Domenica di Pasqua - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Notte – (7 letture):
Ez 36,16-28;
Sal.117;
Rm 6,3-11;
Mt 28,1-10 “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea”.

 

Canto al Vangelo: Alleluia – alleluia – alleluia
Celebrate il Signore, perché è buono;
eterna è la sua misericordia.
La destra del Signore si è alzata … ha fatto meraviglie.

 

Nota liturgica:

Durante il Tempo Pasquale, la Chiesa si unisce con gioia attraverso la recita del Regina Coeli (Regina del Cielo) alla Madre di Dio per la resurrezione di Suo Figlio Gesù Cristo, evento che rappresenta il più grande mistero della fede cattolica.

La preghiera dell’antifona del Regina Caeli è stata stabilita da Papa Benedetto XIV nel 1742, e durante il Tempo Pasquale, dalla celebrazione della resurrezione fino al giorno di Pentecoste, sostituisce la preghiera dell’Angelus, la cui meditazione centrale è il mistero dell’Incarnazione.

Come l’Angelus, il Regina Caeli viene recitato tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, come modo per consacrare la giornata a Dio e alla Vergine Maria.

Non si conosce l’autore di questa composizione liturgica risalente al XII secolo e che i frati minori francescani hanno ripetuto dopo la compieta nella prima metà del secolo seguente, rendendola popolare e diffondendola in tutto il mondo cristiano.

 

La risurrezione di Gesù è un "fatto" avvenuto presumibilmente nella notte tra l'8 e il 9 aprile dell'anno 30, e reso pubblico a partire dall'alba del "terzo giorno".

Un fatto sorprendente e assolutamente inatteso: le testimonianze a nostra disposizione concordano nel rilevare che i discepoli di Cristo hanno faticato non poco ad accettarlo, poi lo hanno creduto.

L'avventura cristiana comincia con l'annuncio di un avvenimento "incredibile": Gesù di Nazaret, il crocifisso, morto dissanguato sul Golgota, è risorto e vive e vivrà per sempre. Ecco il cuore del cristianesimo, ecco la prima formula di fede. Questo è il minuscolo "seme" di tutta la prodigiosa fioritura che avrebbe riempito di sé i secoli futuri.

All'annuncio della resurrezione, infatti, fa subito eco la parola del Signore alle donne: "Rallegratevi!". Chi crede, gioisce, perché la speranza prende il posto della disperazione, la vita sopravanza la morte, il bene che perdona è più forte del male.

È Pasqua! Gesù è risorto! Gesù vive! Come possiamo trascinarci dietro, anno dopo anno, rancori mai finiti, mezzi perdoni mai digeriti? Abbiamo una buona notizia da annunciare al mondo: Cristo è vivo! Dobbiamo portare questo annuncio che rende giustizia a tutti i poveri della terra e asciuga tutte le lacrime versate nel mondo. Anche il cielo è in festa in questo terzo giorno di risurrezione.

La Risurrezione è il fondamento della nostra fede e della nostra speranza.

Mentre le donne corrono dai discepoli per annunziare il Vangelo di Pasqua, Gesù si fa loro incontro, le saluta e infonde in loro il coraggio della risurrezione.

Gesù vivo si fa incontro anche a noi ogni giorno, ogni domenica nell’Eucaristia. Vivere da risorti significa ricondurre alla speranza tutto ciò che noi viviamo, il lavoro e il tempo, le relazioni e le persone. Il perdono, domandato e offerto, l'amore che vince il male con un bene più grande, il dono gratuito di noi stessi, la presenza solidale accanto ai giovani, alle famiglie, ai malati e a quelli che sono soli.

Padre David Maria Turoldo così cantava "Per il mattino di Pasqua": "Andrò nel bosco questa notte e abbraccerò gli alberi e starò in ascolto dell'usignolo. E poi passerò sulle porte di tutti i miei fratelli e dirò a ogni casa: "pace!" e poi cospargerò la terra e le case d'acqua benedetta e dirò a tutti: “ogni domenica mi vestirò di luce".

Gesù risorto, vivo deve essere apparso alla Madonna, la Madre sua: l’incontro è un mistero così grande che nessun poeta riuscì a descrivere e nessun pittore a raffigurare. Questo mistero lo possiamo racchiudere nel nostro cuore quando riceviamo la Comunione di Pasqua: è Gesù, risorto, vivo che ci incontra.

La Madonna che è Corredentrice ha partecipato all’Incarnazione con il suo “Sì”, alla predicazione e miracoli di Gesù, accompagnandolo con le altre donne, alla morte in croce (la Madre morì nel cuore mentre il Figlio morì nel corpo), quindi deve aver partecipato anche alla Risurrezione di Gesù per rendere la sua Corredenzione completa.(Così si esprime S. Giovanni Paolo II). Anche se noi non sappiamo come e in quale modo e i Vangeli non ce lo dicono. La fede però ci fa intuire che il piano di Redenzione di Dio ha cominciato con il “si” della Madonna a Nazaret e non può terminare che con un altro “si” di Lei alla Risurrezione di Gesù.

 

Giorno:
At 10,34-43;
Sal. 117;
1Cor.5,6-8;
Gv.20,1-9; “Uscì allora Simon Pietro, insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro”.

 

Canto al Vangelo: Alleluia – alleluia – alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è immolato:
facciamo festa nel Signore.

 

Chiediamoci ora ancora una volta, in modo riassuntivo, di quale genere sia stato l'incontro con il Signore risorto. Sono importanti le seguenti distinzioni:

- Gesù non è uno che sia ritornato nella nor­male vita biologica e che poi, secondo le leg­gi della biologia, debba un giorno nuova­mente morire. Rivitalizzazione.

- Gesù non è un fantasma (uno « spirito »). Ciò significa: non è uno che appartiene al mondo degli spiriti; infatti è toccato dagli Apostoli.

- Gli incontri con il Risorto non sono esperienze mistiche, in cui lo spirito umano viene per un momento sollevato al di sopra di se stesso e percepisce il mondo del divino e dell'eterno, per poi ri­tornare nell'orizzonte normale della sua esi­stenza. Ma non è un in­contro con una persona che dall'esterno si avvicina a me come il Risorto ha fatto con gli Apostoli.

La Pasqua è l’esplosione del Dio nascosto in Gesù.

Forse ci aiuta a capire la Risurrezione il paragone-contrasto con la nascita di Gesù:

Il Verbo, seconda persona della SS. Trinità, diventando uomo, assumendo la natura umana per ipostasi, nel grembo di Maria Vergine, è Dio che si fa così piccolo da entrare nella creazione, assumendone le qualità, la caducità, il tempo, il logoramento e la morte. Infatti il concepimento per opera dello Spirito Santo è l’entrata di Dio nel tempo: noi lo chiamiamo Gesù, il quale nasce a Betlemme, cresce e si sviluppa a Nazaret, predica per tre anni in Palestina, muore sulla croce e viene deposto nel sepolcro, dove rimane fino al terzo giorno.

Dio onnipotente , infinito, immenso, si è fatto così piccolo da nascondersi nella natura umana: infatti in Gesù la divinità non era visibile. S. Paolo dice: “Spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo, divenendo simile agli uomini … assumendo la condizione umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.

Nella risurrezione il Verbo che era nascosto nella natura umana che giaceva che giaceva morta nel sepolcro, ESPLODE, diventa di nuovo immenso, facendo esplodere, la caducità, il tempo, il logoramento e la morte.  Come una gemma che nasconde tutta la linfa della pianta, esplode in un fiore. Così che le qualità delle cose create, vengono distrutte nella loro caducità e vengono fatte fiorire nell’eternità beata. S. Paolo dice: “Tutta la natura soffre le doglie del parto, aspettando la redenzione”.

La gioia di Pasqua è Dio che si è nascosto in Gesù nella natura umana e l’ha fatta esplodere a vita divina, eterna di pace e beatitudine in cielo.

Proviamo ad immaginare la gioia che inondò il Cuore della Vergine Madre di Gesù all’annuncio, e per lei alla percezione della risurrezione di Gesù suo Figlio.

 Lasciamo che quella gioia entri anche nel nostro cuore e lo inondi di spirituale felicità; abbracciamo il Cristo risorto che fra poco riceveremo nella Comunione, e lasciamoci abbracciare da Lui. Quanto sublime deve essere stato l’abbraccio fra Gesù Risorto e sua Madre Maria la mattina luminosa della risurrezione!

BUONA PASQUA A TUTTI.

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