Ascensione del Signore - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

"Andate… fate discepoli…battezzate…insegnate…Io sono con voi tutti i giorni …"
Mt. 28,16-20

L’evento dell’Ascensione, ultimo della vita terrena di Gesù, compie e illumina tutta la sua opera di salvezza. Dal Natale all’Ascensione di Gesù, abbiamo potuto ripercorrere e rivivere, attraverso la liturgia della Chiesa, tutta la vicenda storica di Gesù di Nazareth, ed entrare nella sua vita per conoscerlo meglio e amarlo di più. Si tratta ora di passare dalla conoscenza del Gesù della storia, all’amore del Gesù della fede. L’ascensione di Gesù segna il punto culminante del grande movimento di esaltazione con cui Dio corona il suo abbassamento per noi fino alla morte in croce. Ora Gesù è innalzato fino alla destra del Padre, ci ha preceduto per prepararci un posto, ma non ci ha lasciato orfani.

Nel “Credo” diciamo:”Per la nostra salvezza(il Signore) discese dal cielo”…(e poi),”è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà nella gloria..”. L’Ascensione è il completamento della Risurrezione: finisce il tempo della presenza visibile, fisica e terrena di Gesù, scompare agli occhi dei suoi, “alla maniera umana secondo la carne”, per rimanere sempre presente con noi nel dono dello Spirito. 

Gesù che sale al cielo, non è un episodio tra parentesi tra la Pasqua e la Pentecoste, ma è la festa dell’intervallo di tempo, nel quale riconoscere Gesù secondo lo Spirito, presente nella Chiesa, come l’”Emanuele”, nell’ascolto della sua Parola, nei Sacramenti, nella comunità radunata nel suo nome, nel servizio ai fratelli più bisognosi, nella testimonianza e nella missione.

Le due celebrazioni dell’Ascensione e della Pentecoste, sono strettamente unite e mettono in luce diversi aspetti di quell’unico mistero pasquale che costituisce il centro della nostra fede.

Il fatto dell’Ascensione, non è raccontato da Luca come la conclusione della vicenda storica di Gesù: sì è vero, Gesù conclude il suo cammino storico, ma apre il cammino della missione della Chiesa nel mondo con l’evangelizzazione. Mentre Gesù sale al Padre, i suoi discepoli iniziano la loro corsa in tutto il mondo, che non avrà fine finchè il Vangelo non sarà conosciuto da tutti.

Questo Gesù di Nazareth, con il quale gli apostoli hanno “mangiato e bevuto” durante la sua esistenza terrena, dopo la sua morte è “diventato Signore”, perché il Padre lo ha associato definitivamente alla sua vita, al suo potere sugli uomini e sul mondo.

Potrebbe sorgere questa domanda: Gesù lasciando fisicamente questo mondo, come possiamo parlare di gioia per la partenza di un amico tanto amato? L’Ascensione non è tanto la festa della partenza di Gesù da questo mondo, quanto piuttosto è la festa della sua permanenza quaggiù.

Gesù risorto, non è più presente in carne e ossa in mezzo a noi, non perché è assente, ma perché presente tra noi oltre i limiti dello spazio e del tempo. Dire che Gesù “siede alla destra di Dio”, significa affermare che è presente dovunque. Allora parlare di Ascensione, vuol dire pure che, adesso, la presenza di Gesù non è più limitata ai luoghi e alle strade della Terra Santa(Palestina), ma la sua presenza è diffusa in tutto il mondo. Gesù è presente secondo una nuova dimensione e cammina con noi sulle strade del mondo, dove ci manda come testimoni della sua risurrezione, come annunciatori del perdono dei peccati e della vita di figli di Dio; il Vangelo è stato affidato nelle nostre mani. La terra è piena della presenza del Signore, non è abbandonata da Dio, ma abitata in pienezza dalla sua salvezza.

Agostino: “Gesù non abbandonò il cielo quando discese fino a noi e neppure si è allontanato da noi quando è nuovamente asceso al cielo..Tuttavia, soffre qui in terra tutti gli affanni che noi, sue membra, sopportiamo.Di questo diede testimonianza gridando a Saulo(Paolo) sulla via di Damasco: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti”? Ora Saulo non perseguitava Cristo, ma i suoi discepoli. Cristo è perciò ancora presente e impegnato in questo mondo, con tutto il suo corpo spirituale che è la Chiesa. La Chiesa è il “Corpo mistico “ di Cristo, del quale Cristo è il capo e noi(Chiesa) siamo le membra.

Inoltre il Signore Gesù non ha lasciato qui in terra nessun ricordo personale, nessun resto del suo corpo fisico morto o qualche ossa, come i mortali nostri defunti, ma è con noi Risorto e vivo nella SS. Eucaristia, col suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Inoltre vive nella sua Chiesa con la sua Parola e con i suoi Sacramenti. Gesù dopo una vita oscura vissuta in Galilea, dopo un’esistenza discussa e contraddetta, perseguitato dall’infanzia fino alla morte, ecco l’ora della verità: Gesù si manifesta Chi è veramente: “Il cielo e la terra” sono nelle sue mani, Gesù appartiene a “tutte le nazioni”: ed allora Gesù affida ai suoi discepoli il compito di rendergli testimonianza, e non di “stare a guardare il cielo”.

La sua dipartita segna l’inizio della Chiesa, che è opera di Cristo fino alla fine del mondo. Ecco perciò il mandato missionario di Gesù a tutti noi: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni..fino agli estremi confini della terra”.

Matteo, al termine del suo Vangelo ci dà il testamento di Gesù, che è l’universalità della missione che si rivolge a tutte le nazioni. L’invio è universale e il compito è triplice:”Fare discepoli, battezzare, insegnare ad osservare”; è l’ufficio dottrinale profetico, sacramentale santificante, pastorale di governo. Inoltre Gesù ci saluta con un’espressione che Matteo idealmente ricama con una delle prime righe del suo Vangelo. Il messaggio di Matteo è questo: “Dio è con noi”. Nel racconto dell’annuncio a Giuseppe(Mt.1,23), si diceva che il Figlio di Dio si sarebbe chiamato Emanuele, cioè il Dio con noi: Ed ecco allora le ultime parole di Gesù: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo”. Questa presenza segreta è la forza e la speranza della Chiesa.

Il mondo oggi ha bisogno non di parole(se ne dicono troppe!), ma di testimoni autentici, di missionari, di persone che con la loro fede non hanno paura di andare contro corrente e di pagare di persona per il Signore. Tanti cristiani sono diventati come“ricchi epuloni”, che si accontentano di fare celebrare Messe per i defunti e poi mettersi in disparte, per rispetto umano, come cristiani anonimi, mentre ci sono tanti “poveri Lazzari” che aspettano da noi la testimonianza pratica di ciò che diciamo di credere e di amare!. Che ne abbiamo fatto della fede in Cristo Gesù dopo 2 mila anni di cristianesimo in Italia? Molti bestemmiano con disinvoltura le cose più sacre della nostra fede! Ci sono tanti problemi e crisi di fede: c’è ancora l’incompleta opera di evangelizzazione del pianeta; la diffusa convinzione che si possa credere in Cristo senza appartenere alla Chiesa visibile; la sensazione altrettanto diffusa della lontananza di Dio dalla storia degli uomini.

Giovanni Paolo II ha detto(Ott.1992):”La missione universale si fa ancora più urgente. Non possiamo restare indifferenti quando pensiamo ai milioni di uomini che, come noi, sono stati redenti dal Sangue di Cristo, ma vivono senza un’adeguata conoscenza dell’amore di Dio. Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della Chiesa può sottrarsi al dovere supremo di annunciare Cristo a tutti i popoli. C’è tanto da fare: pregare perché il Signore susciti sempre nuove vocazioni missionarie..Occorre annunciare il Vangelo a chi non lo conosce ma anche a chi lo ha già conosciuto per poi lasciarlo nella soffitta della sua coscienza, rifiutandolo o semplicemente dimenticandolo.”

Il posto che Gesù è andato a prepararci, dobbiamo conquistarlo a nostre spese e con sudore; non ci è stato lasciato nulla in eredità, se stiamo senza fare niente per il Signore. Gesù ha fatto la sua parte, tocca a noi fare il resto.

Ecco cosa ha detto S. Gregorio di Nazianzo:”Il Signore ha preso la forma di”schiavo” per donarci la libertà; è”disceso” per elevarci; è stato”tentato” perché noi vinciamo; è stato”disprezzato” per glorificarci; è” morto” per salvarci; è”salito” al cielo per sollevarci dal peccato”. Dopo tutto questo non possiamo fermarci “a guardare il cielo”!.

Leggiamo negli Atti degli Apostoli, che dopo l’Ascensione di Gesù, gli apostoli e i discepoli “tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù”, mentre attendevano lo Spirito Santo. Facciamo così anche noi in questi giorni, e lasciamoci guidare da Maria SS. mentre ci prepariamo a celebrare la venuta dello Spirito Santo nella solennità di Pentecoste. 

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