XVII Domenica - T. O. - Anno C

Pubblicato in Domenica Missionaria

Letture:
Gn.18,20-21,23-32;
Sal.137;
Col.2,12-14;
Lc.11,1-13 - Il Padre nostro: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno;”

Comunione:
Anima mia, benedici il Signore:
non dimenticare tanti suoi benefici.

* Benedetto XVI nel suo libro “Gesù di Nazareth” dedica tutto il capitolo V alla preghiera del “Padre Nostro”, circa 50 pagine.

S. Teresa d’Avila commenta il Padre Nostro nella sua opera “Cammino di perfezione”, seconda parte, dove il pensiero di Dio = Papà che è in cielo (qui il cielo per lei è l’anima in grazia9, la trattiene in una lunga conversazione amorosa con Dio.

S. Teresina del Bambin Gesù commenta anche la preghiera del Padre Nostro: sembra che non riesca ad andare oltre la prima parola: Padre: “è così dolce all’anima poter chiamare Dio = Papà”.

* Anche se Gesù dà una formula di preghiera, il “Padre nostro” di Luca intende creare delle disposizioni d’animo che permettano all’orante di mettersi davanti a Dio come uno che ha più bisogno di essere da lui richiesto e interpellato, che di chiedergli qualcosa (Settimio Cipriani).

* Il figlio quando entra in casa chiama: “Papà”. Questo papà vive nel cielo dell’anima in grazia, la quale riflettendo su se stessa entra in contatto con Dio Padre.

* Gesù ci ha insegnato così a chiamare Dio per nome, e il suo nome è “Padre” – per cui pregare diventa un colloquio familiare tra padre e figlio – (Giovanni Benedetti). Tutti gli aggettivi riferiti a Dio che la filosofia ci dà: onnipotente, onnisciente, creatore, bellezza infinita, sapienza infinita, eterno … sono espressioni che allontanano piuttosto da Dio, mentre il termine “Papà” lo avvicina.

* La preghiera consiste di 4 parti:

1. L’invocazione “Padre nostro”, che è come un dare mano ai fratelli per alzare l’anima al Padre.

2. La seconda parte riguarda il Padre celeste stesso: sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno. Gesù ci insegna a preoccuparci della gloria di Dio e del regno di Dio. In realtà, per noi non c’è niente di più importante di queste due cose. Dobbiamo desiderare intensamente che il nome di Dio sia conosciuto, venerato e amato da tutti gli uomini, così che il mondo possa essere trasformato.

3. La terza parte del “Padre nostro” riguarda le nostre necessità. Tutti i giorni abbiamo bisogno del pane e del perdono (San Cipriano ci dice che il nostro pane quotidiano è l’eucaristia). Dobbiamo allora desiderare che tutti i cristiani si nutrano spesso di questo pane, anche ogni giorno, per essere trasformati da Cristo, per ricevere tutta la luce e la forza della sua grazia.

4. La conclusione:  non ci indurre (non abbandonarci) in tentazione, ma liberaci dal male: “... per non cadere in balia di satana, di cui non ignoriamo le macchinazioni” (2 Cor 2,11).

 

* Così anche in questa preghiera Gesù ci fa praticare il comandamento dell’amore verso il prossimo. Noi ci uniamo al nostro prossimo per rivolgere le nostre domande al Padre. In particolare possiamo pensare alle persone che non pregano mai, che non hanno la gioia di pregare, alle persone a cui manca una cosa essenziale per una vita piena: la relazione filiale con Dio.

* Cosa c’è di più dolce all’anima “che è fatta per Dio e non troverà riposo se non in Dio” ( come dice S. Agostino), contemplare che il Padre è presente, è accanto, la vede, ha la possibilità e il desiderio di aiutarla, che la guida dolcemente al suo ultimo fine: la salvezza eterna?.

* Cito dal libro “Gesù di Nazareth” del Papa Benedetto XVI:

“Quale grande consolazione poter dire “Padre”. In questa sola parola è racchiusa l’intera storia della redenzione. Possiamo dire Padre perché il Figlio … ci ha rivelato il Padre e per opera di Cristo siamo tornati ad essere figli di Dio. Il Padre è la fonte di ogni bene per i figli.  Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, tanto più il vostro Padre che è nei cieli darà cose buone (Luca dice lo Spirito) a quelli che gliele domandano…. La cosa buona che il Padre ci dona è Lui stesso … non si tratta di questo o quel favor, ma di Dio che vuole donarsi a noi: questo è il dono dei doni, la sola cosa di cui c’è bisogno”. (pag. 166)

* La Madonna era presente quando Gesù insegnò agli Apostoli la preghiera del “Padre Nostro”?. Non lo sappiamo, ma possiamo contemplare la sua anima rapita a quell’Amore di Dio e chiederle di farci anche così fervorosi nelle nostre preghiere. 

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