Letture:
Is. 55,10-11;
Sal.64;
Rm.8,18-23;
Mt 13,1-23 - La parabola del seminatore.
Ingresso:
Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al mio risveglio mi sazierò della tua presenza.
Il significato spirituale di questa parabola è molto chiaro. Gesù è il seminatore, la Parola di Dio da Lui annunciata è la buona semente, e noi siamo il terreno che accoglie bene o male questa semente.
La Parola di Dio viene a noi:
- per mezzo dei sensi: udito, vista, tatto
- per mezzo degli avvenimenti quotidiani piacevoli o meno
- per mezzo delle buone ispirazioni che Dio ci manda
- per mezzo del buon esempio dei fratelli e sorelle
Il terreno può essere più o meno buono. La parabola ne presenta 4 tipi:
1. Sassoso, da cui gli uccelli portano via la semente;
2. Superficiale, in cui il seme germoglia, ma tosto inaridisce;
3. Coperto di rovi e spine che soffocano la piantina e impediscono il suo crescere
4. Il buon terreno in cui le piante crescono e portano frutto.
1. Anche noi rischiamo tante volte di essere come la strada. Con la nostra distrazione e la dissipazione noi non accogliamo la Parola di Dio e, per tale motivo, questa non riesce a produrre frutto in noi: il maligno ruba questa buona semente e ci lascia nella nostra pochezza. Per meglio dire, tante volte noi siamo sordi alla Parola di Dio, perché siamo distratti e presi dal frastuono di questo mondo.
Quando Dio parla, l'uomo deve ascoltare e fare suo l'atteggiamento di Samuele, il quale diceva: «Parla Signore, che il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,10).
L'ascolto deve essere il primo atteggiamento dell'uomo dinanzi a Dio. Ascoltare la Parola di Dio non significa solamente udirla passivamente, ma vuole dire meditarla nel cuore e metterla in pratica. In poche parole, la Parola di Dio deve scendere dalla mente nel nostro cuore, e poi deve passare dal cuore alla vita pratica di ogni giorno.
2. Seme caduto su terreno arido e sabbioso. Quanti cristiani iniziano con entusiasmo un cammino di preghiera, ma poi, non avendo radici in loro stessi, tornano indietro scoraggiati dalle difficoltà! Facile è iniziare, difficile perseverare. In questo caso, l'ascoltatore della Parola di Dio dimostra di essere animato solo dal sentimentalismo: finché tutto va bene costui dice di voler servire il Signore; ma, quando la strada si fa in salita, abbandona ogni impegno e torna alla vita di prima.
3. Parte del seme cadde invece sui rovi, i rovi crebbero e soffocarono il buon grano. Questo terreno spinoso simboleggia tutti quelli che ascoltano la Parola di Dio, ma poi sono presi «dalle preoccupazioni del mondo e dalle seduzioni della ricchezza» (Mt 13,22). Queste spine impediscono al cristiano di produrre gli auspicati frutti di santità.
Le ricchezze di questo mondo spesso rischiano di compromettere la nostra Vita eterna. Dobbiamo usare di questi beni senza farci dominare da essi, pensando che l'autentica ricchezza, la sola che porteremo in Paradiso, è l'amor di Dio.
4. Saremo anche noi buon terreno, che produce il cento per uno, se ascolteremo docilmente la Parola di Dio, liberando la nostra mente e il nostro cuore dalle pietre della nostra incostanza e dalle spine delle preoccupazioni mondane. Se accolto in buon terreno il seme darà frutto di salvezza eterna. Noi dobbiamo assicurarci che la Parola di Dio operi in noi abbondanti frutti di santità.
Dio, come buon agricoltore, ci dà ogni giorno occasioni di dissodare il terreno del nostro cuore perché diventi recettivo della Parola e produca frutto il cento per cento.
Però dissodare vuole dire togliere le pietre, capovolgere la sabbia, estirpare i rovi e le cattive erbe, questo richiede fatica e sofferenza, ma è l’unico modo di rendere il terreno del nostro cuore fertile.
- Dio, nella sua paterna bontà, pensa Lui a zappare il nostro cuore per renderlo terreno fertile e buono: ogni giorno, quasi ogni momento della nostra vita terrena, ci manda contrattempi, incomprensioni, rimproveri, avvenimenti inaspettati, parole ed atteggiamenti amari da parte degli amici o conoscenti … Sono tutti colpi di zappa sul nostro cuore che piano piano lo rendono terreno buono. Lasciamo che Dio lo faccia… anzi ringraziamolo e preghiamolo di non cessare fino a quando il cuore sarà solo più terreno buono.
- La prima parte della Missione della Chiesa è rendere i cuori dei battezzati terreno buono e fertile che non solo accoglie la Parola, ma la fa fruttificare il cento per uno.