II domenica di Avvento. Anno C. Preparate la via del Signore

Pubblicato in Domenica Missionaria

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Bar 5,1-9;
Sal 125;
Fil 1,4-6.8-11;
Lc 3,1-6.

Se da una parte, nella prima Lettura, il profeta Baruc, rassicura il popolo d’Israele che Dio preparerà le vie, spianando ogni ostacolo e riscattando l’umiliazione dell’esilio, dall’altra parte, nel Vangelo odierno, Luca presenta la figura di Giovanni Battista che, riprendendo le parole del profeta Isaia, lancia un perentorio invito: “preparate la via del Signore…”. 

La seconda domenica dell’Avvento mette al centro la via o il cammino con un verbo impegnativo per ogni discepolo: preparare. Preparare la via del Signore: ma come?

Dio ricondurrà Israele con gioia

Agli ebrei deportati in Babilonia, che vivevano in una condizione di spietata umiliazione, il profeta Baruc annuncia un messaggio di speranza: “Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia” perciò invita il popolo ad abbandonare “la veste del lutto e dell’afflizione” per rivestirsi “dello splendore della gloria”. 

Si tratta dello splendore spirituale perché “questo splendore viene da Dio per sempre”. Il popolo deve prepararsi a fare un cammino di ritorno dalla schiavitù babilonese, questo cammino non è faticoso perché è Dio stesso che spiana la strada affinché Israele possa procedere al sicuro: le alte montagne vengono “spianate” e le valli sono “colmate” favorendo così il percorso verso il ristabilimento di una condizione primordiale perché “Dio ricondurrà Israele con gioia, alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui”. 

Dio prepara il cammino affinché il popolo ritorni nella propria terra in modo sicuro e felice, quale messaggio di fiducia e di speranza! Il compito del popolo è quello di sperare e domandare, cercare e attendere allargando il cuore per percorrere il cammino tracciato, spianato e colmato dal Signore. Le parole del profeta, parlando del ritorno da Babilonia, rimandano ad un ritorno a Dio ad una vera liberazione, quella portata all’umanità dal Messia.  Giovanni il Battista prepara la venuta invitando i suoi compaesani a lavorare anche alla preparazione: preparate la via del Signore. Dopo questa preparazione sarà possibile vedere la salvezza di Dio, l’umanità potrà rivestirsi dello splendore di gloria.

Preparate la via del Signore…

Dopo le parole rassicuranti e di speranza che Dio indirizza al suo popolo tramite il profeta Baruc, nel Vangelo, viene presentata la figura e la missione di Giovanni Battista, definendo in modo accurato la cornice storica della missione del profeta: nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, con la presenza di alcuni personaggi politici e storici: Ponzio Pilato, Erode, Filippo, Anna e Càifa. Luca vuole sottolineare che anche questo avvenimento della storia della salvezza come la missione profetica di Giovanni Battista ha dei testimoni molto concreti, pagani ed ebrei. Ma anche in questo avvenimento la Parola del Signore rimane sempre protagonista. Infatti, Luca afferma che “la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto”. 

La Parola di Dio è la protagonista della missione profetica di Giovanni, essa scende su di lui come un tempo scese su Geremia ed altri profeti. E’ la Parola di Dio che afferra il cuore di Giovanni e, da quel momento, cambia la sua vita facendolo uscire dal deserto e muovere radicalmente i suoi passi. Giovanni accoglie la Parola e a suo tempo la comunica al popolo, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati e annunciando l’arrivo imminente del Messia. Bisogna allora che ci sia una adeguata preparazione per ricevere il Messia: “preparate la via del Signore”, invita Giovanni.

Le due prime cose da fare sono introdotte da due imperativi che ci rimandano ai nostri impegni concreti: preparare la via del Signore e raddrizzare i suoi sentieri. Si tratta della nostra via e dei sentieri che noi, con la nostra vita, avremo tracciati e che Dio, per venirci incontro, dovrà percorrere.  Dio infatti, come ha ben detto il biblista Vanhoye, ci verrà incontro attraverso i sentieri che noi avremo tracciato, dunque sono anche i suoi sentieri, che devono essere dritti. Raddrizzare dunque questi sentieri è la correzione del nostro comportamento egoista e tortuoso: le vie tortuose devono diventare diritte e quelle impervie, devono essere spianate. 

Si tratta della conversione del cambiamento della nostra vita, per adeguarla alla volontà del Signore, affinchè le nostre vie siano anche le Sue. Per questo c’è bisogno di una vera metanoia: cioè una rivoluzione totale di mentalità che porti ad una trasformazione del modo di pensare e di agire... Per accogliere il Messia che sta per arrivare, è necessario un processo di conversione che conduca a riorganizzare la vita, dando vere priorità e valori. Solo nei cuori veramente trasformati il Messia troverà posto.

Infine, Giovanni presenta due virtù da vivere: la fiducia e l’umiltà. Per ricevere il Messia bisogna essere fiduciosi non solo della sua venuta ma anche della sua salvezza. Dobbiamo essere fiduciosi che tutte le nostre ferite, le difficoltà della vita, che ci impediscono di guarire, la mancanza di senso che lascia l’umanità vuota troveranno in Gesù la sua vera ragione di essere. Perciò bisogna anche essere umili, allontanando da noi l’orgoglio, la superbia, la presunzione e l’autosufficienza, in modo che Dio possa camminare verso di noi.

È impressionante come Luca usa i verbi: “sarà riempito” e “sarà abbassato”. Tutto per indicare che Dio riempirà la nostra vita e ridurrà il nostro orgoglio affinché ciascuno di noi possa vedere la Sua salvezza. È l’ultima riga del Vangelo quella su cui soffermarsi, per trarre forza, per il cammino: “Ogni uomo vedrà la salvezza”. Dio vuole tutti salvi e Cristo percorre la strada dell’amore per raggiungere l’umanità affinché tutti siano salvi.

Il discepolo missionario è, come ha ben puntualizzato Papa Francesco, un uomo di testimonianza come Giovanni il Battista. “La purezza del suo annuncio, il suo coraggio nel proclamare la verità riuscirono a risvegliare le attese e le speranze del Messia che erano da tempo assopite. Anche oggi, i discepoli di Gesù sono chiamati ad essere suoi umili ma coraggiosi testimoni per riaccendere la speranza, per far comprendere che, nonostante tutto, il regno di Dio continua a costruirsi giorno per giorno con la potenza dello Spirito Santo. Ognuno di noi pensi: “come posso io cambiare qualche cosa del mio atteggiamento, per preparare la via al Signore?”.

Anche durante l’Avvento mentre ci troviamo a combattere contro le grandi sfide quotidiane (guerre, ingiustizie, malattie, povertà) camminiamo, accanto ai pastori, verso Betlemme, verso la prima venuta di Cristo, verso la nostra salvezza.

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