XXVII Domenica - T. O. - Anno C

Pubblicato in Domenica Missionaria

Letture:
Ab.1,2-3.2,2-4;
Sal.94;
2Tm.1,6-8.13-14;
Lc.17,5-10  - “Signore, aumenta la nostra fede!” .

Comunione:
Il Signore è buono con chi spera in lui,
con l’anima che lo cerca.

La fede l’abbiamo ricevuta nel Battesimo con Speranza e Carità (le tre virtù teologali) in forma di seme che deve essere fatto germogliare, crescere e produrre frutti.

Lo possiamo fare crescere e sviluppare in tre modi:

1. Con la nostra libera volontà che ci porta a compiere atti di fede piegando la nostra intelligenza ad ammettere la superiorità di Dio: “Come i cieli sovrastano la terra, così la mia Parola”.

2. Con l’assidua supplica a Dio di fare crescere e sviluppare la nostra fede con preghiere, e con i Sacramenti, specie l’Eucaristia.

3. Accettando come dono di Dio gli avvenimenti temporali della nostra vita terrena: imprevisti, calamità, malvagità e anche le guerre. Le piante crescono con il sole che le brucia, il vento che le scassina e la pioggia che la inzuppa, la siccità che le soffoca.

Questa domenica la Parola di Dio ci invita a riflettere sulla fede.

La storia della fede comincia con Abramo, che ha risposto prontamente alla chiamata di Dio che sconvolgeva i suoi piani, disposto a dare tutto a Lui, anche a sacrificare il suo unico figlio.

I Profeti, durante tutta la storia del popolo di Dio, sono stati gli araldi della fede nel Dio di Abramo.

Per un cristiano, aver fede, vuol dire dare credito a Dio, aderire alla sua volontà come Gesù Cristo. La fede in Gesù ha veramente “vinto il mondo!”.

Ha vinto il mondo giudaico che si gloriava della sua Legge; ha vinto il mondo greco che si gloriava della sua sapienza; ha vinto il mondo romano che si credeva invincibile nella sua potenza; ha vinto tutto questo nel modo più puro, con il martirio. E non è una cosa facile, specie ai nostri giorni, aver una fede che continuerà a vincere fino al martirio.

Lo sperimentarono già gli Apostoli, che pur vivevano con Cristo, tanto da pregarlo: “Aumenta la nostra fede”.

E noi? Non si tratta di aumentare la fede in senso quantitativo, ma di farla sviluppare e crescere nella vita quotidiana. I credenti e non praticanti, sono solo credenti di facciata e ipocriti!  Beato Paolo VI ha detto: “Il cristianesimo non può contentarsi di cristiani mediocri, non può essere vissuto in maniera qualunque; o lo si vive in pienezza, o lo si tradisce”.

 “Il giusto vivrà per la sua fede”, e S. Paolo facendo eco a questa frase del profeta Abacuc, dice che si è giustificati, e si ha la vita eterna solo mediante la fede in Gesù Cristo, cioè in “Colui che è stato messo a morte per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione” (Rom. 4,25).

La fede non ci è stata data per vedere le cose che non vanno, ma per farle andare bene.

Il Signore vuole da noi solo un po’ di fede, sia pure piccola come un granello di senape.

La fede è un “dono” di Dio, una grazia. Nessuno può conquistarla, guadagnarla o comprarla; si può soltanto chiederla, implorarla, e la si impara perciò mettendoci in ginocchio. Un pizzico di fede autentica è in grado di compiere cose impossibili, straordinarie, come hanno fatto i Santi!

Tuttavia il carattere assolutamente “gratuito” della fede come dono di Dio, non deve inorgoglirci in nessun modo per quanto facciamo, perché restiamo sempre dei “servi inutili”. La saggezza ponderata ma sicura e senza cedimenti è quella che porta l’uomo di fede a non diventare né un timido, né un fanatico, ma un uomo profondamente equilibrato che sa sempre cercare e mettere al primo posto della sua vita, Dio e il suo Regno.

 “Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1 Giov. 5,4).

“Se aveste fede” ..., dice Gesù, quasi come un sospiro; e ci richiama all’altra frase: “Se tu conoscessi il dono di Dio”.

La fede in Gesù nei santi ha smosso alberi secolari, ha sgretolato delle montagne; la sua forza si è rivelata irresistibile. Il Signore parla al condizionale, l’onnipotenza di Dio non fa pressione sulla nostra volontà, ma incontrando la nostra libertà ci invita a cederla a lui.

La fede della Madonna: pensiamoci nel mese del Rosario. Gli Angeli custodi, di cui celebriamo la festa in questo mese, desiderano tener conto dei nostri atti di fede: non deludiamoli.

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