XV Domenica del Tempo Ordinario

Pubblicato in Domenica Missionaria

“Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due”. Mc. 6,7-13

In questi mesi estivi, verrebbe spontaneo accostare l’invio in missione dei Dodici da parte di Gesù, all’esodo di tanti vacanzieri, chi al mare, chi ai monti, con lo zaino in spalle e i sandali ai piedi, o in macchina, o in treno.., alla ricerca di un equilibrio così difficile da trovare in città.

Ma la missione apostolica è qualcosa di ben diverso da un semplice ritorno alla pace della natura.

/ Notiamo nel Vangelo: “Gesù incominciò a mandare i discepoli”: è l’inizio della missione apostolica, l’invio del primo drappello di missionari che si è prolungato, senza soluzione di continuità, fino ai nostri giorni, e lo sarà fino alla fine del mondo. Finora era stato solo lui, Gesù, a predicare il Vangelo, i discepoli lo seguivano, ascoltavano, imparavano. Ora essi, “sono mandati”, diventano apostoli; da “ascoltatori”, incominciano ad essere “annunciatori”.

Il Vangelo di Marco si chiuderà con una scena che richiama il brano odierno del Vangelo: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”(Mc.16,15).

La piccola missione di ora “ai villaggi dei dintorni”, preannuncia la grande missione “fino ai confini della terra”, che è il tempo della Chiesa missionaria.

/ Gesù Cristo fu mandato da Dio Padre, Gesù allo stesso modo invia i discepoli, riempiti dello Spirito Santo. Così la Missione è ancorata al Padre, tramite il Figlio incarnato, e si svolge nello Spirito Santo. Tutta la SS. Trinità ne è coinvolta e ne è garante.

Ora Dio affida a ciascuno di noi una missione.

/ Contenuto della Missione: esso è fatto di due cose: di parole e di fatti.

  1. Le parole: nel testo di Marco, le parole si riducono a questa frase:

                     “Predicavano che la gente si convertisse”.

  1. I fatti: il posto più importante è assegnato ai fatti. Questi sono di due ordini:

              uno, dai comportamenti personali(coerenza tra l’annuncio e la vita dell'annunciatore);

               l’altro, da gesti profetici e pubblici compiuti sugli altri.

Ora tra i segni visibili del missionario, Gesù indica: la carità fraterna e la comunione.

  1. Gesù “incominciò a mandarli a due a due”. Gregorio Magno commenta: “Il Signore insegna non soltanto con le parole, ma anche con i gesti: in questo caso, il mandare i Dodici a due a due, altro non è che attribuire importanza al precetto della carità, la quale, per essere praticata, ha bisogno almeno di due soggetti. Perciò chi non ha la carità verso il prossimo non deve affatto assumere il compito di predicare il Vangelo”. Nel Vangelo di S. Giovanni(13,35), così dice il Signore: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Nulla nuoce tanto all’annuncio del Vangelo, a livello parrocchiale, diocesano, nazionale e di Chiesa universale, quanto lo spettacolo di disaccordo, di rivalità, di invidia, e gelosia tra gli annunciatori e i cristiani!
  2. Gesù li manda in povertà. Il linguaggio stringato e asciutto di Marco, conferisce un ordine preciso di non prendersi nulla per il viaggio. L’inviato deve riporre in Dio tutta la fiducia, sicuro che non gli mancherà mai il necessario. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”!(Mt.10,8). Il Vangelo non può essere annunciato con credibilità da chi fa sfoggio di mezzi troppo Andare in missione è abbandonarsi al Signore e non cercare solo nei mezzi umani il sostegno che dona successo alla missione. I mezzi umani non vanno disprezzati, sono solo strumenti e la loro efficacia rimane sempre condizionata dalle qualità del missionario, che deve riporre unicamente in Dio la propria fiducia. Il missionario di oggi, pur avendo maggior disponibilità di mezzi, è chiamato a testimoniare che questa disponibilità ha senso solo se è al servizio di Cristo, dei poveri e della evangelizzazione.
  3. Gesù li manda con un carico di socievolezza, raccomandando loro di confidare nell’ospitalità Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”(Mt.10,40).
  4. Gesù mandando i Dodici, li avverte che potranno anche essere non ricevuti e non ascoltati, perciò anche all’apostolo può essere riservato il rifiuto, la non accoglienza, come lo fu per Cristo stesso. In questo caso, la parola di Gesù è particolarmente severa: “scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi”, secondo l’usanza dell’israelita al momento di mettere piede sulla propria terra, ritornando da un paese pagano. Il gesto vuole anche dire, la fine di ogni rapporto con quel determinato territorio o con quella L’apostolo non impone nulla, ma propone un messaggio che appartiene ad un Altro, egli è solo ambasciatore di Cristo. Ciò che contraddistingue l’apostolo è la chiamata di Cristo, la missione che ha ricevuto. L’apostolo non parla in nome proprio, ma in nome di Cristo, e si lascia guidare dalla Parola di Dio e dalla missione ricevuta.

Il rifiuto può derivare dalla confusione nel modo di concepire Dio; preconcetti circa la religione e le sue espressioni liturgiche o culturali; l’insufficiente o l’errata informazione su determinate verità di fede; situazioni esistenziali al limite della moralità o contrarie ad essa; la presunzione di arrivare a Dio da soli, scavalcando la mediazione della Chiesa.. Il successo della missione non è per nulla garantito e l’accoglienza delle folle potrà essere modesta ed effimera, se non addirittura ostile.

Non importa: afferrati da Dio, scelti dal suo Figlio, i discepoli devono andare avanti e proclamare che il Regno di Dio è vicino. Il tempo dell’invio e della Chiesa non è assolutamente finito, anzi è la 25a ora in cui è urgente proclamare, diffondere e moltiplicare il Vangelo.

  1. Accanto ai comportamenti personali, la coerenza della vita, sono indicati pure dei gesti o fatti di potenza sugli altri: “Diede loro il potere sugli spiriti immondi…scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano”. Sono gesti di liberazione da malattie e da schiavitù. Oggi ci sono tanti idoli e feticci che rendono l’uomo un “posseduto” e uno schiavo. Spirito immondo può essere quello del consumismo che affligge tanta parte della nostra società e la rende schiava di mille bisogni falsi che non solo non appagano i suoi desideri, ma gliene creano altri. La parola liberatrice è quella di Gesù, che può esorcizzare tutti questi spiriti immondi..

/ Gesù fu cacciato dai suoi concittadini di Nazareth e perciò vuole allargare la sua nuova famiglia: la Chiesa, perché vuole che tutti siano salvi, perciò ha scelto e mandato gli apostoli, la Chiesa, i cristiani, io, tu, noi. Amos non era profeta, ma un pastore e raccoglitore di sicomori!

Tutti siamo in missione e mandati nel mondo per provocarne il cambiamento, la conversione, per purificarlo, ungerlo e guarirlo.

Relegare l’evangelizzazione solo al clero, escludendo i laici, è come organizzare una guerra nella quale combattono solo i comandanti e i generali, senza i soldati. Oppure organizzare una partita di calcio ove giocano solo gli allenatori e gli arbitri senza i giocatori!..

/ L’Eucaristia che stiamo celebrando è la presenza di Gesù tra noi che rinnova la missione e rinvigorisce il coraggio di chi deve annunciare o accogliere il Vangelo.

 

Ultima modifica il Martedì, 30 Giugno 2015 16:14
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