Letture:
Is.50,4-7;
Sal.21;
Fil.2,6-11;
Mc 14,1.15,47 Passione secondo Marco: “Osanna al Figlio di Davide” …. “Sia crocifisso”.
Canto al Vangelo:
Gloria e lode a te, o Cristo.
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce.
Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome.
Con questa Domenica delle Palme o della Passione, ha inizio la “grande Settimana Santa: “santa” per i “santi misteri” che vi si commemorano durante il “Triduo Pasquale”.
In questi santi giorni, seguiremo Gesù dal suo ingresso trionfale e gioioso a Gerusalemme, come un Re, tra le acclamazioni gioiose della folla osannante e dei discepoli, fino al Golgota. Ma Gesù è un Re che è venuto non per dominare, ma per servire e dare la sua vita in redenzione dell’umanità. Al Calvario Gesù giungerà solo, abbandonato da tutti coloro che gli erano stati vicini.
Ma quando tutto sembra perduto, ecco che tutto sta per cominciare! Il chicco rimasto solo nel terreno a morire, fiorisce nella vera vita.
La liturgia riflette tutto questo: da “Osanna al Figlio di Davide”, al “sia crocifisso”, che è il cuore del mistero di Gesù Cristo.
Quest’anno è l’evangelista Marco ci racconta la Passione del Signore, in forma asciutta e cruda, in un crescendo di solitudine. Marco mette in risalto i contrasti, sottolinea i paradossi e lo scandalo della croce.
Il tutto è raccontato lungo un itinerario geografico preciso, che va dalla valle del torrente Cedron, attraverso Gerusalemme, fino alla tomba nel giardino; tutto si svolge nell’arco di 24 ore, da sera a sera. Durante il processo sembra che solo il gallo (di Pietro) testimonia in favore di Gesù!
L’isolamento è totale e la solitudine di Cristo pure, finché verrà proclamato dal centurione romano: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”.
Gesù morì per motivi religiosi (dichiarandosi “Messia”) o per motivi politici (ribelle a Roma)?
Risponde S. Pietro che dice nella sua prima Lettera: “Egli prese su di sé i nostri peccati e li portò nel suo corpo sulla croce” (1Pt. 2,24).
Perciò diciamo che Gesù portò i nostri peccati sulla croce, e i nostri peccati portarono Gesù a morire sulla croce! Gesù non fu condannato perché si dichiarò Messia, e neppure per motivi politici di ribellione all’imperatore di Roma …. Ma fu condannato dai nostri peccati.
Gesù è risorto ed è assiso alla destra del Padre. Eppure, finché dura il peccato, Cristo è ancora misteriosamente nella tomba. Cristo è ancora perseguitato e ucciso negli innocenti molestati e uccisi peggio degli animali, nei modi più impensabili. L’uomo sulla scia di Caino, continua a perpetuare i suoi delitti, così che Cristo continua a soffrire nei suoi membri. È in questo che veramente Gesù si mostra nostro fratello!
Tutta la nostra vita è, in certo senso, una Settimana Santa, se la viviamo con coraggio e fede, nell’attesa dell’”ottavo giorno” che è la grande Domenica della risurrezione nella gloria eterna.
In questo tempo Gesù ripete a noi l’invito che rivolse ai suoi discepoli nell’orto degli ulivi: “Restate qui e vegliate con me” (Mt.26,38). Cerchiamo di non addormentarci e facciamo di questo tempo che dura la liturgia della Messa un abbraccio a Gesù.
La palma benedetta che porterete a casa, sia segno di pace, di fratellanza, di vittoria, di perdono e di speranza per tutti.
La Madonna ci assista e ci accompagni durante il viaggio al Calvario della vita terrena. Lei che ha atteso suo Figlio per accompagnarlo al Calvario e assisterlo nella morte.