Attorno alla Parola: I domenica Avvento – anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}Inizia domenica un altro ciclo liturgico. In questo primo anno, anno A, ci farà da guida l’evangelista Matteo. Ci sta bene quindi una parolina di introduzione perché il suo vangelo costituirà la trama della riflessione che segnerà ogni domenica di quest’anno liturgico.

Un incontro con Gesù che passa davanti al suo posto di lavoro cambia radicalmente la vita di Matteo. Si chiamava Levi che vuol dire legato ed era inchiodato al suo odiato mestiere di esattore. Gesù gli disse “seguimi” ed egli abbandonò tutto e si chiamò Matteo che vuol dire Teodato, dono di Dio.

Distintosi tra gli apostoli per la sua abilità scritturale di impiegato possiamo anche ritenere che fu il primo testimone oculare che mise a verbale i detti e i fatti di Gesù e proprio nella lingua semitica cara a Gesù, l’aramaico, parlato dal popolo. Anche se il primo posto cronologico non è stato confermato dalla critica, a Matteo rimane il primato dell’indice di gradimento: nei commentari è stato il più studiato e detiene tuttora il primo posto nelle composizioni tipografiche. Ma è soprattutto il primato liturgico che lo onora: nella liturgia domenicale Matteo ricorre venti volte, Luca diciassette, Giovanni undici e tre Marco. Un vangelo missionario che si apre con la stella che convoca i gentili al presepe e si chiude con l’invio degli apostoli a tutte le genti.


Il vangelo di Matteo è occupato per tre quinti da una abbondante raccolta di “detti”, sentenza, oracoli del Signore che supera tutti gli altri evangelisti. Tale raccolta fu sempre apprezzata e valorizzata per il suo ordinamento letterario, ma soprattutto per la sua catechesi accurata ed esauriente, e costituì la base dell’insegnamento ecclesiale.

Il messaggio evangelico riguarda il regno dei cieli ed è strutturato attorno a cinque discorsi didattici: il discorso della montagna (cc. 5-7), che si potrebbe definire lo statuto del regno; il discorso missionario che contiene le istruzioni per i ministri del suo regno (c. 10); il discordo delle parabole (c. 13), che presenta i misteri del regno; il discorso ecclesiale (c. 18), che delinea un regno marcato da una vita fortemente comunitaria; il discorso escatologico riguardante il perfezionamento del regno negli ultimi tempi (cc. 23-25).

Il tema del regno è quindi un punto focale su cui Matteo ritorna per ben 51 volte, mentre in Luca è nominato 34 volte, in Marco 14, in Giovanni una volta. È un regno legato insieme dall’amore fraterno, vivificato dall’amore sovrabbondante del Padre che è nei cieli.

Come Gesù che si affianca ai due pellegrini di Emmaus e spiega loro i passi della bibbia che lo riguardavano, cominciando da Mosè fino agli scritti di tutti i profeti, così Matteo si affianca alla sua comunità giudeo-cristiana per spiegare il significato delle profezie riguardanti il Messia e risponde alla domanda dei suoi lettori: Gesù di Nazareth è veramente il Messia e realizza veramente le promesse dei profeti? È per questo che tra le 70 citazioni o allusioni all’Antico Testamento fatte da Matteo, ben undici sono concluse con una formula significativa: “Tutto ciò accadde perché si compisse quanto fu annunziato dai profeti…”. Per tutto il mondo giudaico e per tutti i discepoli del Cristo, Matteo mette in evidenza che vi è continuità tra il vecchio e il nuovo Testamento. L’Antico Testamento trova il suo sbocco e tutta l’attesa del popolo d’Israele la sua fioritura. Matteo mostra più di ogni altro evangelista che la storia d’Israele sfocia nell’opera di Gesù e che Gesù di Nazaret è veramente il Messia aspettato, e pone sulle labbra di Pietro la grande professione di fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

In quest’anno seguiamo quindi con attenzione e devozione i detti ed i fatti del signore che Matteo ci presenterà di domenica in domenica, come Maria, la Madre di Gesù, osserviamo “detti e fatti” riflettendo nel nostro cuore su tutte queste cose.

Ed allora anche noi potremo affermare come i discepoli di Emmaus: “non ardeva come un fuoco il nostro cuore, quando egli lungo la via ci parlava e ci spiegava la bibbia?”. E come a loro anche a noi si apriranno gli occhi, riconosceremo il Signore allo spezzare del pane e con gusto reciteremo la bella preghiera che Matteo ci ha regalato: Padre nostro, che sei nei cieli.
Ultima modifica il Sabato, 07 Febbraio 2015 21:54

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