Attorno alla Parola: XXX Domenica – anno B

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}Chi ci ha fatto scuola durante le assemblee domenicali di quest’anno è stato il brillante e conciso evangelista Marco. Lo potete leggere di un soffio in una sola mezzoretta e ne gusterete tutta la vivacità.

E brillante è anche la lezione di oggi, un grido di fede: “Signore, Figlio di Davide!” e un miracolo, la guarigione di un cieco.

Così con un miracolo Marco conclude il secondo tempo del suo vangelo. Il primo tempo del vangelo si conclude con il prodigio della moltiplicazione dei pani. Il terzo tempo si conclude con il più grande dei miracoli, la risurrezione di Gesù stesso.

In tre tempi, in tre quadri Marco ha tentato di presentare ai pagani di Roma la personalità e il mistero di Cristo Gesù. Un Cristo che è uomo, radicato nella storia.


Un Cristo che è Dio, centro della nostra fede. Cristo Gesù Figlio di Dio venuto nel mondo; questo l’obiettivo fondamentale di Marco.

Nel suo viaggio apostolico dal nord a sud della Palestina, Gesù giunse a Gerico, a 30 Km. da Gerusalemme sul lembo occidentale dell’ampia valle del Giordano. Gerico la città più antica del mondo, fondata nel 5000 a.C.

Gerico, l’aristocratica; vi si ergevano le costruzione di Erode il grande, anfiteatro, ippodromo, ampie piscine ove confluivano acque dai dintorni e una reggia sontuosa.

Sfarzo e imponenza in stridente contrasto con le circostanti casupole e la massa dei poveri. Così come oggi i baraccamenti attorno alle grandi metropoli in America, Africa, Asia.

E così come oggi le grandi folle si accalcano attorno al Papa dei poveri, allora la piccola folla si accalcava attorno a Gesù; un susseguirsi di handicappati ed emarginati. E tra questi quel giorno alle porte della città un cieco, forse due.

Dal calpestio della folla e dalle informazioni, si rendono conto che sta passando Gesù, il taumaturgo. Uno dei ciechi ha un nome: Bar Timeo, che vuol dire figlio di Timeo. È intraprendente, grida, interpella Gesù con fede e con insistenza: “Signore, Maestro, Figlio di Davide”. Tre titoli onorifici, ma soprattutto titoli simbolici, messianici, profetici.

“Figlio di Dio” abbi pietà di me. È la prima volta e l’ultima volta che Marco usa questo titolo; mentre solitamente dice “Figlio dell’uomo” per indicare l’imminente passione di Gesù, ora opportunamente riafferma la sua divinità, la sua signoria con un grido e con un miracolo.

Il caso del cieco è esemplare ed educativo: è un uomo che prega con perseveranza, checché ne dica la gente, è un malato che corre incontro a Gesù, che chiede con insistenza, e alla chiamata di Gesù ancor cieco, getta il mantello e balza in piedi e corre da Gesù. Rabbunì, cioè Maestro, che io riabbia la vista. “La tua fede ti ha salvato” sull’istante riacquista la vista e guarito segue Gesù.

Anche la nostra assemblea domenicale si apre con l’invocazione del cieco, che per tre volte riprende, preferibilmente nella lingua originale: Kyrie eleison, Signore pietà.

Due parole che facilmente sfuggono alla nostra attenzione, ma che sono di fondamentale importanza e vogliono dare una tonalità a tutta la celebrazione.

Come per il cieco arriviamo da Gesù carichi delle nostre miserie e pieni di fiducia in Dio, Kyrie eleison. Con un atto di fede e con una invocazione di aiuto ci mettiamo alla presenza di Dio e ci disponiamo a seguirlo.

Siamo all’ultima domenica di questo mese che ci ha impegnato a pregare e a lavorare per le missioni.

Concludiamo con un pensiero al mondo missionario, al mondo sottosviluppato.

Un cieco era seduto lungo la via. Quaranta milioni sono tutt’oggi i ciechi che siedono alla periferia della nostra civiltà del benessere. Un panorama che si allarga, dice il presidente della Banca mondiale, se consideriamo i milioni di lebbrosi, i milioni di bambini, 3 su 10 che non arrivano al quinto anno di età, le centinaia di milioni di persone che vivono ai limiti della sopravvivenza. Sono immagini che ritornano sovente sui nostri schermi televisivi.

“E molti sgridavano il cieco Bartimeo per farlo tacere, non disturbasse la riunione”.

Ma altri all’invito di Gesù dissero al cieco: “Coraggio, alzati, Gesù ti chiama”.

Tutti siamo chiamati ad un impegno di solidarietà e di condivisione.

Una moltitudine innumerevole di uomini e donne, vale a dire milioni di persone umane, concrete ed irrepetibili soffrono sotto il peso della miseria, della fame e sono nostri fratelli e nostre sorelle, bisognosi di tutto.

Altri dissero: “Coraggio alzati”. Un atto di fede come cristiani, un gesto di solidarietà come uomini può salvare come uomini, può salvare dalla cecità spirituale e dalla cecità fisica che attende lungo la periferia della nostra società del benessere.

E tu che fai per loro?

Allorché un giornalista interpellò Madre Teresa di Calcutta su come aiutarla per i poveri, Madre Teresa gli chiese “Quante ore preghi al giorno?”. E la Madre mi prese le mani tra le sue intrecciate dal Rosario e mi confidò: “Figlio mio pregando, Dio mi mette in cuore il suo amore e così posso aiutare i poveri, pregando”.

Concludo con un ricordo di famiglia. La Consolata è stata ritrovata dopo secoli sotto le macerie indicate da un cieco proveniente da Briançon. E alla vista del quadro della Consolata il cieco riacquistò la vista.
Ultima modifica il Sabato, 07 Febbraio 2015 21:54

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