa "come aveva detto Elia". E Dio, che prende sempre le difese dei più deboli, dei poveri e degli abbandonati, per questo suo gesto di generosità,le risponde con una magnanimità straordinaria.

La donna senza esitazione aveva dato all'uomo di Dio tutto quello che aveva per sopravvivere; Dio, che é il Dio della vita, non le fa mancare i mezzi perché la sua vita e quella del figlio continuassero: "La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì". Se si fosse opposta, probabilmente sarebbe vissuta ancora solo per qualche giorno e non avrebbe fatto l'esperienza della bontà e della generosità di Dio.

Mi ha sempre colpito in Colombia, che quando una persona arriva all'ora dei pasti anche nella casa più povera, il visitante, chiunque egli sia, é invitato a sedersi a mensa per condividere quello che c'é. É la generosità dei poveri che certamente é ben vista agli occhi di Dio.

"ESSA, NELLA SUA POVERTÁ, HA MESSO TUTTO QUANTO AVEVA PER VIVERE" (Mc. 12, 44). Al gesto generoso della vedova di Zarepta fa riscontro quello della vecchietta, povera e vedova, di cui ci parla il Vangelo. Gesù, che é un grande osservatore degli atteggiamenti della gente, e in più penetra i segreti del cuore, si é subito reso conto che in mezzo ai ricchi che passavano di fronte al tempio per fare la loro "sostanziosa" offerta facendo risuonare le loro monete, affinché tutti si accorgessero della loro generosità, c'era anche una vecchietta. I suoi "due spiccioli" non fecero nessun rumore, nessuno se ne accorse. Solo a Gesù non sfuggì il dettaglio, perché era "tutto quello che aveva per vivere".

E divise immediatamente il suo messaggio con gli Apostoli: "Questa vedova ha gettato nel tesoro più degli altri". Di fronte a Dio quello che conta non é la quantità, ma la qualità e la qualità la da l’amore. Nell'offerta di questa povera vedova, di per sé insignificante, c'era tanto amore per Dio, cosa che mancava nell'offerta dei ricchi, e per questo merita l'elogio di Gesù..

Interessante é che questo episodio viene riferito da Marco dopo un invito a tutta la gente di guardarsi dagli Scribi, criticando duramente il loro modo di fare, improntato su una preghiera solamente esteriore, priva totalmente di pietà e di carità. Una preghiera quindi senz'anima.

3)"... ANNULLÓ IL PECCATO MEDIANTE IL SACRIFICIO DI SE STESSO" (Ebr. 9, 27). San Paolo, nella seconda lettura, ci ricorda che la realizzazione piena dell'amore di Dio, é avvenuta nel sacrificio si Gesù, che ha dato la vita per l'umanità ed è a questo sacrificio, fatto senza riserve; che deve ispirarsi la carità e la generosità del cristiano.

A volte si sente dire che la carità inizia da se stessi. É una frase molto ambigua, perché in fondo c’invita a chiudere gli occhi verso le necessità degli altri e a giustificare il proprio egoismo.

In una società del consumismo, che é il cammino imboccato dall'Occidente, e che per sopravvivere cerca di esportare anche nei cosiddetti Paesi del Terzo Mondo, continuamente si stanno creando nuove esigenze con la scusa della modernità e mai sarà sufficiente quello che uno guadagna per avere l'ultima novità. Il cuore delle persone si sta facendo sempre più insensibile di fronte alle necessità degli altri; ci si sta dimenticando di una virtù tipicamente cristiana, perché é propria di Dio, che é la "compassione", cioé il "soffrire con" il bisognoso e con la sofferenza altrui.

Ognuno corre alla ricerca della sua "felicità" e pretende di trovarla a volte in cose inutili, perché lo fanno contento per un momento perché é riuscito ad ottenere quello che é appena apparso nella pubblicità o perché é stato tra i primi a conseguirlo. Si guarda gli altri con distacco e quando uno si chiude nel suo piccolo mondo di benessere e comodità, difficilmente si capisce che ci può essere qualcuno che potrebbe aver bisogno di aiuto.

Per questo non ci sono possibilità, si dice che "la situazione é difficile", o ci si accontenta di dare eventualmente quello che già non serve più. Ma questa é veramente carità?

Dare con distacco e con freddezza, e non con amore o per amore a Dio, non si può chiamare carità cristiana.

O Signore, facci capire che essere cristiani vuol dire essere generosi come Tu sei generoso con noi.

1 Re. 17, 10 - 16
Ebr. 9, 24 - 28
Mc. 12, 38 - 44


Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12

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