I Domenica - Avvento - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Letture:
Is 2,1-5;
Sal.24;
Rm 13,11-14;
Mt 24,37-44 “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”.

 

Ingresso:
A te, Signore, elevo l’anima mia,
Dio mio in te confido: che io non sia confuso
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resta confuso.

 

INTRODUZIONE: Letture bibliche nell’Anno Liturgico:

A livello di letture bibliche gli anni liturgici sono in realtà tre nel ciclo festivo (A, B, C) e due nel ciclo feriale (I e II, ovvero dispari e pari), in maniera che i fedeli possano attingere più abbondantemente al patrimonio scritturale biblico. Nell'insieme degli Anni Liturgici vengo letti tutti i brani più importanti della Sacra Scrittura secondo uno schema organico e ben determinato.

Nell' "anno A" viene letto il Vangelo secondo Matteo, nell'"Anno B" quello secondo Marco, nell'"Anno C" quello secondo Luca. San Giovanni si legge nel Lezionario festivo dell' "Anno B" durante l'estate, con il cap. 6, e in quello dell'"Anno A" delle domeniche terza, quarta e quinta di Quaresima, dove si leggono le tre pericopi più marcatamente battesimali: la Pericope della Samaritana, il cieco nato, la risurrezione di Lazzaro.

Nel ciclo feriale la lettura evangelica è la stessa tutti gli anni, mentre varia la prima lettura, tratta normalmente dall'Antico Testamento, e dagli Atti degli Apostoli nel Tempo Pasquale.

 

Oggi comincia il tempo dell'Avvento: il Nuovo Anno Liturgico del ciclo “A”.
L'Avvento, il tempo che ci manda in missione a preparare la celebrazione del Natale. L'Avvento deve quindi essere un tempo di silenzio e di attesa, di più intensa preghiera e di più generosa carità fraterna, specie verso i più poveri a cui annunciamo l’arrivo del Salvatore.

Le letture di questa prima domenica d'Avvento ci danno delle preziose indicazioni di come trascorrere le quattro settimane che ci separano dal Natale in attività a beneficio nostro e dei fratelli.

La prima lettura ci dice: «Venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5). Camminare nella luce del Signore significa uscire dalle tenebre del peccato. Con la prima domenica d'Avvento inizia un nuovo Anno liturgico e deve anche iniziare una vita nuova per noi: si deve rafforzare l'impegno di camminare sempre nella luce di Dio, rinunciando al peccato e a tutte le opere del maligno.
Nella seconda lettura, san Paolo apostolo ci indica il nostro impegno: «è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti» (Rm 13,11). Ben a ragione, san Paolo ci esorta a svegliarci, per il fatto che siamo addormentati: siamo cristiani ma non viviamo da cristiani.

Subito dopo, egli così ci esorta: «La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Rm 13,12). Cosa sono le opere delle tenebre? Sono i peccati, per i quali noi ci allontaniamo sempre di più dalla luce divina.
Quante sono le opere delle tenebre ai nostri giorni! Pensiamo all'aborto, al divorzio, alla contraccezione, al disprezzo della vita fin dal suo concepimento, alle tante impurità con cui ci degradiamo sempre più; pensiamo alle violenze, all'odio e alle molte disonestà nell'ambito della vita civile. Davvero, mai come in questo tempo stiamo brancolando nel buio.

Enrico Medi, celebre scienziato morto pochi decenni fa e di cui è in corso la causa di beatificazione, diceva che questa nostra epoca sarà ricordata nella storia come la più barbara che ci sia mai stata.
Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo svegliarci, ovvero convertirci, per mezzo della Confessione, domandando perdono dei nostri peccati, e vigilare, rimanere svegli per non cadervi più.

Terza lettura: Gesù lo dice chiaramente: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (Mt 24,42). Vegliare significa perseverare nella Grazia di Dio, in modo da essere trovati pronti quando il Signore verrà.

Il Signore è venuto una prima volta duemila anni fa; verrà poi alla fine dei tempi nella gloria della sua divinità; ma, tra queste due venute, vi è una terza venuta che avverrà per ciascuno di noi: questa venuta ci sarà al termine della nostra vita. Non sappiamo quando sarà il momento della resa dei conti. Gesù ci esorta alla vigilanza e, per farci comprendere meglio, adopera il paragone del ladro che giunge all'improvviso: «Se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa» (Mt 24,43). Per questo motivo dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita e il primo della nostra conversione.

Seguendo l'insegnamento di san Bernardo, si può parlare di una quarta venuta che avviene nel silenzio e nell'ineffabile dolcezza della contemplazione. Si tratta della venuta di cui parla Gesù nel Vangelo: «Se uno mi ama conserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Anche noi potremo gustare la dolcezza di questa venuta di Dio nel nostro cuore se riusciremo a dedicare il dovuto tempo alla preghiera, una preghiera fatta con il cuore e con tutta l'attenzione della nostra mente.

Il Tempo d'Avvento è il tempo propizio per fare più silenzio e per dedicarci a questa preghiera interiore: amare e ricercare il silenzio, perché nel silenzio si trova Dio!

La Vergine Maria Immacolata ci aiuti a meditare nel nostro cuore la Parola di Gesù e trovare così l'ineffabile presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che dimorano nel nostro cuore.

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