Mi pare che la festa di oggi ci richiami due aspetti importanti:
1 – giornata di gioia per il ricevimento festoso del Messia-Cristo.
2 – giornata di seria riflessione attraverso la lettura della Passione del Signore.
Gioia e tristezza mescolate che si riflettono anche nella doppia celebrazione di questa giornata: da una parte la GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ e dall’altra l’apertura solenne della settimana Santa.
1 - Le processioni, i canti, le rappresentazioni dell’ingresso di Gesú a Gerusalemme che vedono la partecipazione delle giovani generazioni, ci ricordano la freschezza della fede, la speranza che suscita la presenza di Cristo e la continuitá della fede-vita presente anche oggi, nonostante tutto, in coloro che per anni ed esperienze sono piú propensi a cercare soddisfazioni lontano dalla fede e dall’impegno cristiano. Gli ultimi Papi hanno insistito molto: la fede non é tristezza, bisogna viverla nella gioia e trasmetterla con gioia.
La ragione di questa gioia é che la fede e la vita cristiana sono e devono essere il frutto dell’amore. Una persona piena di amore é una persona felice e trasmette felicitá. Allora, la domanda da farsi in questa GMG é: la nostra vita é piena d’amore (a Dio, agli uomini, al Creato) e questo amore lo manifestiamo attraverso atteggiamenti sereni e portatori di gioia per noi e per gli altri? A noi adulti, molte volte ci costa esprimere o anche solo accettare le manifestazioni “giovani” della fede e dell’amore. La processione delle Palme non sará per noi un invito a “tirare i nostri mantelli” (le nostre certezze acquisite) a rompere rami e farne un tappeto a Cristo (le nostre tradizioni e paure) invece di stare in disparte e dire “Maestro: sgrida i tuoi discepoli e fa zittire giovani e bambini”che non sanno quello che fanno? Forse, come comunità di credenti non abbiamo ancora imparato l’insegnamento del Concilio che ci invita ad aprire le nostre finestre per lasciare entrare l’aria fresca della vita nuova e della fede rinnovata ed espressa dalle giovani generazioni. La chiesa, noi cristiani “maturi”, abbiamo a volte paura di quello che ci dicono ed esigono coloro che fanno esperienza di fede nel mondo giovanile e tra le “esigenze” di questo mondo molto speciale.
2 –Momento di seria riflessione: ascoltando la lettura della Passione, possiamo pensare nella proposta che fa Benedetto XVI ai giovani, “come io vi ho amato, cosí anche voi amatevi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Amare come Lui: dare la vita? Accettare il fallimento, diventare oggetto di burla per abbracciare la croce? Dove finisce la gioia della fede e della vita cristiana? Domande legittime. Tuttavia, se come cristiani affondiamo le nostre radici nell’amore, allora, questa forza-amore é cosí poderosa che ci aiuta ad incontrare gioia e allegria anche nel cammino (a volte molto lungo, doloroso, di anni) del calvario, della passione e della croce. Allora l’amore non é quel sentimento che nasce all’improvviso, esplode e si spegne rapidamente, ma una decisione libera, cosciente, sofferta che peró ci riempie di serenitá e dá senso a tutto quello che facciamo.
Quanto piú vero sará l’amore dentro di noi, tanto piú fácilmente si trasmetterá agli altri, anche senza volerlo. É l’effetto, non ricercato, dell’amore sincero di molte persone che riescono a trasformare gli ambienti, il clima generale e gli attegiamenti di coloro con cui convivono. Gli evangelizzatori (apostoli-missionari-pastori o semplici cristiani) che hanno cambiato il cuore di tante persone, che hanno portato la Buona Notizia, che hanno trasformato il mondo del lavoro, dello studio, della vita quotidiana, della sofferenza, lo hanno fatto perché non li muoveva l’interesse, ma il dono di sé; non il vantaggio proprio ma il bene degli altri.
La lettura della Passione deve illuminare e dare senso al mandato di Cristo “andate in tutto il mondo…”. Annunciate colui che é stato accusato di “sollevare il popolo contro l’imperatore, il disobbediente alle leggi, colui che si fa re”, ma ricordate a tutti che l’unica arma da lui usata é stata quella dell’amore”. Questa é la vera rivoluzione di Cristo. La rivoluzione dell’amore”, la costruzione della Civiltá dell’amore. (cfr. Benedetto XVI, messaggio per la GMG). Ognuno deve mettere il suo piccolo mattone in questa costruzione: Dove sta il nostro? Intendiamo metterlo o ce ne disinteressiamo?
Is 50,4-7;
Sal 21;
Fil 2,6- 11;
Lc 22,14- 23.56