“Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini.. Lasciarono tutto e lo seguirono”. Lc.5,1-11
In questa Domenica, la Parola di Dio propone come tema centrale la “chiamata” o vocazione.
Tutte e tre le letture, quindi, pur riferendosi a esperienze diversissime di chiamata e risposta, si accordano nel registrare l’adesione totale a Colui che chiama, la prontezza della risposta e la percezione profonda della propria indegnità di fronte alla presenza“ravvicinata”del soprannaturale.
Tuttavia la Parola del Signore supera ogni indegnità nelle persone( come in Isaia, in Pietro, e in Paolo), e supera ogni situazione avversa( come le circostanze sfavorevoli per la pesca).
> La scena presentataci da Luca nel brano evangelico che abbiamo ascoltato, è piena di vivacità e ricca di particolari. Una folla numerosa “gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio” , tanto che Gesù è costretto a salire su una barca ormeggiata alla riva del lago di Genesaret, per poter farsi ascoltare da tutti. Così Gesù, seduto sulla barca di Simon Pietro, ammaestra le folle.
/ E’ probabile che Luca, nel descrivere questa scena, pensasse al suo significato per la Chiesa.
Gesù ora parla non più nella Sinagoga degli ebrei(ne è stato scacciato/ cfr. domenica scorsa), ma annuncia la buona novella dalla barca di Pietro, cioè nella “sua Chiesa”. Da questa barca Gesù, finito di parlare, ordina a Simon Pietro di prendere il largo e di pescare, nonostante la sfortunata pesca della notte precedente. Risultato? Un successo imprevisto di una abbondante pesca!.
> Osservando tutte e 3 le letture, viene fuori, come ho rilevato all’inizio, una parola importante: “chiamata-vocazione”. Il Signore infatti, non vuole agire da solo, ma vuole coinvolgere gli uomini nell’opera di salvezza che li riguarda: vuole collaboratori coscienti e attivi.
Così vediamo 3 esempi di chiamata e di vocazione:
- 1. La vocazione del profeta 2. La vocazione di Paolo apostolo. 3. La vocazione di Simon Pietro e altri discepoli.
Di fronte a Dio che chiama per un compito specifico, il chiamato è dominato da 3 sentimenti o atteggiamenti diversi: indegnità – fiducia – accoglienza.
- 1. Indegnità: ci si sente indegni e peccatori, ma questo non è un impedimento per annunciare il
Vangelo con le parole e con la vita, nella vita quotidiana e nella fatica del lavoro.
- a) Isaia: davanti alla visione della maestà e santità di Dio nel Tempio, il profeta si trova perduto:
“Ohimè! Io sono un uomo dalle labbra impure”. Isaia si professa uomo “immondo”.
- b) Paolo: ”Io sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato
apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio”. Paolo si paragona ad un “aborto”.
- c) Pietro: visto il miracolo della pesca abbondante,”si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:
“Signore, allontanati da me che sono un peccatore”.
- Fiducia nell’aiuto di Dio. Riconosciamo che Dio ha scelto la parte debole del mondo per
confondere quella forte. Anche se peccatore, l’uomo deve fidarsi di Dio e chiedergli
aiuto, perché Lui non ci lascia nel nostro peccato, se ricorriamo al suo aiuto:
Dio non teme la nostra miseria!.
- a) Isaia: ”Allora uno dei Serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente.. mi toccò
la bocca e mi disse:”Ecco.. è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato”.
- b) Paolo: ”Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana..”
- c) Pietro:” Gesù disse a Simone:”Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”..
- Accoglienza e Risposta alla chiamata. Dio dopo aver chiamato l’uomo, lo aiuta. Il Signore cerca
coloro che lo possono aiutare nella salvezza dell’umanità.
Pertanto coloro che Dio chiamò, come risposero?
- a) Isaia: ”Il Signore disse: ”Chi manderò e chi andrà per noi?” E io risposi: ”Eccomi manda me”.
- b) S. Paolo: ”Ho faticato più di tutti, non io però, ma la grazia di Dio che è con me”..
“Colui che mi scelse fin dal seno di mia madre”(Gal.1,15).
- c) S. Pietro e amici: ”Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono”.
> A questo punto notiamo che gli evangelisti, Matteo e Marco, quando raccontano la vocazione dei discepoli lungo il lago, ricordano soltanto che Gesù passa, li chiama ed essi lo seguono. Solo Luca invece, ha un’altra sottolineatura: “Tirate le barche a riva, lasciarono tutto e lo seguirono”. Questo “lasciarono tutto”, è proprio di Luca. La stessa cosa capitò a riguardo della vocazione di Matteo, quando, secondo Luca, “Levi, lasciando tutto, si alzò e lo seguì”.
Il “lasciare tutto” è una donazione completa, senza essere legati alle cose e al passato.
> Nella storia della salvezza, ogni iniziativa di Dio comincia sempre con una chiamata rivolta a qualcuno affinché si inserisca e collabori attivamente al progetto di Dio. Così avvenne dalla prima chiamata di Abramo, e poi Mosè, Samuele, Davide, i Profeti, Maria SS. ecc.
/ Da tutto questo deriva che ogni cristiano è un chiamato e inviato in forza del suo Battesimo.
Ora cosa ne facciamo di questa fede ricevuta, cerchiamo di viverla e di aiutare chi l’ha persa?..
Non dimentichiamoci che possiamo salvare tanti nostri fratelli, come pure purtroppo, far sì che tanti si perdono per la nostra inerzia, scandalo, egoismo, indifferenza e rispetto umano!
Dio vuole avvicinarsi ad ogni uomo attraverso la nostra cooperazione in qualsiasi genere di attività che svolgiamo.
/ Paolo VI ha detto che oggi gli uomini hanno bisogno più che mai di testimoni che di maestri, e a questi crederanno solo se saranno testimoni credibili ed efficaci, specie se laici..
Spesso i sacerdoti, i religiosi e le suore sono tagliati fuori da molte “zone di pesca”, e solo i laici vi possono operare con la testimonianza cristiana..
// L’opera di Cristo e della Chiesa consiste nello strappare gli uomini inghiottiti dalla potenza del male(= mare). Dio si serve di persone che con il dono della fede ottenuta col Battesimo, anche se peccatori(es.Isaia, Paolo, Pietro..), si fidano delle parole del Signore. Gli ostacoli non mancheranno mai, ma Gesù ci rassicura:”Non temere..io sarò con te”..
// Le persone più tristi, più insoddisfatte, sono proprio quelle che si preoccupano maggiormente di se stesse, che sono concentrate in un’ossessiva ed egoistica ricerca della propria felicità e che non si assumono impegni per gli altri.. Mentre le persone più serene e che comunicano anche agli altri serenità, fiducia e ottimismo, sono proprio quelle più impegnate e più disponibili agli altri.
Chi vive sprecando e ammazzando il tempo, pensando unicamente a se stesso, è una persona sempre scontenta di tutto e di tutti. L’uomo è fatto per donare.. Vivere per se stessi, non solo è contrario alla Parola di Dio, ma è contro natura. La gratificazione e la gioia più profonda sta nel donare qualcosa della propria vita agli altri. La vita cristiana è dono per gli altri, sull’esempio di Gesù che è morto e risorto perché tutti gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.
/ Nessuna vita è inutile nel misterioso e misericordioso progetto di Dio, anche quella del malato, dell’anziano, del disabile.. Per avere la vita, bisogna donarla! Chi cerca di salvare egoisticamente la propria vita – dice Gesù – la perderà, e chi invece la perde per gli altri, la ritroverà. Così una famiglia aperta all’accoglienza della vita, dal bambino all’anziano, diventa come la barca di Pietro, luogo dal quale il Signore compie prodigi che superano ogni aspettativa, perché il Signore non si lascia mai superare in generosità ed ha assicurato che contraccambia con il centuplo in questa vita, e poi la vita eterna.
- Attraverso Maria SS. chiediamo a Gesù, nell’Eucaristia, che nonostante la nostra indegnità per i peccati, ci dia fiducia e zelo nell’accogliere il suo invito a collaborare con Lui, rispondendo con fede e amore ad essere suoi testimoni nel mondo.
Bedizzole: 2006 *************** p. Mario C.