La prima lettura di questa domenica ci presenta Abramo che dopo aver offerto ospitalità alle tre persone divine e ricevuto la promessa che Sara avrà un figlio, li accompagna, mentre si dirigono verso Sodoma e Gomorra. Il Signore manifesta ad Abramo la sua intenzione di scendere in queste città per vedere quanto male vi si trova.
Abramo è davanti al Signore, con umiltà, delicatezza e rispetto intercede per il suo popolo facendo leva sulle poche buone persone che vivono in quel paese per evitarne la distruzione. Abramo ama il suo popolo, per ben sei volte con umile insistenza si rivolge al Signore chiedendo la salvezza a causa di quei pochi buoni presenti.
La salvezza dell’umanità avverrà per opera di uno solo, Gesù, Figlio di Dio, nostro salvatore.
Il vangelo ci presenta il tema della preghiera. I discepoli molte volte videro Gesù, il Maestro pregare perciò chiesero: “Signore insegnaci a pregare”. Gesù accoglie l’invito: “Quando pregate dite: “Padre”. Insegna loro a chiamare Dio, Padre. Lui, il Figlio venuto a rivelare il volto del Padre buono, misericordioso, Padre suo e nostro.
In Lui siamo figli, fratelli e sorelle tra noi. Tutti i popoli, persone di diverse nazioni, razze, culture apparteniamo ad un’unica famiglia in Cristo Gesù. Lui ci dona lo Spirito Santo che in noi grida: “Abba”, Padre rendendoci figli del Padre e fratelli tra noi.
Nell’Eucaristia, comunità riunita con Cristo lodiamo, benediciamo, ringraziamo il Padre e chiediamo che venga il suo Regno di giustizia e di pace. Quando accogliamo nel nostro cuore lo Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio e ci lasciamo guidare dalla sua forza, l’amore per Dio e per i fratelli cresce ed opera in noi e attraverso di noi.
Ogni giorno sperimentiamo l’amore misericordioso del Padre che è sempre nell’attesa del nostro ritorno a casa per accoglierci a braccia aperte esprimendo con la festa la gioia del nostro stare con Lui. L’esperienza dell’essere perdonati, cioè amati ci abilita a saper perdonare gli altri. Il perdono è l’espressione più alta dell’amore. Tutti noi lo sperimentiamo quando accogliamo e doniamo il perdono a chi ci offende.
Gesù insegna a rivolgerci al Padre e chiedere di aiutarci a vivere da figli, per non cedere alla tentazione di andare lontani da Lui, a voler vivere da soli, a cercare i nostri comodi, interessi dimenticando gli altri,ma a saper confidare in Lui quando forze avverse tentano di sottrarci dal suo amore, dall’amore del prossimo, dallo sperare e confidare in Lui.
Questo è quanto Gesù c’insegna con la preghiera del Padre Nostro che molte volte da soli o con la comunità dei fedeli preghiamo.
Dall’esempio dell’amico importuno che di notte bussa per chiedere del pane vediamo quanto è importante pregare. Gesù afferma: “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”. E’ necessario chiedere, cercare, bussare per ottenere. Dio ci ha creato persone libere, proprio perché rispetta la nostra libertà aspetta la nostra richiesta. Ogni giorno abbiamo bisogno del pane, della salute, della vita, del pane Eucaristico. Nel cuore d’ogni persona c’è un grande desiderio d’incontrare Dio, proprio perché siamo creati a sua immagine e somiglianza, solo Lui può soddisfarlo. Dio Padre è sempre pronto ad elargire i suoi molti doni a coloro che li chiedono con la fede e con la certezza di ottenerli.
Il brano del vangelo d’oggi termina con la promessa di Gesù che il Padre dona lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono. Chiediamolo, spalanchiamo il nostro cuore per riceverlo, accogliamolo con gioia grande e la nostra vita cambierà giorno dopo giorno, perché lui ci rende simili a Gesù Cristo nostro maestro, nostro fratello, nostro salvatore che ci rende capaci di viver da figli del Padre.
Con il salmista ringraziamo Dio per la sua fedeltà e la sua misericordia, perché quando lo invochiamo ci risponde. “Salmo 137 “
Gn 18, 20-21. 23- 32;
Sal 137;
Col 2, 12-14;
Lc 11, 1- 13