V Domenica di Pasqua - A

Pubblicato in Domenica Missionaria
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"Io sono la Via, la Verità e la Vita"


At 6,1-7

1Pt 2,4-9

Gv 14,1-12

La seconda Lettura, dalla Lettera di San Pietro Apostolo, ci propone una parola di vita meravigliosa. Il testo dice: “Stringendovi a Cristo, pietra viva, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale”. Stringerci a Cristo, pietra viva, significa lasciarlo entrare nella nostra storia a incidere concretamente sul nostro cammino di preghiera, sul nostro cammino di donazione agli Altri, ai Poveri, sul nostro cammino di coraggioso annuncio missionario del Vangelo.  Nella mia esperienza pastorale di questi anni alla Certosa di Pesio (Casa di Spiritualità Missionaria) ho notato che quando una persona veramente scopre il volto di Gesù diventa capace di grandi scelte e di grandi azioni luminose e concrete. Stringerci a Cristo non è una espressione romantica o astratta, ma significa veramente prendere il Vangelo e le sue parole come codice della nostra vita. Ho avuto la gioia di sperimentare come giovani, ragazzi e ragazze, che hanno effettivamente accolto Gesù hanno fatto anche  delle scelte di consacrazione a Lui nella vita missionaria, sacerdotale o contemplativa. La concretezza di questi esempi con nomi e cognomi  ci dice come ancora oggi Cristo, pietra viva, chiama alla Sua sequela. A quanti leggeranno il testo di questo commento alla Parola di Dio chiedo di porsi la domanda se davvero la mia vita si stringe a Cristo, pietra viva. Vuoi sapere la risposta? Guarda ai frutti della tua esistenza. Nel Vangelo Gesù ci dice: “Non sia turbato il vostro cuore; abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”. La nostra società, con le sue molteplici situazioni difficili e a volte destabilizzanti, può generare nel cuore il turbamento, la paura, il non senso della vita, l’angoscia esistenziale. La Parola di Gesù non è un semplice incoraggiamento né una facile buona espressione di conforto, ma è la via da seguire per vincere le difficoltà. La fede nel Signore Risorto ci conduce alla certezza che Lui è con noi, ci incoraggia a lasciare entrare il suo messaggio nel cuore, ad abbandonarci alla sua volontà, a vivere anche le croci uniti alla Sua Croce.  Avere fiducia e abbandono nel Signore significa  accogliere lo Spirito Santo dentro di noi e ricavarne una pacificazione interiore, ritrovare il sorriso sulle nostre labbra a volte spente e deluse. Proprio per questo nel Vangelo di oggi Gesù dice: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Via, Verità e Vita sono un susseguirsi di termini che indicano con chiarezza la strada e l’energia vitale di Cristo in noi per poterla seguire. Troppo spesso il mondo, le persone perdono il vero senso della vita. Non per niente vediamo molti giovani versare a terra la loro vita nella droga o nell’alcool. Purtroppo sono anche in forte aumento i suicidi dovuti alla disperazione e ad un’acuta e forte sensibilità verso le cose che non vanno nella realtà di oggi. La proposta di Gesù, come Via, Verità e Vita, è l’antidoto al nichilismo e alla delusione del nostro tempo. Per non fare astrazioni, ma per leggere questa convinzione nella concretezza della storia, basta pensare alla vita di Madre Teresa di Calcutta, del Santo Padre Pio da Pietralcina, di Papa Giovanni XXIII, del Servo di Dio Giovanni Paolo II, delle numerosissime testimonianze di persone che oggi vivono con coerenza, con lotta, con sacrificio l’annuncio del Vangelo. Mi piace ricordare qui la suora missionaria della Consolata Lionella Sgorbati morta un anno e mezzo fa a Mogadiscio in Somalia, uccisa dall’odio e dall’integralismo; questa donna, donata agli Altri in una vita fattiva di missione, muore con  sulle labbra la parola “perdono”, ripetuta per tre volte. Solo una vita che scopre Gesù come Via, Verità e Vita può morire martire in questo modo perdonando gli uccisori. Ancora una volta dobbiamo sottolineare che il Vangelo è concreto, è fatto per noi, muove le nostre mani e i nostri piedi verso l’ascolto e l’aiuto degli Altri.  E’ molto interessante leggere gli articoli dei nostri missionari nella nuova missione in Mongolia: anche lì si nota che ciò che li sostiene nelle difficoltà e nella durezza degli inizi è la fede nel Signore Risorto.  Allora la Parola di Dio, se lo vogliamo, può diventare effettivamente Vita dentro di noi. Il Vangelo di oggi si conclude presentandoci il volto del Padre: Dio è Padre, “Abbà” (Papà). Quale gioia, confidenza, coraggio nascono dalla certezza di un Dio che è Papà!

Questo Padre misericordioso ha espresso la sua tenerezza donandoci la figura di Maria di Nazareth, nostra Madre. Sentiamoci, anche attraverso il suo aiuto,  degli inviati, delle pietre vive nel contesto del nostro oggi.

 
(P. Francesco Peyron)
 
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
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