DOMENICA IV DEL TEMPO ORDINARIO

Pubblicato in Domenica Missionaria


Lo conoscevano come
 il figlio del falegname
Ger 1,4-5.17-19
1 Cor 12,31 - 13,13
Lc 4,21-30


Nella sinagoga di Nazareth tutti conoscono Gesùcome figlio di Giuseppe; nessuno aveva avuto sentoredella straordinaria sapienza e dei poteri miracolosi di cuistava dando prova in Galilea.Era vissuto a Nazareth senza che il suo mistero e lasua perfetta identità apparissero o fossero colti. Lo vedevanoinnalzato ad un livello imprevedibile avanzandoaddirittura la pretesa di essere il Messia e di essere coluinel quale si era adempiuta la profezia di Isaia “oggisi è adempiuta questa scrittura che avete udita con levostre orecchie”.Per tutti era solo il figlio del falegname. Gesù: l’uomopiù comune – quello di ogni giorno – figlio di Giuseppee il più che umano, che appare dalla sua vita, dallasua dottrina, dai suoi miracoli. È questo mistero diGesù che sconvolge e sconvolgerà sempre gli uomini(Settimio Cipriani).E questa ‘ferialità’ di Gesù diviene la ragione della diffidenza“nessun profeta è ben accetto nella sua patria”.Gesù capisce ciò che i suoi concittadini pensano “dicerto voi mi citerete il proverbio: medico, cura te stesso.Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, farloanche qui nella tua patria!”.I nazaretani usando un metro puramente umano voglionoessere sicuri che l’ex falegname del villaggio è di128ventato potente in parole ed opere, come di lui si dicenella regione, domandandogli una prova a loro esclusivovantaggio. Ma il miracolo avviene dove c’è la fede ele disposizioni che attirano la misericordia divina – aNazareth non fece alcun miracolo “e non vi poté operarealcun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalatie li guarì. E si meravigliava della loro incredulità”(Mc 6,5).Anche satana nel deserto suggerì a Gesù di fare i miracoliper suscitare falso entusismo intorno a lui, e perdepistarlo dal seguire la strada dell’umiltà e della croce.La sempre tendenza dell’uomo è quella di voler ridurreDio alla propria mentalità, di imporgli condizioni peraccettarlo, di volerlo controllare per credergli; e ciòesclude dalla conoscenza e amor di Dio che si rivela aisemplici ed umili e si nasconde ai superbi.

Idigin questa luce i nazaretani diventano simbolo di tuttoIsraele che “cerca i segni” (1 Cor 1,22), che vuole miracoli,pro e prove riducendo così la fede a magia edeconomia. Gesù che si è presentato come il profeta definitivo,cioè la voce ultima e perfetta lanciata da Dio all’umanità,secondo una prospettiva cara a Luca, appellaalla sorte dei grandi profeti del passato, Elia ed Eliseo,costretti a cercare altrove quella fede che il popolo elettonon voleva offrire a Dio (Gianfranco Ravasi).Elia in un tempo in cui il cielo fu chiuso per treanni e sei mesi e ci fu una tremenda carestia, quandoebbe bisogno di sostentamento, non fu mandato aduna donna israelita ma ad una vedova di un paese pagano,a Zarepta di Sidone. Per questa vedova egli ottenneda Dio un grande miracolo: ella aveva soltantoun po’ di olio e un po’ di farina con cui preparare unultimo pasto per lei e per suo figlio, poi sarebberomorti; invece, grazie al profeta, la farina della giaranon venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì; così lavedova e suo figlio e il profeta poterono mangiare sinoal termine della carestia.“Così c’erano molti lebbrosi in Israele al tempo delprofeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman,il Siro”, anch’egli proveniente da territorio pagano.C’è già l’elogio per la fede dei pagani contrastante conl’accusa di freddezza, fatta ai figli del popolo eletto.Se andassimo a rileggere gli episodi qui richiamati,vedremmo di quanta fede dettero prova la vedova di Zarepta(1 Re 17,7) e il generale Naaman il Siro (2 Re 5,14).La fede allarga e dilata i confini della presenza dell’azionedi Dio.

Quando Gesù inizia ad aprire lo scrigno della suaidentità, a dischiudere il segreto del suo mistero, intornoa Lui c’è disorientamento. La gente pensava persino chebestemmiasse arrogandosi poteri e qualità che secondoloro non gli appartengono. (La divinità di Cristo è statamal sopportata dai suoi contemporanei. Dio non provocaun leggero mal di testa: l’incontro con Dio è semprepericoloso, sconvolgente).Purtroppo i cittadini di Nazareth non accettanoquesto insegnamento di Gesù. Anzi, vedendo smascheratele loro intenzioni segrete, sono pieni di sdegnoverso di Lui. Luca riferisce che i concittadini “silevarono, lo cacciarono fuori della città e lo condusserofin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata,per gettarlo giù dal precipizio”. Ma non è ancoragiunta l’ora di Gesù; perciò “Egli, passando in mezzoa loro se ne andò”.‘Se ne andò’: ecco l’incredulità allontana il Signore –ecco Gesù vero padrone e signore, vincitore del male edella morte anche prima della risurrezione.È un messaggio di consolazione e di speranza cheLuca vuole dare ai cristiani delle sue comunità i quali sitrovano a dover affrontare opposizioni-persecuzioni.La cosa difficile è sperare: nonostante una sequenzadrammatica di sofferenze, di isolamento e di contestazione,Geremia annunzierà per tutta la sua vita la Parola(vedi prima lettura) – nonostante il rifiuto dei concittadiniGesù inizia il suo ministero di speranza e di salvezza –nonostante il silenzio frequente di Dio e degli uomini ilcredente deve anche lui continuare il suo itinerario scegliendola via difficile ma fruttuosa, quella dello sperare.

Gli Atti parlano di limpidezza, coraggio, pazienza,perseveranza per lasciare irrompere il Nuovo portato dalSignore Gesù. Tutta la novità di cui noi abbiamo bisognoè condensata nella carità, nella singolare forza di amarecome Gesù ci ha amati.Il fine dell’uomo è vivere nell’amore, in unione conDio che è amore.L’apostolo poi fa l’elogio dell’amore autentico, cheviene dal cuore di Dio, passa per quello di Cristo e giungeai nostri cuori.La carità è il carisma-dono che riassume e autenticatutti gli altri. “La via migliore di tutte” (1 Cor 12,31). Neiconfronti della stessa fede e speranza è più grande perchéle comprende, le esige e le porta a compimento.E l’amore è il carisma più difficile: paziente, benigno,non invidioso, non egoista, impegnato a capire tutto, atutto sperare e a tutto perdonare.È un amore che, come quello di Dio, come quello diCristo, si volge non solo a chi è giusto, ma anche, e conun’attenzione maggiore, a chi non è meritevole. È unamore che non rispetta i nostri confini, ma ci porta fuori,verso chi è lontano, diverso, perduto.Poi Paolo aggiunge un’altra cosa: che tutto passerà esolo l’amore rimarrà: quando amo faccio qualcosa dieterno.“Hai incominciato ad amare? Dio ha iniziato ad abitarein te” (sant’Agostino).
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
Altro in questa categoria: DOMENICA V DEL TEMPO ORDINARIO »

Gli ultimi articoli

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

Un faro di speranza per le persone che vivono per strada

10-07-2024 Missione Oggi

Un faro di speranza per le persone che vivono per strada

I Missionari della Consolata dell'Argentina accompagnano le “Case di Cristo” a “Villa Soldati” Nel cuore di Villa Soldati, a Buenos Aires...

onlus

onlus