Is 40,1-5.9-11 | Sal 84 | 2Pt 3,8-14 | Mc 1,1-8
"Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri".
Canto al Vangelo:
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Il tema della seconda domenica è la Consolazione a quelli che lasciano le gioie terrene per avere quelle spirituali. “Consolate, il mio popolo” .
Il vangelo è quello secondo Marco, del quale si legge oggi la prima pagina (capitolo 1,1-8). Dopo l'espressione che può considerarsi il titolo dello scritto ("Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio"), l'evangelista presenta subito la figura di Giovanni Battista, "voce che grida nel deserto" per proclamare imminente l'avvento del Messia, da secoli annunciato e atteso. In questi giorni ricorrerà la festa dell'Immacolata, che richiamerà l'attenzione sulla Madre del Messia. E così, quest'anno il calendario porta ad accostare le due figure principali tra quante hanno preparato la venuta del Messia, e che perciò la liturgia pone al centro dell'Avvento.
La Madonna e il Battista.
Li qualifica la nobiltà della loro missione, in vista della quale Dio li ha esentati dal peccato originale. Per quanto riguarda Maria, questo privilegio è noto: lo si celebra appunto nella sua festa in questi giorni; circa Giovanni, è da sempre nella tradizione della Chiesa, che in tal senso interpreta alcuni passi della Scrittura e perciò di lui - unico tra i santi, a parte lo stesso Gesù e sua Madre - celebra non solo la "nascita al cielo", il 29 agosto = martirio, cioè il passaggio da questa all'altra vita, ma anche, il 24 giugno, la nascita terrena.
La missione di Maria e di Giovanni in rapporto alla venuta del Messia non poteva essere più grande: l'una lo ha fisicamente generato; l'altro ne ha preparato la manifestazione al mondo e l'ha individuato e presentato. Maria e Giovanni hanno così dato compimento alle profezie che da secoli annunciavano al popolo eletto la divina promessa di un Salvatore: profezie di cui è esempio quella di Isaia (40,1-11), proclamata nella prima lettura di oggi.
Ma come sempre la liturgia non si limita a contemplare: essa è fatta apposta per coinvolgere chi vi partecipa, perché si lasci afferrare da Chi vuole soltanto il bene dei suoi seguaci.
La prima lettura di Isaia presenta il Messia nella tenera immagine del pastore premuroso, che "porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri". Non si può non ricordare come questa immagine si sia concretizzata in Gesù: "Sono io il buon pastore. Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". La carità fraterna materiale, intellettuale e spirituale
La seconda lettura (2Pietro 3,8-14) ricorda “che Dio è magnanimo, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi”, prima della fine dei tempi, quando gli eletti vivranno con lui in " cieli nuovi e terra nuova". L'Avvento che si sta celebrando, cioè la contemplazione ammirata del grandioso piano di salvezza, predisposto da Dio per il bene dell'umanità. La Chiesa ce lo presenta; dobbiamo farlo nostro.
Il Vangelo ci fa intendere che si riceve il Messia con l’umiltà di Giovanni: “Dopo di me viene colui che è più forte di me … non sono degno di slegare i suoi sandali … egli vi battezzerà in Spirito Santo”. L’umiltà apre la porta del nostro cuore a Gesù, se il cuore è sgombro dei piaceri mondani e terreni e dai desideri egoistici personali.
La Madonna si dichiara “la serva del Signore”; Giovanni si dice “non essere neppure degno di servire il Signore slacciandogli i sandali”. Se noi, di fronte alle nostre innumerevoli manchevolezze riusciremo a svuotare il nostro cuore della superbia del nostro io, saremo pronti anche a ricevere il Messia, il Figlio di Dio, fatto uomo.