III Domenica di Avvento

Pubblicato in Domenica Missionaria

La gioia. // “Io vi battezzo con acqua.. Costui vi battezzerà in spirito Santo e fuoco”. Lc. 3,10-18

La Domenica odierna, terza di Avvento, è tutta pervasa dal tema della “gioia”: è la Domenica della gioia(“Gaudete”). Gioire non tanto per la festa del Natale vicino, ma soprattutto perché Dio ci ama, siamo amati da Lui, e Lui è in mezzo a noi.

/“Gioia e conversione” a Gesù che viene, possono essere considerate come le due espressioni che concentrano attorno a sé l’insegnamento della Parola di Dio proclamata oggi nella Messa.

  1. Gioia.
  2. a) Il profeta Sofonia: “ . esulta.. rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme.”.

Quando il profeta Sofonia diceva queste parole, Gerusalemme era ancora sotto il giogo dei nemici; ma già il profeta intravedeva la salvezza e l’amore invincibile di Dio che vegliava sul suo popolo.

  1. b. Salmo di Isaia: “ Cantate inni al Signore.. gridate giulivi ed esultate”..
  2. c. Paolo ai Filippesi:Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, siate lieti sempre..

Quando l’apostolo Paolo scriveva queste parole ai Filippesi, lui si trovava in prigione, forse a Efeso.

  1. Il Vangelo di Luca, ci dà il motivo di questa gioia: è la presenza consolante del Signore in mezzo al suo popolo, la sua vicinanza a chi lo ama e lo prega: “ Il Signore tuo Dio è in mezzo a te”.

/ Noi non viviamo soltanto nella “speranza della gioia”, ma anche nella “gioia della speranza”, basata sulla risurrezione di Cristo dai morti, preludio della nostra eredità eterna.

L’amore è il vero generatore della gioia, soprattutto l’amore che si esprime nel desiderio. Solo chi è amato e chi ama, sa cosa è la gioia. Gioire è seminare la gioia e far sì che coloro che incontriamo siano lieti e gioiosi: “Risplenda la vostra luce(gioia) davanti agli uomini”(Mt.5,16). Non si può essere felici da soli: “Rallegratevi”, significa anche, spandete allegria. Il nemico della gioia non è la sofferenza, è l’egoismo, l’ambizione. L’uomo ripiegato su se stesso è come un riccio che mostra solo spine.           / Ecco allora l’esempio di alcuni Santi della gioia:

> S. Romualdo, visse 120 anni: e disse che quando arrivò all’età di 20 anni nel suo paese di Ravenna, visse sempre con tristezza. Ma quando visse 100 anni nella comunità del suo convento, era pieno di una gioia indicibile.

> S. Francesco d’Assisi, aveva una malattia agli occhi che lo tormentò per 45 anni e lo condusse alla cecità, eppure visse sempre nella gioia del Signore, e “perfetta letizia”.

> S. Giovanni Bosco, diceva ai suoi giovani: “Godete e state allegri, però attenti a non peccare”!

/ I motivi per gioire ce li dà Gesù stesso, Dio della gioia. Iniziò il suo ministero predicando le “Beatitudini”, e disse ai suoi discepoli di mostrare sempre il volto di gioia, anche nella sofferenza. Gesù godeva di stare con le persone, seminando gioia e pace. Il primo miracolo che fece( cambiando l’acqua in vino a Cana), lo fece per dare gioia agli sposi. Amava i bambini e consolava chi era afflitto, anche per la sua morte. Gesù ci ha lasciato la sua presenza nella Chiesa, attraverso la Parola di Dio e i Sacramenti.

  1. Conversione.

Quando il Battista annunziava la venuta di “uno più forte di lui, al quale non era degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali”, le folle si sentirono toccate e lo interrogavano su cosa dovevano fare per accogliere simile inviato di Dio. Anche noi poniamoci la stessa domanda, convincendoci di dover cambiare qualcosa nella propria vita. La comunione gioiosa e personale con Dio, comporta un cambiamento, una riforma. Il Battista evangelizzava il popolo con parole di consolazione.

/ Alle tre categorie di persone incontrate: folla, pubblicani, soldati, Giovanni Battista non li esortava a cambiare stato di vita, ma a riformare quello che avevano abbracciato. La conversione che predicava il Battista non instaurava solo un nuovo rapporto con Dio, come il perdono dei peccati, ma anche un nuovo rapporto con il prossimo, come amore, solidarietà nelle necessità altrui. A tutti era raccomandata la carità verso il prossimo, la giustizia e l’onestà: segni elementari di conversione.

E noi, facciamo il nostro lavoro, compiamo il nostro dovere con impegno e onestà?

“E’ molto più facile essere caritatevoli che giusti”(Graf).

/ Pertanto la gioia è il meraviglioso segreto del cristiano, il segno che la fede ha trionfato su tutte le paure, il frutto normale di una vita spirituale che progredisce. La gioia è preghiera, la gioia è fortezza, la gioia è una rete d’amore. Una persona contenta è il segno di un cuore che brucia d’amore. Il cristianesimo è gioia, la grazia è gioia, la fede è gioia, Cristo è gioia, la gioia del mondo.

/ Le statistiche, a riguardo della felicità e della gioia, dicono che noi italiani, siamo i più insoddisfatti d’Europa, e nel mondo siamo al 26° posto!.

Per apprezzare a fondo una gioia, bisogna avere qualcuno con cui condividerla. Difatti qual è il ricordo più dolce? La gioia che abbiamo dato agli altri, per amore del Signore.

/ S. Teresa d’Avila: così pregava: “Liberami, o Signore, dalle sciocche devozioni dei santi dalla faccia triste!”

/ Paolo VI:  “La Chiesa non è un cimitero, non è un museo; ma è un giardino dove ogni pianta ha sempre una nuova primavera... La società tecnologica( e consumistica) ha potuto moltiplicare le occasioni di piaceri, ma essa difficilmente riesce a procurare gioia”.

/ G.F. Ravasi: “ Abbiamo perduto la gioia e ottenuto solo sguaiataggine, la risata grassa, l’ilarità grossolana di certe trasmissioni televisive.. L’allegria lieve, l’ironia bonaria, la serenità dello spirito, diventano doti sempre più sconosciute”!

/ Benedetto XVI: “Siamo intossicati dai mass media per il male raccontato e amplificato!”

/ “Dio ama chi dona con gioia”. Parlare solo delle punizioni di Dio, ci lascia tristi. Invece chi legge bene la Bibbia, troverà almeno 837 testi della “gioia di Dio” e 27 sinonimi per esprimere la gioia.

/ Pertanto, perché possiamo ”celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza”(colletta), cerchiamo di essere “gioia” per gli altri, anche nelle tribolazioni, come diceva un santo: “ la gioia dàlla agli altri e la sofferenza tienila per te stesso”.

Perciò viviamo da amici e discepoli gioiosi di Gesù, sapendo che “i nostri nomi sono scritti in cielo”(Lc.10,20).

 

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