La prova c’è e c’è per tutti, anche per i buoni. Giobbe non ha motivi per essere tentato e dio è misterioso. Sa benissimo se l’uomo vale o non vale. Eppure lo mette alla prova perfino Gesù; vita e incarnazione sono una prova. Lui stesso, dice la lettera agli Ebrei, è stato provato in ogni cosa, a somiglianza di noi (Eb 4,15). In tanti aspetti concreti della vita, difficili, faticosi, ripugnanti.
Voi siete coloro che siete perseveranti. Perseveranti o meglio, che siete rimasti. Avete sofferto e non ve ne siete andati, non mi avete abbandonato. Perseveranti nelle mie prove. Le prove di gesù, della Chiesa con i suoi problemi e le sue difficoltà.
Avete perseverato con me. Le prove sono macigni, ma Gesù le carica di un sapore diverso, affettivo, personale. Le soffriamo con Lui, amando Lui, in intimità con Lui.
Marco è sbrigativo: Gesù rimase nel deserto quaranta giorni e stava con le fiere e gli angeli lo servivano.
Se vogliamo sapere che cosa ha fatto il diavolo dobbiamo ricorrere a Matteo e Luca che descrivono i tre tentativi del diavolo allo scopo di conoscere chi è veramente Gesù e neutralizzarne la missione salvifica.
Se sei veramente Figlio di Dio, disse Satana a Gesù, dimostralo con fatti prodigiosi: elimina la fame, domina il mondo, salvati nel pericolo. Tentazione della fame, tentazione del potere, tentazione del prodigio.
E dopo aver digiunato quaranta giorni Gesù ebbe fame. Il diavolo ne approfitta e gli dice: Hai fame? Dì a questi sassi che diventi pane. La tentazione del cibo, di aver sempre di più e sempre meglio, porta il ricco al sopruso, all’ingordigia, all’usura, alle tangenti, alle frodi. Ed il povero esasperato si dà alla violenza e all’immoralità
Ma la tentazione si esprime anche nel soddisfare ogni desiderio senza alcun riguardo alle esigenze di chi ci sta vicino in famiglia, sul lavoro o in ogni circostanza della vita.
La quaresima, quaranta giorni in cui ci uniamo al digiuno di Gesù. Ecco un periodo favorevole ad una vita più sobria che ci permette, con i nostri risparmi, di aiutare chi è meno fortunato di noi. Un digiuno che ha come obiettivo la solidarietà.
Il diavolo porta Gesù nella città santa, sul pinnacolo più alto del tempio, a strapiombo sulla valle del Cedron e gli disse: Se sei Figlio di Dio, gettati giù. È la tentazione di vedere cose prodigiose, di vedere miracoli; il ricorso sempre crescente della magia, il diffondersi di sette spiritiche, il desiderio di mettersi in comunicazione con Satana. Anche Torino ne è contagiata. Un cristianesimo superficiale che, privo di una fede cosciente, non sente più la bellezza di essere figlio di Dio e cerca emozioni e sensazionalità in altri ambienti.
Di nuovo il diavolo condusse Gesù su un monte altissimo e gli disse: se ti prostri davanti a me, ti darò tutto quello che desideri. È la tentazione del potere, del successo, onnipresente in una società ove sono calpestati i diritti del cittadino e dello straniero. I tentacoli di questa piovra li conosciamo: dittature, partiti, mafia, guerre.
Ma vi è anche la nostra preoccupazione eccessiva per le cose materiali, per i nostri piaceri, dimentichi dei valori dello spirito. La quaresima ci invita a dedicare un po’ più di tempo alla preghiera in famiglia, all’ascolto della Parola di Dio in comunità, alla scelta di programmi religiosi offerti dalla televisione.
Gesù alle tentazioni del diavolo ha risposto appellandosi alla Parola di Dio nella Bibbia. Alla tentazione della fame, Gesù replica: Sta scritto, l’uomo vive di ogni parola di Dio. Alla tentazione del prodigio, Gesù replica: Sta scritto, non sfidare il Signore tuo Dio. Alla tentazione del potere, Gesù seccamente risponde: Vattene, Satana, sta scritto adora il Signore tuo Dio e a Lui solo rivolgi la tua preghiera.
E così oggigiorno, nelle incertezze e nelle difficoltà della vita, continuamente provocati e sfidati, guardiamo all’esempio di Gesù: cristiano, se veramente sei figlio di Dio, fidati dell’amore di Dio, fidati della parola di Gesù; cristiano, se veramente sei figlio di Dio, fidati della grazia dello Spirito santo.
Volgiamo lo sguardo a Maria e a Giuseppe, provati da mille difficoltà e come loro cerchiamo conforto nel nostro angelo custode.