I Domenica di Quaresima

Pubblicato in Domenica Missionaria

 “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo.” Lc. 4,1-13

 

Con il Mercoledì delle Ceneri è iniziato liturgicamente la Quaresima, e con essa, la nostra annualesalita a Gerusalemme” con Gesù, per celebrare la Pasqua. Sull’analogia dei 40 anni trascorsi da Israele nel deserto prima di raggiungere la Terra Promessa dopo l’uscita dall’Egitto, anche Gesù, prima di celebrare la “sua Pasqua”, trascorse 40 giorni nel deserto in digiuno assoluto e in perfetta comunione con il Padre celeste, e tentato da parte del diavolo.

/ Il fondamento della religione cristiana è il mistero della morte e risurrezione di Cristo: mistero che è il centro e il vertice di tutto l’anno liturgico. La Quaresima perciò ci invita ad una riflessione più intensa sulla vita di Gesù e questo tempo, ha lo scopo di prepararsi a celebrare la Pasqua del Cristo morto e risorto per la nostra salvezza. E’ un cammino di forte impegno spirituale: di preghiera più calda, di generose opere di carità, di penitenza e digiuno, di conversione a Cristo e di rinnovamento, per essere più liberi nello spirito e non gravati nel corpo, nell’assimilare il mistero di Cristo.

La prima Domenica di Quaresima presenta sempre il racconto evangelico delle

Gesù “condotto dallo Spirito  nel deserto”, comincia la sua missione come Mosè, Elia e Giovanni Battista; “tentato in tutto, a nostra somiglianza, eccetto il peccato”(Ebr.4,15); Gesù ha vissuto realmente la nostra condizione umana, anche nei suoi risvolti drammatici interiori. La scarna e succinta notizia di Marco, è sviluppata da Matteo e Luca nei tre quadri ben noti, nei quali è chiaro il riferimento alle tentazioni che Israele ha subìto nel deserto per 40 anni, e che non ha saputo superare, ribellandosi a Dio e mormorando! Anche Gesù viene messo alla prova: e Luca sottolinea come nelle tentazioni di Gesù si concentrano su di lui tutte le attese e le pretese, le rappresentazioni e le idee, che Gesù sperimenterà durante la sua missione. Sono tre prove insidiose che tendono a distoglierlo dal realizzare il progetto affidatogli dal Padre; anche se distinte, tutte e tre mirano allo stesso scopo. Gesù non si sottrae alle tentazioni, le affronta e le vince. La preghiera, il digiuno e la Parola di Dio, sono la sua forza. Ma Gesù non fu tentato solo allora e per tre volte, ma tutta la vita fu una tentazione continua da parte di tutti, amici e nemici. Luca poi coglie l’occasione per presentare i due protagonisti al dramma che raggiungerà il culmine “al tempo fissato”, cioè al Venerdì santo, e le prove culmineranno nell’ultima tentazione sulla croce: ”Se sei il Figlio di Dio, salva te stesso.. scendi dalla croce”.. Affrontando il demonio all’inizio della sua vita pubblica, Gesù fa vedere come intende la propria condizione di Cristo, Figlio di Dio.

1. La prima tentazione. E’ quella di un messianismo economico, trionfalistico: è la concupiscenza della carne. A Gesù sfinito dalla fame, il tentatore gli insinua di cambiare le pietre in pane. La fame è un istinto per sopravvivere. L’insidia supera il bisogno personale. Il maligno lo sollecita a rendersi indipendente dal Padre che dona pane e vita ad ogni essere umano. Accogliendola, Gesù potrebbe dare inizio al messianismo umano, terrestre. Ma la risposta di Gesù è categorica: “Non di solo pane vivrà l’uomo”(Deut.8,3 / cfr. la moltiplicazione dei pani e la fuga di Gesù).

Certo, anche di pane ha bisogno l’uomo, ma il suo fine non è quello: deve mirare più in alto, perché è un essere di spirito e non solo di carne. Gesù ha operato il potere di compiere miracoli solo per gli altri, mai per sé.

2. La seconda tentazione. E’ quella di un messianismo politico: è la concupiscenza degli occhi, del potere, del dominio. In questa prova il diavolo si mostra sfacciato quando porta Gesù in alto e mostrandogli tutti i regni della terra! Questa è la classica tentazione di stampo “politico”: regnare sui popoli, dominare le nazioni, con potenza e onore. E’ sufficiente un atto di “adorazione” per ricevere tutto in possesso! Ma anche qui la risposta di Gesù è tagliente: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, Lui solo adorerai”(Dt.6,13). Con questa risposta, Gesù ribadisce l’assoluto primato di Dio su tutte le cose, compresi i regni. Nello stesso tempo ribadisce l’adorazione che si deve tributare a Dio solo. Tra il dominare e il servire, Gesù ha preferito farsi servo.

3. La terza tentazione. E’ quella di un messianismo spettacolare: è l’orgoglio e la superbia della vita. E’ ambientata a Gerusalemme: buttarsi giù dal pinnacolo del Tempio, penseranno gli Angeli a salvarlo!. E’ una sfida diretta a Dio, una prova di ostentazione per accreditarsi Messia.

Ma anche questa volta Gesù fa appello alla Parola di Dio: “Non tenterai il Signore Dio tuo”(Dt.6,16). L’uomo non può coltivare la presunzione di fare intervenire Dio, costringendolo ad operare un miracolo, quando non è necessario! Gesù manifesta la sua vera identità di Figlio di Dio e la sua missione che si concretizzerà nell’umiltà, nel nascondimento, fino alla crocifissione e alla morte. Gesù si metterà agli antipodi della superbia della vita, salendo il patibolo della croce. Così Gesù pronuncia il suo irrevocabile e definitivo “sì” al Padre, e respinge decisamente ogni tentazione che lo vorrebbe o trattenere o distoglierlo. Gesù si è fidato del Padre, anche nel suo silenzio!

Così il demonio provocò quel giorno, senza volerlo, la sua più radicale sconfitta!

> Le tentazioni subite da Gesù, della concupiscenza, del potere e ricchezza e dell’orgoglio, entrano a far parte dell’esperienza di ogni essere umano, uomo o donna. Chi ha deciso di seguire Cristo è maggiormente preso di mira dal principe delle tenebre, dall’anticristo, da satana, il quale, scacciato dalla porta, può entrare dalla finestra; cioè, scacciato dalla fede è rientrato dalla superstizione!..

E il mondo moderno, tecnologico e industrializzato, pullula di maghi, spiritisti, dicitori di oroscopi, adoratori di satana, venditori di amuleti e di altra gente simile. Nella sua esperienza vittoriosa, Gesù ci insegna che solo colui che è fedele alla Parola di Dio, che vive la sua fede in comunione con Cristo e con i fratelli, sarà in grado di resistere e opporsi a satana e di dare un senso compiuto alla vita. La società dei consumi, la cultura materialistica e della morte, offrono ogni giorno idoli nuovi. La risposta del cristiano deve essere come quella di Cristo: del rifiuto totale.

La Quaresima è appunto un momento favorevole per effettuare una verifica rigorosa e obiettiva e, insieme, per approfondire la conversione di totale adesione a Cristo.

/ Dai primi capitoli del Genesi fino a Gesù è la stessa storia che si ripete: Dio ama l’uomo, ma l’uomo rifiuta Dio. Ma Dio è vicino, paziente e più ostinato e colmo di misericordia, che non si rassegna alla lontananza dei suoi figli, al loro vagabondare, alle loro cadute; desidera riconciliare ogni cosa nel Figlio suo, e non si arresta di fronte a nessun rifiuto dell’uomo peccatore.

Da parte dell’uomo, l’impazienza di convertirsi, di diventare una creatura nuova, è l’unica risposta adeguata all’instancabile pazienza di Dio. Questo è il significato del tempo di grazia che Egli ci concede: “Va, e d’ora in poi, non peccare più”(Gv.8,11).

 Ecco allora l’esortazione dell’Apostolo Paolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.. vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio… ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”(2 Cor.5,20; 6,1-2).

// S. Agostino: “ Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza; da te la morte, ma da sé la tua vita; da te l’umiliazione, da sé la tua gloria; da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.

Se Cristo non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato”.

// S. Leone Magno: “Se Gesù Cristo ha lottato e ha vinto, è un insegnamento, affinché pure noi lottiamo. Cristo ha vinto, affinché pure noi abbiamo la forza di vincere”.

/ Nel deserto ci sono ancora le orme del nostro Maestro Gesù, che ci aspetta dall’altro capo del deserto, per celebrare con noi, la Pasqua di risurrezione. Non facciamolo aspettare ulteriormente!..

 

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