XX Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Mt. 15, 21-28
“Donna, davvero grande è la tua fede!
Ti sia fatto come desideri”.

Dio è di tutti, e vuole salvare tutti gli uomini. Questo è il tema dominante di questa Domenica. Pertanto, la Parola di Dio ci esorta a riflettere su un problema che si fa di giorno in giorno più acuto: cioè, il rapporto e l’atteggiamento da tenere verso tutti coloro che non sono cristiani, o non la pensano come noi in fatto di religione e di fede. Ora i popoli si muovono, ci sono nuovi rapporti e il confronto è inevitabile e quotidiano; avviene ormai dentro casa nostra. Il nostro stesso paese non è più così monolitico nella sua fede, come prima! Ci sono persone, gruppi di immigrati, che non si riconoscono nella Chiesa cattolica, che è Madre di tutte le Chiese, in Cristo.

Pertanto, che atteggiamenti e comportamenti usare verso “quelli di fuori”, cioè i non cristiani e i non credenti? La Parola di Dio oggi ci dà qualche spiraglio al riguardo. Le tre letture si unificano nel tema del rapporto tra la vocazione di Israele e la vocazione di tutti gli altri popoli alla finale comunione con l’unico Dio, che vuole la salvezza di tutti.

Nella concezione dell’AT. il genere umano si divideva in due blocchi: da una parte, Israele, popolo di Dio, al quale appartengono, l’elezione, l’Alleanza e le promesse divine: dall’altra, ci sono le nazioni, cioè i pagani, i non scelti, gli stranieri, “quelli di fuori”, tutti coloro che “non conoscono Jahvè” e che non beneficiano perciò dei favori divini che Dio elargisce al suo popolo. Eppure, nelle intenzioni di Dio, anche questi popoli devono entrare nel disegno di salvezza, poiché a tutta l’umanità si estende la sua volontà salvifica. E così tutto il corso della storia della salvezza è segnato dalla dialettica costante fra Israele e le nazioni: fra il particolarismo e l’universalismo. La salvezza da parte di Dio, non è appannaggio esclusivo d’Israele, ma dono offerto all’umanità. Purtroppo Israele, pur essendo il popolo delle promesse, l’eletto, durante la lunga sua storia, non si è reso degno di tale scelta, e così Dio si è rivolto agli stranieri, a tutta l’umanità per salvarla. Dio non è un Dio di proprietà personale, ma di tutti. Davanti a Dio non esiste il giudeo o lo straniero, il buono e il cattivo, il bianco e il nero, il cristiano e il non cristiano.., ma una persona e un popolo da salvare. La grande tentazione di tutti i tempi è quella di rinchiudere in un ghetto, popoli della stessa cultura, della stessa razza, della stessa lingua. Ma Dio non ha cessato di opporsi a tale segregazione. E’ la fede che discrimina il vero popolo di Dio dagli altri, non la razza. La misericordia di Dio è totalmente gratuita, e nessuno può vantare davanti a Lui un qualsiasi merito. E’ Lui che salva, e salva per amore, e nel compiere la sua azione di salvezza non chiede mai: chi sei tu, da dove vieni, cosa hai fatto. Gli basta soltanto di trovare persone umili e disposti ad accoglierlo e a fare la sua volontà.

1. Il profeta Isaia(I lettura), lascia la porta aperta verso i “gentili”, per aderire al Signore. Accettando la legge del Signore, possono entrare a far parte del popolo dell’Alleanza; Dio gradirà i loro sacrifici e il Tempio di Dio sarà ”casa di preghiera per tutti i popoli”.

2. Il Salmo responsoriale si spinge più lontano: Dio regnerà su tutti i popoli:”Popoli tutti lodate il Signore.

3. S. Paolo scrivendo ai Romani(II lettura), dice che la disobbedienza dei Giudei, il rifiuto di Cristo, è stato motivo per aprire provvidenzialmente l’orizzonte della misericordia di Dio e della salvezza a tutti gli altri i popoli. Ma tale misericordia sarà usata pure verso gli stessi giudei, il resto fedele d’Israele.

4. Nel brano evangelico vediamo che Gesù si spinge in territorio pagano(Tiro e Sidone), abitato da non ebrei. Una donna Cananea lo supplica di guarire la figlia. Gesù, all’inizio, sembra rifiutare, ma poi, impressionato dalla sua fede, la esaudisce. Ciò che è importante non è più l’appartenenza ad una razza, ma la fede in Lui, che rompe le barriere e rende pure i “cagnolini commensali”.

Gesù mostra ammirazione per gli stranieri che credono in Lui: il centurione romano di Cafarnao; il lebbroso samaritano; la Cananea.., sono le primizie di una moltitudine di stranieri che formeranno il nuovo popolo di Dio, nell’unica Chiesa di Cristo.

Certo il nostro discorso non può fermarsi ai soli Ebrei, chiamati da Giovanni Paolo II,” i nostri fratelli maggiori”. Perché non pensare pure alle centinaia di milioni dei fratelli musulmani, induisti, buddisti, ecc. Tutte le braccia della terra che si levano verso il cielo e si incrociano idealmente in quel punto che chiamiamo “Dio”, stesso Dio e Padre di tutti, che vuole tutti salvi in Cristo.

“La nostra Chiesa cattolica, nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni”(Vat.II: “Nostra aetate”,n.2). La fedeltà al nostro “Credo” ci impedisce tuttavia, di mettere tutte le religioni sullo stesso piano. Cristo Gesù è la Via, la Verità e la Vita: in Lui si è manifestata in modo pieno e definitivo, la benignità e la verità di Dio, nella Chiesa che Cristo ha iniziato, ponendo Pietro a capo e fondamento di essa.

Da parte nostra, stiamo saldi nella vera fede e nella vera Chiesa di Cristo. Sarebbe ridicolo e un controsenso, lasciare la luce del Sole(= Cristo), per seguire la tenue e tremolante luce di una candela! (= le altre religioni e credenze).

E che dire, infine, di quei fratelli che vivono in mezzo a noi, ma che si dicono “fuori della Chiesa”, o addirittura “atei”? Il Signore ci chiede di non disprezzare o negare il bene che eventualmente fanno per la liberazione dell’uomo.., anche se a volte, sono anticlericali!

Chi non è contro di noi è con noi”(Mc.9,38..). Tuttavia a loro(“quelli di fuori”), Gesù ricorda di non ergersi ad antagonisti contro di Lui, o a salvatori di uomini, anche quando credono di fare “meglio della Chiesa”. Dice ancora Gesù: “Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me, disperde” (Lc.11,23). Cioè chi pretende di stabilire altri fini ultimi, o spingere l’uomo in direzione opposta alla Sua, non raccoglie, ma disperde; non costruisce, ma distrugge; non fa il vero bene dell’umanità, ma addensa minacce sul suo capo.

La fede è l’unica condizione che apre le porte del Regno: attraverso la fede, i pagani possono ormai partecipare alla salvezza integrale. Non basta affermare che la Chiesa è aperta a tutti i popoli, ma che tutti gli uomini si sentano a casa loro nella Chiesa, e passare oltre alle barriere della razza, del colore della pelle, della cultura religiosa e della ricchezza. Il cristiano ha per patria il mondo, ha per concittadini e fratelli, tutti gli uomini, riconosce per tutti un solo Padre, che è il Dio di Gesù Cristo. Ciò che ci unisce è la fede(Battesimo), e l’Eucaristia, come espressione dell’universalità della salvezza portata da Cristo. Ciò che ci divide è l’egoismo, l’indifferenza, il pensare solo a se stessi e a stare bene a spese degli altri!

Ora, se è vero che la Chiesa tutta è” missionaria”, deve essere anche vero che ogni singolo cristiano deve essere “missionario” in quanto è aperto ai problemi degli altri come ai suoi, e coglie ogni occasione per offrire ad ogni uomo che cerca Dio e la sua salvezza, la testimonianza di fede della propria vita.

Ci aiuti il Signore Gesù, affinché una volta riconciliati come fratelli intorno alla grande mensa del suo Regno, e nutriti del Corpo e Sangue di Cristo, possiamo diventare in Lui un solo corpo e un solo spirito, nella stessa grande famiglia di Dio.

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