1 Cor 15,1-11
Lc 5,1-11
La folla faceva ressa attorno a Gesù per ascoltare la sua parola. Affamata di parola, la folla con il suo fardello di speranze e di dolori. E Gesù per abbracciarla tutta con il suo sguardo sale e parla dalla barca di Simone.
La gente lo guardava e lo ascoltava: ecco la fede e l’incontro tra la parola di Dio e il nostro cuore – per credere basta un cuore buono e aperto per ascoltare la parola di Dio – la fede è apertura verso Dio. Non è l’evidenza che ci fa credere ma il riconoscere il Signore col cuore: al tempo di Gesù c’erano quelli che non gli credevano pur vedendolo e sentendolo.
E la forza della parola di Gesù la si esperimenta anche quando dice a Pietro “prendi il largo e calate le reti per la pesca”.
Pietro, sul momento, deve aver pensato che Gesù non se ne intendeva proprio di pesca; lui Pietro, esperto pescatore aveva pescato tutta la notte senza prendere nulla, e la notte è il tempo più favorevole per la pesca; ora Gesù dice di pescare, ora che è giorno, tempo sfavorevole alla pesca. Pietro avvertì nella voce di Gesù una decisione che non gli permise di discutere, e con interiore docilità alla sua parola disse: “sulla tua parola getterò le reti”, calarono le reti ed ebbero poco da aspettare perché ben presto le reti traboccarono di pesci, segno della potenza della Parola di Dio: la Parola che ‘fa’ degli ascoltatori i clienti del Regno – ‘fa’ ciò che il mestiere collaudato degli uomini non riesce ad ottenere – infine ‘fa’ i discepoli. Le parole di Dio sono azioni: Dio parla e la sua parola fa nascere il mondo, la luce, le acque, gli animali “dalla Parola del Signore furono fatti i cieli, e dal soffio della sua bocca ogni loro schiera” (Sal 32,6).
Gesù parla, e la sua parola fa guarire i malati, cessare le tempeste, il pane si moltiplica, le reti si gonfiano di pesci, i morti tornano a vivere; la parola di Dio è sempre efficace, realizza ciò che significa: “questo è il mio corpo - questo è il mio sangue”, così le parole nei sacramenti.
“Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. Su ordine del Maestro la barca prende il largo, si avventura sulle acque del mare; Pietro crede che la parola di Gesù può realizzare l’impossibile, ha già fatto esperienza della forza di questa parola quando ha visto sua suocera curata istantaneamente dalla febbre (Lc 4,38).
“Prendi il largo” Gesù ci invita ad andare in profondità nelle cose, ad essere intraprendenti - audaci, a dare alla nostra vita lo slancio, un dinamismo forte, naturalmente fondato sulla grazia di Dio.
Anche noi siamo chiamati ad avere questa fede nella parola di Dio. Nei momenti difficili della vita dobbiamo rivolgerci al Signore che ci indirizza una parola di fiducia, di incoraggiamento, di spinta.
Dopo che Dio ci ha messi nel mare della vita non cessa mai di vegliare sulla nostra esistenza. Diceva Giovanni Paolo II commentando il Salmo 10: “è consolante l’immagine dell’occhio divino la cui pupilla è fissa e attenta alle nostre azioni. Egli vede e provvede intervenendo con la sua parola e la sua azione”.
Sant’Agostino “le tue mani Dio mio, nel segreto della tua provvidenza non abbandonavano invero la mia anima; si deve riconoscere e proclamare l’occulta profondità e la indefettibile presenza della tua misericordia verso di noi”.
Su questa barca c’è Gesù; facendosi uomo è salito con noi: di qui l’ottimismo, una visione positiva e gioiosa della vita.
San Pietro alla vista di quella pesca miracolosa percepì la presenza della divinità, si gettò in ginocchio sulle assi della sua barca davanti a Gesù dicendo “Signore allontanati da me che sono un uomo peccatore”.
Anche il profeta Isaia (1ª lettura), vissuto nel secolo ottavo avanti Cristo, pensava Dio molto lontano, trascendente, i cieli e la terra non possono contenerlo; sentendoselo invece una volta vicino, nella sfera della presenza di Dio comprese lo squallore della sua umanità e disse “ohimé! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono” (Is 6,5).
Chiediamo al Signore questa grazia di essere, come Isaia e Pietro, profondamente impressionati dalla sua grandezza e dalla sua santità. Per noi è una grazia avere la percezione della grandezza e della santità di Dio. Essa infatti ci dà un contatto vero-profondo con Lui; questo senso della grandezza di Dio è veramente una esperienza unica, che ci porta al di fuori delle nostre dimensioni e dei nostri riferimenti, del nostro bene e del nostro male, delle nostre sofferenze e delle nostre gioie, ed è la fonte di un vero ringiovanimento, di una vera ripartenza, come se fosse una nuova creazione (Carlo Bazzi).
E Gesù dice a Pietro “non temere” così pone fine al suo tremendo spavento; quando Gesù è presente non si deve temere neppure del proprio peccato. E nella risposta dimostra di voler stringere sempre di più a sé Pietro “d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Pietro ha visto la pesca miracolosa ma farà esperienza ancora più grande nel pescare gli uomini.
In realtà Gesù apre gli orizzonti angusti di Simone; lo spinge al largo, verso un mondo senza confini, nella direzione di una pienezza inimmaginabile: “pescatore di uomini”.
San Giovanni Crisostomo “il primo chiamato e il primo obbediente alla chiamata” s’ammanta di mistero la predilezione di Gesù per Simone.
Pietro, Giacomo e Giovanni lasciarono tutto e seguirono Gesù, compresero che ora la loro vita era vita in comunione con Gesù che aveva preso possesso della loro vita: il vero miracolo di quel momento capitò proprio in loro, furono essi ad essere presi nella rete di Dio.
Ecco che all’inizio della chiamata sta un Dio paziente verso i peccatori, e il suo perdono. La chiamata è una grazia della sua misericordia e un miracolo della sua potenza e della sua signoria; non si impressiona della debolezza e della peccaminosità di coloro che chiama ad essere pescatori.
Così noi dal Signore, se veramente lo incontriamo, riceviamo una missione - “ogni vita è vocazione” (Paolo VI). Nella Chiesa c’è una grande diversità di vocazioni, ma ciascuno ha la sua, cioè è chiamato a fare l’opera di Cristo con Cristo. Si tratta di un’opera divina, che propaga la fede, la speranza e la carità, comunica la gioia e la pace, e attira la gente alla Chiesa (Albert Vanhoye).