Letture:
Ez 37,12-14;
Sal.129;
Rm 8,8-11;
Gv 11,1-45 “La risurrezione di Lazzaro”.
Ingresso:
Fammi giustizia, o Dio,
e difendi la mia causa contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa.
Nel racconto colpisce un particolare: la compassione di Gesù per la morte di Lazzaro, e per il dolore delle due sorelle, Marta e Maria. "Gesù […] si commosse profondamente" (Gv 11,33) e "scoppiò in pianto" (Gv 11,35).
Il Cuore di Gesù è sempre sensibile alle nostre afflizioni, anche e soprattutto quando ci sembra di essere dimenticati. Pur avendo appreso della malattia di Lazzaro, Gesù rimase ancora per due giorni nel luogo dove si trovava. Quando infine arrivò a Betània, Marta non nascose il suo dolore per quell'assenza e disse: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!" (Gv 11,21). In un certo senso, Marta si sentiva abbandonata proprio nel momento del bisogno.
Anche noi tante volte ci lamentiamo, ci sentiamo soli nel nostro dolore e non ci accorgiamo che proprio in quel momento Gesù soffre con noi e ci porta ancora di più nel suo Cuore, come ha fatto con Lazzaro, Marta e Maria. Il Signore permise quella sofferenza affinché, per mezzo di essa, Dio venisse glorificato (cf Gv 11,4). Il Signore aspettò il quarto giorno per far risaltare ancora di più il miracolo da Lui operato. "Commosso profondamente" (Gv 11,38), fece rimuovere la pietra e gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!" (Gv 11,43). Lazzaro ritornò in vita e, a quella vista, molti credettero nel Messia.
Pensiamo alla vita che Dio ci dà in questo mondo.
Vivere è entrare in un crescendo di vita e ogni giorno vivere un poco di più fino ad arrivare alla risurrezione, entrata alla vita senza fine. Nel Vangelo troviamo sempre molta tristezza di fronte alla morte corporale: il cuore di Gesù si commuove. Comprendiamo però che è molto peggio quando uno muore nell’anima, nella volontà, nella speranza. Che triste sentire dire: non posso vivere perché sono solo, perché sono ammalato, nessuno mi vuole bene, nessuno ha bisogno di me, non ho appoggio.
Dal Vangelo si capisce un’altra ragione. Tutte le volte che si parla di morte la risposta include la parola ‘’fede’’. Nel Vangelo oggi la parola ‘’fede’’ si ripete sette volte. Vuol dire che dovremmo aggiungere un’altra ragione e dire: non posso vivere perché non ho più fede.
Esiste un linguaggio diverso in Dio, se lo impariamo avremo la possibilità di organizzare meglio la nostra esistenza terrena. Marta parla di morte e Gesù parla di fede. Marta parla di morte che duole, di un amico potente capace di fare miracoli straordinari ma lontano che non arriva. E questo apre ferite. Per Marta sono parole finali: è andata così e non c’è rimedio. Per Gesù l’ultima parola è “risurrezione’’ perché la prima parola è fede.
Questo miracolo preannunzia la Morte e Risurrezione di Gesù.
Di lì a poco, Gesù doveva morire per noi sulla croce, per poi risorgere glorioso. Tuttavia, c'è una grande differenza fra le due risurrezioni. Lazzaro tornò in vita, per poi morire di nuovo alcuni anni dopo; Gesù invece risorse glorioso, dischiudendo a noi le porte della Vita eterna. Il miracolo operato dal Signore preannunzia anche la nostra risurrezione che avverrà alla fine dei tempi. La fede ci assicura che il nostro corpo non rimarrà nella tomba, risorgerà per riunirsi all'anima e vivrà eternamente. Anche a noi, Gesù griderà "vieni fuori!" (Gv 11,43). A quelle parole divine il nostro corpo risorgerà per non morire più e, se l'anima sarà in Paradiso, risorgerà glorioso, come quello del Signore.
Il miracolo della risurrezione di Lazzaro simboleggia anche la risurrezione spirituale di ciascuno di noi, dalla morte del peccato alla vita soprannaturale. Questo dono lo abbiamo ricevuto con il santo Battesimo. Possiamo rinnovarlo con il pentimento e il sacramento della Penitenza.
Per questo motivo, il Vangelo delle ultime tre domeniche di Quaresima parla: dell’acqua della Samaritana al pozzo di Sicar; del cieco nato, il Battesimo luce che illumina la vita; e della risurrezione di Lazzaro, ci invita a riflettere sul Battesimo come il Sacramento che ci introduce nella vita che crescerà fino a diventare eterna e immortale in Paradiso.
Ricordiamo che la preghiera quotidiana è un grande mezzo per accrescere la nostra fede ricevuta nel battesimo. La Madonna è “Virgo fidelis” = la Vergine piena di fede. Chiediamo a lei di saper usare le difficoltà giornalieri per crescere nella nostra fede.