Natale del Signore - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Notte:
Is. 1.3,5-6;
Sal. 95;
Tt. 2,11-14;
Lc. 2,1-14; -“Io sono la luce del mondo”

 

Ingresso:
Il Signore mi ha detto:
«Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato».

 

Le tre letture di questa Messa ci presentano la LUCE: ora la luce è sconfitta dalla tenebra: se non c’è tenebra non c’è luce e viceversa, se non c’è luce non c’è tenebra.

Isaia (prima lettura):  “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce” – “a coloro che abitavano in una terra tenebrosa una luce rifulse”.

S. Paolo a Tito (seconda lettura): “Nell’attesa della manifestazione della gloria del nostro Dio”

S. Luca (terza lettura): “Maria diede alla luce il suo Figlio primogenito, lo avvolse in fasce (tenebre), e lo depose in una mangiatoia (pane da mangiare)” – “Un angelo apparve ai pastori e la gloria del Signore li avvolse di luce”.

Gesù parlerà molto della luce, specie nel discorso della montagna (Matt. 5 - 8):

 - “Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

- Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce.

- Se i tuoi occhi sono buoni, tu sarai totalmente nella luce, ma se i tuoi occhi sono cattivi, tu sarai totalmente nelle tenebre. Se dunque la tua luce è tenebra, come sarà nera quella tenebra!

- Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.

- Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

- Dice S. Agostino: “È scritto infatti che Dio è luce (1Gv 1,5), non la luce che vedono i nostri occhi, ma quella che vede il cuore, che nella fede cerca la Verità”.

Beata Chiara Badano:

Savona, 29 ottobre 1971 –  7 ottobre 1990. Studentessa vivace e sportiva. Entra nel movimento Focolarini. Dopo una partita a tennis sente il primo segno del male che la porterà alla tomba. Il tempo passa inesorabile: la fine si avvicina; Chiara ne è consapevole e dice: “La medicina ha deposto le armi, ora solo Dio può”. Nel frattempo Chiara Lubich, la Fondatrice dei Focolarini, le assegna il “nome nuovo” di Luce: “Perché nei tuoi occhi vedo la luce dello Spirito Santo”; e per tutti diventa “Chiara Luce”. E muore appena prima dei 19 anni aggiungendo: “Se ora mi chiedessero di tornare a camminare direi di no perché così sono più vicina a Gesù”.

Fu beatificata il 25 settembre 2010 presso il Santuario del Divino Amore in Roma.

Riflettiamo.

Solo Gesù, nel mistero dell’Incarnazione, è la luce del mondo:

- L’intelligenza umana diventa tenebra di fronte alla luce di Dio e l’uomo deve piegare la sua fronte davanti al mistero: “un Dio onnipotente in forma di un tenero Bambino inerme”.

- Il nostro orgoglio è tenebra che il demonio usa per ingannarci, facendoci pensare che disobbedendo a Dio possiamo diventare grandi.

- Le ricchezze di questo mondo sono tenebra che offuscano la vista della nostra anima: “Va, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri; poi vieni e seguimi”.

- La potenza e il prestigio personale sfumano come nebbia al sole: “Fu vera gloria” chiede il Manzoni nella sua poesia “5 maggio”, “ai posteri l’ardua sentenza”. “Ei fu”.

- L’unica luce, l’unica ricchezza, l’unico successo è Gesù nel mistero del Natale.

Noi battezzati finché viviamo in questo mondo la nostra vita mortale, dobbiamo lottare per diventare sempre più luce di Dio nella fede, speranza e carità e splendere in un mondo tenebroso di peccato fino quando arriveremo alla luce eterna in Dio.

Maria SS. è la Stella del Natale.

 

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Aurora:
Is. 62,11-12;
Sal. 96;
Tt. 3,4-7;
Lc. 2,15-20; “Andiamo a Betlemme a vedere….”

 

Canto al Vangelo:
Alleluia, alleluia.
Gloria a Dio nel più alto dei cieli
E pace in terra agli uomini che egli ama.

 

I pastori vanno ad incontrare Gesù e rimangono conquisi, stupefatti e meravigliati di fronte a quel mistero  di salvezza, che coinvolge Giuseppe, Maria e Gesù. I pastori sono incontrati da Gesù, per cui fanno tutto ciò che Gesù chiede loro e lo fanno per amore.

Noi incontriamo Gesù + Gesù incontra noi + noi dobbiamo desiderare di essere incontrati da Gesù, cioè dobbiamo innamorarci di Gesù, cos’ da fare tutto quello che Egli ci chiede.

Noi spesso vogliamo incontrare Gesù perché vogliamo dirgli come deve operare la salvezza: spesso noi preghiamo: “Dammi di riuscire in questo affare; di avere una buona salute, di essere amico di tutti, di pregare bene, di essere una buona mamma o un buon papà, un buon studente, di raggiungere una buona posizione di lavoro …”

Ma non ci accorgiamo che spesso non siamo incontrati da Gesù, perché siamo chiusi a Lui e al suo Vangelo.

Allora dobbiamo preparaci a lasciarci incontrare, desiderare di essere incontrati da Lui: Lui venendo a noi, entrando nel nostro cuore ci chiede di fare quello che vuole lui. La sua dottrina la sappiamo intellettualmente ma spesso non l’applichiamo alla nostra vita pratica.

Lui ci chiede la povertà , ma noi vogliamo la ricchezza; il silenzio, ma noi amiamo il baccano; Lui vuole la carità e noi amiamo fare bella figura davanti agli altri; Lui ama il lavoro pesante e poco redditizio, mentre noi non vogliamo lavorare e se lo facciamo desideriamo un salario superiore a ciò che produciamo; Lui ama la sofferenza che è il mezzo di distaccare il nostro cuore dalle cose terrene … Lui ama tutti i fratelli e più sono miserabili e più li predilige, mentre noi preferiamo stare con gli amici che ci piacciono e i miserabili li lasciamo da parte.

Se desideriamo di essere incontrati da Gesù, allora dobbiamo “Innamorarci di Lui”, in modo che viva solo più Lui in noi. Come S. Francesco d’Assisi: il suo cuore era solo più per Gesù; S. Paolo che dice “Non vivo più io, Gesù vive in me”; S. Alfonso che medita in estasi la dolcezza del nome “Gesù”, e dice: “Se trovassi una sola fibra del mio cuore che non è per Gesù, la strapperei subito”.

Questa tensione verso Gesù crea in noi una crescita di vita spirituale che sale sui gradini del quotidiano, pur con tutta la sua monotonia e sofferenza e ci fa fare un grande cammino spirituale.

Il mezzo più adatto per lasciare che Gesù ci incontri, per innamorarci di Lui, con una tensione dolce ma robusta quotidiana, è la preghiera. S. Alfonso dice: “Chi prega si salva, chi non prega rischia molto di perdersi”. La preghiera per la vita spirituale è come il battito del cuore per la vita fisica: non si può tralasciare un battito, si rischia di morire; così non si può tralasciare una preghiera, si rischia di morire spiritualmente. Come non si può fermare il respiro, se no ci si soffoca, cos’ non si può tralasciare la preghiera, se no l’anima muore soffocata.

Quando la preghiera ci ha portati ad essere “innamorati” di Gesù, allora tutto quello che il Vangelo, la sua Parola, ci chiede diventa facile e riempie il nostro cuore recando felicità e gioia. S. Francesco dice: “Quando mi convertii al Signore mio, provai una gioia così intensa, così piena che cominciai a correre cantando e urlando la mia lode al Signore”, tanto che gli abitanti di Assisi lo considerarono impazzito.

Ma quella gioia divenne la calamita che attirò tanti seguaci…. Pazzi come lui di gioia santa per essere stati incontrati da Cristo, e Francesco come segno della sua totalità a Cristo riceve le stimmate delle cinque piaghe.

 

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Giorno:
Is. 52,7-10;
Sal. 97;
Eb. 1,1-6;
Gv. 1,1-18; “E il Verbo si fece carne”

 

Comunione:
Tutti
i popoli hanno veduto la salvezza del nostro Dio.

 

“In Principio era il Verbo e il Verbo era Dio… tutto è stato fatto per mezzo di Lui … venne tra i suoi che erano tenebre ed essi non lo vollero … quelli che lo accolsero diventarono figli di Dio”

Creazione: Tutto è creato da Dio che ha pronunciato una solo Parola, il Verbo. Noi contempliamo l’immensità e la bellezza del creato… Nel macrocosmo gli astronomi scoprono sempre nuove stelle più grandi del sistema solare. Nel microcosmo gli scienziati scoprono sempre nuove forze, nuove energie che portano a sviluppo portentosi: gli ultimi sono l’atomo con tutte le sue energie di progresso e di distruzione e il computer con tutte le sue applicazioni.

Inoltre, Dio crea l’anima di ogni uomo continuamente. Questa creazione continua e continuerà fino alla fine dei secoli. Il capolavoro di questa creazione è l’Anima di Cristo e poi l’Anima di sua Madre purissima, Maria, le anime di tutti i santi.

Quanto Amore Dio ha dimostrato nella creazione!

Redenzione: tutto è redento da Gesù. Comincia così la nuova vita di Grazia che ci rende figli di Dio e ci dà la possibilità di meritare per il Paradiso. La redenzione ci porta ad essere “nuove creature”. Ha luogo nell’anima di ogni uomo, ma coinvolge anche il corpo, perché l’uomo è una unità di anima e di corpo. Infatti, l’anima compie opere buone per mezzo del corpo e merita la vita eterna, ma compie opere cattive, pecca, con il corpo e merita il castigo eterno.

La redenzione è un’opera dell’Amore di Dio, molto più grande della creazione, molto più sublime, spirituale, pur avendo un risvolto materiale.

Il Verbo, creatore di tutte le cose, per operare la redenzione si è fatto “carne”, uomo. Come uomo visse in Palestina, ci ho insegnato la sua dottrina confermandola con miracoli portentosi, ha sofferto per la colpa dei nostri progenitori, ha voluto morire come noi, ma poi è risorto ed è salito al cielo.

Perché noi potessimo percorrere la strada che la sua dottrina ci indica, ci ha lasciato la Chiesa in cui troviamo la Guida e i Sacramenti. La guida per non smarrire la strada e i Sacramenti per attingere la forza richiesta per camminare.

La redenzione operata da Gesù cesserà solo alla fine dei tempi quando tutti gli uomini e tutti gli esseri saranno assorbiti in Dio e Gesù consegnerà il suo regno all’Eterno Padre. Secondo della loro condotto durante la vita terrena, gli uomini avranno felicità eterna o pena eterna.

Paradiso: il più grande desiderio dell’anima dei credenti. L’anima diventerà come una goccia del grande oceano di Amore che è Dio e rimarrà per tutta lì eternità a godere quell’Amore di Dio che non ha compreso, ma in cui ha creduto.

S. Paolo dice: “Nessuno può immaginare quale eredità Dio ha riservato ai suoi eletti”.

Lo aveva intuito S. Filippo Neri, quando buttando il cappello cardinalizio (il Papa voleva farlo Cardinale) per aria esclamava: “Brutta terra bel Paradiso”.

Lo aveva intuito S. Francesco che chiese di morire su una stuoia adagiata alla terra, coperto del solo saio francescano così che nulla potesse legarlo alla terra, ed essere libero per il Paradiso.

Lo intuì S. Teresa di Gesù a cui Dio concessa la visione intellettuale della SS. Trinità, il vero Paradiso degli eletti.

Noi siamo nella seconda fase, che deve prepararci alla terza: non lasciamoci rendere schiavi dalle cose terrene, anche se buone, ma preghiamo di avere sempre una grande tensione, che è amore, alle cose del paradiso. Ci aiuti la Madonna, la Madre del Salvatore e Madre nostra.

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