XXX Domenica Del Tempo Ordinario

Pubblicato in Domenica Missionaria

  “Il cieco, gettato via il mantello, balzò in piedi, venne da Gesù..e prese a seguirlo per la strada”. Mc.10,46-52

 

Siamo ancora nel mese missionario e la Parola di Dio oggi ci aiuta a riflettere sul cammino della fede che non dobbiamo mai abbandonare, o perdere di vista.

Ci fa da guida e da esempio in questa Domenica, il cieco di Gerico, Bartimeo( = figlio di Timeo).

/ Nell’ultimo tratto di strada verso Gerusalemme, Gesù è giunto a Gerico, l’ultima località prima degli eventi della settimana santa che si compiranno nella città santa.

Gerico, il cui nome in ebraico ricorda la luna, è una città curiosissima, splendida, fiorita e lussureggiante, immersa nell’orizzonte morto della fossa del Giordano: la città forse più antica del mondo(del 7000 a.C.); è una grande oasi di 5 km. di diametro, in mezzo al deserto, a 300 m. sotto il livello del mare, città delle palme e delle famose “rose di Gerico”. Gesù in genere passava da Gerico per salire verso Gerusalemme. La città segna la vita contro la morte, perché dove finisce l’oasi, c’è solo sale, tutto è bruciato intorno. Questo è il cammino da compiere, per chi va dalla piana della “morte”( mar Morto – Gerico – cecità spirituale), al monte della “vita e della luce”( Gerusalemme).

Questa del cieco è l’ultima guarigione miracolosa di Gesù, narrata da Marco, a Gerico. Finora chi ha seguito Gesù nel cammino della fede e della croce, ha capito quasi niente: né Pietro né gli altri apostoli. I loro  occhi erano accecati, e tuttavia Gesù, per dare esempio e coraggio, “camminava davanti a loro” verso Gerusalemme. Ecco perché Gesù fece molte guarigioni di ciechi. Ma quest’ultimo, è uno dei miracoli più significativi di Cristo. Infatti tra i gesti che il Messia deve compiere, è proprio quello di illuminare gli occhi ai ciechi, proprio perché la cecità è il compendio simbolico di tutte le cecità, oscurità e sofferenze interiori, esteriori e fisiche. Inoltre questo miracolo di Gesù ha, oltre al significato umanitario, soprattutto quello simbolico. Chi segue Gesù ha bisogno di essere illuminato con la fede, per capire il mistero di Cristo e della sua croce. Il povero cieco rappresenta l’umanità che giace nelle tenebre dell’ignoranza e del peccato. Inoltre questo è il miracolo che Gesù operava più volentieri, ridare la vista ai ciechi. Dio ha una predilezione per questa sua creatura. E’ la prima che il Signore fece: “Sia fatta la luce”. Il sole, la luna, le stelle, queste che sono per noi fonti di luce, le fece dopo. Quante volte Gesù ha parlato di luce, si è servito del suo paragone, egli stesso definendosi luce: “Io sono la luce del mondo”, e chiamando i suoi stessi seguaci “luce del mondo”!

/ Pertanto la situazione di Bartimeo è ben fotografata da tre sintetiche annotazioni: è cieco, è mendicante, siede ai margini della strada. a) La cecità indica la sua impossibilità di vedere, è un non nato alla realtà. b) La mendicità è il suo stile di vita: egli chiede ciò di cui ha bisogno e vive di ciò che riceve. c) Lo stare seduto ai bordi della strada sottolinea la sua impotenza a percorrere un cammino; è come immobile e fuori strada. Ma osserviamo ora la sequenza dell’episodio.

Cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”(v.47).

/ Bartimeo era seduto sulla strada, cieco, solo e dimenticato da tutti. In realtà aveva perfino perduto il suo nome. La gente non lo chiamava col suo nome, ma dicevano: il figlio di Timeo. A Gerico c’era molta gente quel giorno, giuntavi da ogni parte, per salire a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Gesù e i discepoli si trovano tra questa folla. Bartimeo nonostante la sua misera condizione, è però in grado di udire e di parlare. Attratto dal vociare della folla, viene a conoscenza che sta passando Gesù, il Figlio di Davide, cioè quel Messia davidico che, secondo le profezie(Is.35,5..), avrebbe anche dato la vista ai ciechi. Avrà sicuramente sentito parlare di lui e da quell’ascolto sarà nata la sua fede che ora si esprime in un grido di aiuto. Il titolo che usa per attirare l’attenzione di Gesù è significativo: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Non può vedere Gesù, ma lo sente vicino a sé, e inizia a credere in Lui, e si accanisce nel gridare ”pietà”. E’ il “Kyrie eleison” che preghiamo all’inizio della S. Messa, è il grido della Chiesa, che ci indica la posizione giusta per avere le carte in regola con Dio: questa è la posizione del cieco di Gerico e del pubblicano, che si batte il petto.

Il cieco rappresenta l’uomo sulla via della fede: non vede Gesù, intuisce soltanto la presenza del Signore negli avvenimenti, ed esprime già la sua fede rimettendosi alla iniziativa salvifica di Dio.

2. “Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte..”.(v.48).

Questo grido “disturba i benpensanti”; per loro il cieco è un “guastafeste”. E’ il rispetto umano nelle cose di religione e della fede! Questi “benpensanti” ci sono un po’ dappertutto, dentro e fuori di noi, che ci accompagnano e ci rimproverano di non adeguarci alle situazioni..! Ma la reazione dell’uomo di fede è: ”gridare ancora più forte” senza tante spiegazioni, quando si è rampognati di tacere la fede e la verità. L’ordine di tacere non ha presa: nessuna voce può soffocare questo grido che sale dal cuore dell’uomo in cerca di salvezza. .Bisogna andare contro corrente quando si tratta della propria salvezza. Questa apertura a Dio viene contestata dal mondo che ci circonda, ed allora è necessario tutto il coraggio per mantenersi aperti a Dio.

3. “Allora Gesù si fermò e disse: “Chiamatelo”. E chiamarono il cieco dicendogli: “Coraggio, alzati, ti chiama”! ( v.49).

Gesù in cammino è fermato da quel grido e da qualsiasi grido di fede che lo invoca. Gesù si ferma e si lascia avvicinare. Ecco allora che arriva la parola del Signore, che manda a chiamarlo. Dopo un atto penitenziale sincero, arriva sempre la parola a farci “risorgere”, e allora: “alzati, ti chiama”. Il chiamato alla fede si sente così oggetto dell’attenzione di Dio.

4. “Egli gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. (v. 50)

Il cieco ora compie due gesti importanti: i)Getta via il mantello” = la sua protezione, tutto quello che aveva, il peso dei peccati. Questo gesto del mantello è un tocco suggestivo di Marco. Chi perde la propria vita, la ritrova e incomincia veramente a vedere, dopo essersi spogliato dal peccato e dall’uomo vecchio. ii)Balzò in piedi e venne da Gesù” = sono i gesti e i verbi della conversione e risurrezione dalla morte del peccato( ricordate le “promesse battesimali” di rinuncia e di fede).

5.“Che vuoi che ti faccia”?“Rabbunì, che io riabbia la vista”.Và, la tua fede ti ha salvato(v.51-52). La fede del cieco opera il miracolo; è la preghiera di Bartimeo quando Gesù lo ha fatto venire a sé superando il contrasto di chi voleva far tacere quell’importuno! Il miracolo è stato provocato dall’atto di fede del cieco, che strappa la forza divina.

6. “E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada”(v.52).

Bartimeo guarito, diventa “discepolo”.Il cieco dell’oscurità è arrivato alla luce e non si accontenta di tornare al villaggio per proclamare la guarigione, come l’altro cieco(Mc.8,26), ma egli vuole invece “seguire” Gesù che sta andando a Gerusalemme per morirvi. Il giorno delle Palme, a Gerusalemme, al seguito di Gesù seduto sull’asinello, forse c’era anche Bartimeo, il cieco di Gerico!..

/ Ecco 6 momenti preziosi per una meditazione su questo miracolo di Gesù. L’intento di Marco non è quello di fare una cronaca da giornale, ma di dare una “buona notizia”(=Vangelo): solo mediante la luce della fede è possibile seguire Gesù nel mistero della sua Passione-Morte-Risurrezione.

/ In una società come la nostra ove regna una fede anonima, formalistica, ereditaria, interessata, è necessario un impegno più coerente per una fede personale fondata sull’approfondimento della Parola di Dio, sulle scelte e sulle convinzioni personali. Una fede consapevolmente abbracciata e non passivamente ricevuta in eredità. Il cristiano dovrà ripercorrere non solo un cammino fatto di tappe e di gesti sacramentali, ma soprattutto un itinerario di fede, un catecumenato restaurato, senza del quale non hanno senso ed efficacia i gesti sacramentali donati a scadenze fisse! Solo nella fede personale veramente vissuta con coerenza, è possibile “vedere” con chiarezza e “seguire” Gesù sulla strada che porta a salvare la propria vita.

/ Nel brano evangelico ritorna due volte il termine “strada”: all’inizio:Bartimeo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare”. Questo cieco non può muoversi, il peccato lo paralizza. E alla fine:Prese a seguire Gesù per la strada”. Ora l’incontro con Gesù gli ridà autonomia, lo rende capace di camminare da solo. Sia questa strada, quella di Gesù, la nostra strada da seguire sempre.

 

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