XXVI Domenica Del Tempo Ordinario

Pubblicato in Domenica Missionaria

“ Chi non è contro di noi, è per noi..Guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo.” Mc. 9,37-42.44.46-47

Il brano evangelico odierno è una raccolta di frasi pronunciate da Gesù in circostanze diverse, collegate tra loro, in vista della catechesi della Chiesa di origine. Ci sono però due parole, nelle letture di questa Domenica, che guidano la nostra riflessione: lo spirito e lo scandalo.

Lo Spirito. Nel libro dei Numeri ( I Lettura), abbiamo sentito come il Signore offre lo Spirito a 70 anziani, affinchè aiutino Mosè a “condurre” Israele nel cammino lungo il deserto, fino alla terra promessa. In questo modo Dio vuole fare constatare che Egli è presente e che opera il mezzo al suo popolo. Questi anziani non “profetizzano” in senso classico, cioè esprimendo in parole la volontà di Dio, bensì piuttosto sono testimoni del fatto che Dio accompagna il suo popolo con la forza del suo Spirito. Il fatto curioso è che Giosuè, nella sua irruenza giovanile, non voleva riconoscere il carisma profetico di due uomini, che non erano andati alla tenda del convegno. Mosè lo rassicura di non temere.

/ Un fatto analogo è nel Vangelo: l’impetuoso Giovanni non comprende come si possano cacciare i demoni nel nome di Gesù, senza appartenere al gruppo dei Dodici. E anche qui Gesù rassicura Giovanni, perché “chi non è contro di noi è per noi”. Lo Spirito soffia dove vuole: non monopolizziamo Dio ai nostri interessi. Noi abbiamo la Chiesa, i Sacramenti, la Parola di Dio, le nostre strutture religiose, siamo fortunati. Ma noi siamo poi davvero “miglioridegli altri che non godono di simili doni?  Non siamo gli unici a fare il bene nel mondo, anzi per fortuna molti ci superano, senza essere dei nostri! Dio è grande e generoso, e vuole bene a tutti, e nessuno può monopolizzare Dio, perché è libero nel concedere i suoi doni. Lo Spirito del Risorto non può essere l’esclusiva di nessuno. Le parole di Gesù nel Vangelo, ci esortano a scoprire il bene, dovunque si trovi. Non dobbiamo portare nelle cose della fede una sorta di campanilismo e di tifo. Gesù ci esorta a grande rispetto e tolleranza, e guardare con gioia e non con gelosia, a coloro che pur non essendo dei nostri, operano per una autentica promozione umana.

Lasciamo che lo Spirito di Dio impregni ed inondi le nostre anime, affinchè operiamo il bene e abbiamo la forza per camminare nella vita.

/ Ci sono dei crocifissi giansenisti con le braccia rigidamente tese verso l’alto, quasi a significare una salvezza ristretta, destinata a pochi, negando lo Spirito che chiama agli spazi immensi della carità. Che contrasto con le immagini di Cristo con le braccia aperte e distese, anche se inchiodate al legno, in un gesto di accoglienza che vorrebbe abbracciare il mondo intero!

E’ questo il modo autentico di essere cristiani: aprirsi alle dimensioni dell’umanità con l’amore.

2. Lo scandalo. L’altra parola che viene scandita nel Vangelo è “scandalo”. La parola scandalo, nel linguaggio biblico, ha due significati: quello di inciampo e quello di

a. “Inciampo” indica qualcosa che è causa di caduta, che porta fuori strada; nel linguaggio di Gesù, che conduce al peccato e alla

b. “Ostacolo” indica qualcosa che impedisce e sbarra l’accesso, un muro più che un sasso; nel linguaggio di Gesù, ciò che ostacola la venuta alla fede e l’entrata nel Regno di Dio.

Ora entrambi questi significati sono presenti nel brano evangelico: “scandalizzare uno di questi piccoli” significa creare inciampo, caduta, essere occasione di peccato e ostacolo a entrare nel Regno di Dio. E’ ciò che nella fede fa inciampare un fratello, ma anche ciò che può fare inciampare un uomo da se stesso.

/ Noi siamo stati abituati a mettere in rapporto lo scandalo, come causa di caduta, con i peccati contro il 6° comandamento. Certo è un fatto grave agli occhi di Gesù, perché esercita la sua forza devastante nel derubare della fede, i piccoli, i deboli e gli indifesi. Inoltre la gravità e la caduta spirituale è tale da suggerire a Gesù quell’immagine di una crudezza insolita sulla sua bocca: sarebbe meglio che tale persona venisse seppellita in fondo al mare con una mola al collo, anzicchè restare in vita e continuare a dare scandalo! Chi commette scandalo, in questo senso, prepara se stesso ad una condanna eterna senza ritorno. Pensate allo scandalo della pedofilia, con oggetto i bambini, e a tanti spettacoli televisivi, indecenti, schifosi e nauseanti: anche le pubblicità: parole volgari e grossolane vomitate da persone senza fede e senza scrupoli, in presenza dei piccoli. E che dire degli spettacoli su famiglie sfasciate e degradate da non meritare più il nome di “famiglia”?

/ C’è da tremare a vivere in una società come la nostra, che assiste divertita a tanti scandali, ridicolizzandoli. Sembra  che il mondo sia diventato come quel palazzo scatenato, in cui Salomè danza senza veli ed Erode decapita Giovanni Battista perché questi grida: Non ti è lecito!(Mc.6,18).

/ Non dimentichiamo inoltre l’altro scandalo, quello cioè che consiste nel porre impedimento alla fede, nello sbarrare la strada a chi vuole accogliere Cristo e il suo Regno.

E chi è colpevole di un simile scandalo? Proprio noi cristiani, con la nostra vita di fede tiepida, siamo ingiusti, spietati, incoerenti, creiamo ostacolo a chi è in cammino verso la fede e verso Cristo.

Al “guai al mondo per gli scandali”, va aggiunto: “Guai ai cattivi cristiani per lo scandalo”!

/ Le affermazioni di Gesù sulle tre parti del corpo umano: 1. “ La mano che scandalizza”: sono le azioni che facciamo. 2. “Il piede che scandalizza”: sono le strade sbagliate, le inclinazioni cattive che prendiamo. 3. “ L’occhio che scandalizza”, è la cattiva volontà che esercitiamo. Sono ricordate a modo di esempio, ed è chiaro che il discorso sul “tagliarli e cavarli”, non è da prendere in senso strettamente letterale! Certo il linguaggio è duro, ma per fortuna l’invito alla triplice mutilazione è metaforico;altrimenti avremmo una immensa assemblea di menomati: monchi, zoppi e guerci!.. Dobbiamo tagliare qualsiasi compromesso con il male, costi quel che costi. Del resto i martiri hanno testimoniato la loro fede anche in questo. Gesù vuol dire che davanti a qualcosa che ci può essere occasione di peccato grave, si deve essere disposti a rinunciare a tutto, anche alle cose e alle persone più care, anzicchè correre il rischio di perdere il bene sommo della salvezza eterna, davanti alla quale tutti i beni materiali sono un nulla! Quando ne va di mezzo la salvezza, non si può giocare con le tentazioni. Cristo è molto serio al riguardo. Chi non taglia corto con la tentazione, fin dall’inizio, si avventura su una strada pericolosa e senza uscita!

/ S. Agostino: “Non amare l’errore, ama l’uomo. L’uomo è da Dio, l’errore è dall’uomo. Ama ciò che Dio ha fatto, non ciò che ha fatto l’uomo. Se ami veramente l’uomo, lo correggi”.

/ Conc. Vat. II: “Gaudium et Spes”, n.43. / “Il distacco che si constata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana, va annoverato tra i più gravi errori del nostro tempo. Contro questo scandalo, già nell’AT. elevavano con veemenza i loro rimproveri, i Profeti(Is.58,1-12), e ancora di più Gesù Cristo stesso, nel NT. minacciava gravi pene”(Mt.23,3-23 / Mc.7,10-13).

/ Preghiamo il Signore e la Vergine santa ad aiutarci per non essere noi stessi occasione di scandalo.

 

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