VIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Mt. 6,24-34.

“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.

Per capire bene la portata del Vangelo odierno, bisogna rifarsi alla prima beatitudine: “Beati i poveri in spirito”(Mt.5,3). L’esigenza fondamentale dell’uomo è quella di scegliere Dio senza compromessi, di servire a Lui solo, di affidarsi a Lui con piena fiducia nel suo disegno di salvezza, perché: ”Nessuno può servire a due padroni, nessuno può servire Dio e il denaro”.

L’insegnamento del Vangelo è quindi duplice; da una parte sottolinea l’impossibilità di servire a due padroni(le due vie), e dall’altra, mette in risalto l’atteggiamento del cristiano di fronte alle preoccupazioni e agli affanni della vita.   

Parlando di “padroni”, ce ne sono due che spesso riempiono il cuore dell’uomo:il denaro e il sesso.

 

1. Il denaro. È un padrone insidioso e brutale il cui dominio si estende su tutto e su tutti. C’è un denaro “pulito”, che è la giusta mercede del proprio lavoro e che serve per procurarsi il necessario per una vita decente e umana. Questo denaro è l’equivalente del “pane quotidiano” che Gesù stesso ci ha insegnato a chiedere al Padre celeste. Ma c’è anche un denaro “sporco”, che da mezzo diviene fine, da servo si fa padrone, che si accresce e si accumula a prezzo di sangue e di miseria altrui, il denaro che Guardiamoci intorno: per esso si combatte fra nazioni, si lotta all’interno delle famiglie, e non si esita a sacrificare i più deboli, a volte popoli interi. E’ il denaro “mammona di iniquità”, il denaro nemico di Dio, il denaro di chi non ne ha a sufficienza e brama di accumularlo; di chi non lo usa per i bisogni della famiglia, ma lo spreca nelle bettole, nel gioco o nella droga, o per tradire la propria famiglia! In una società che vuol essere libera dalla tutela della religione, esso impone la propria tirannide. Che schiavitù! Non sarebbe meglio lasciare le cose prima che le cose lascino noi? Questo denaro, eretto a scopo della vita, padrone al posto di Dio, è il grande idolo che ha numerosi adoratori anche tra i cristiani di oggi! Nell’attuale nostra crisi finanziaria, quanta responsabilità ricade sugli amministratori pubblici e privati e su coloro che fanno guadagni illeciti a danno di cittadini ignari e fiduciosi. Frutti di un culto idolatrico del denaro, sono anche le rapine, i sequestri quotidiani e il terrorismo.

Ma non puntiamo il dito solo verso gli altri, esaminiamo attentamente anche il nostro cuore: spesso non si parla d’altro che di denaro: di come guadagnarlo, di come risparmiarlo, di cosa farne, di quanto ne guadagna il nostro vicino…Ricordiamo sempre che il denaro è un “ottimo servo”, se viene utilizzato per tante opere buone; però se diventa il padrone dell’uomo, è un “pessimo padrone”, capace di assorbire e schiavizzare l’uomo in tutto.

Vi è una sola pista possibile che il Vangelo ci suggerisce:”Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. Dio non accetta ovviamente di essere un “idolo” accanto ad altri “idoli”: Egli è geloso, ed esige il primo posto nella vita, nei pensieri e nelle preoccupazioni dell’uomo, perché Dio solo è il “vero tesoro” dell’uomo.

Il discepolo del Signore fa affidamento sulla Provvidenza paterna di Dio: non si lascia affannare e opprimere dall’ansia del domani, per il cibo e per il vestito, come se non esistesse un Padre che è Dio! Questa fede incerta ed esile fa torto all’amore paterno e materno di Dio, che si interessa di nutrire gli uccelli del cielo, che pensa ai gigli e all’erba del campo..Chi costruisce la sua scala di valori e le sue scelte sull’”avere”, si ritrova alla fine “affannato”, magari socialmente “ricco”, ma umanamente, “povero”. In una società consumistica che esalta l’ultimo capo di abbigliamento firmato, e l’ultimo modello di macchina o la vita edonistica, come simbolo di uno stato superiore, Gesù ci fa notare che ci sono valori più nascosti ma ben gloriosi…

La “Provvidenza” è il nome femminile di Dio, è la sollecitudine di Dio, che viene espressa dal profeta Isaia(I lettura), con un linguaggio di una tenerezza commovente e senza confini. Sono le espressioni fra le più toccanti della Bibbia. Dio rassicura Sion(l’uomo) dell’immutabilità del suo amore: un amore viscerale come quello della mamma per il suo bambino. Questa tenera immagine della madre col suo bambino, purtroppo oggi sta diventando “sbiadita”, incontrando madri degeneri e carnefici, che abbandonano i figli in vari modi, anche con l’aborto! Dio invece è sempre fedele e il suo amore è più forte di quello di una madre, perché ama sempre gratuitamente.

 

2. Il sesso. L’idolo del denaro ha una divinità gemella: il sesso. Qui non si tratta del sesso che Dio creò e benedisse quando ordinò:”Crescete e moltiplicatevi”, e che la Chiesa continua a benedire davanti ai suoi altari nel sacramento del Matrimonio. Qui si tratta delle opere della carne, che

S. Paolo chiama: “fornicazione, impurità, immodestia, lussuria, idolatria…Quelli che fanno tali cose non erediteranno il Regno di Dio”(Gal.5,21). L’ostentazione del sesso negativo, sta assumendo forme parossistiche nella pornografia, in giornali, TV. mass-media. Guardatevi intorno nei giornalai. Si parla di libertà di stampa e di liberazione dai tabù, quando si tratta invece di droghe eccitanti, di veleni, di surrogati cartacei per uomini incompiuti, per gente frustrata o rimasta immatura. Il risultato è che stiamo inquinando fino alla nausea la vita stessa. Ci si preoccupa tanto dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, e non si fa caso che si sta inquinando terribilmente la convivenza umana specie i bambini nei quali si uccide la loro innocenza.

Il compito della Chiesa e di noi cristiani, oggi, è quello di esorcizzare il mondo dagli idoli del denaro e del sesso sfrenato, dalle due potenze più vistose del male, per capire meglio la beatitudine di Cristo:”Beati i poveri di spirito..beati i puri di cuore”. La nostra missione è di lavorare per ridare a noi e agli altri la vera libertà. Prima di essere un’offesa di Dio, questa idolatria del denaro e del sesso, è una schiavitù, una degradazione dell’uomo stesso. Dobbiamo riscoprire la libertà di figli di Dio, quella libertà che, compromessa per il peccato, ci è stata riacquistata da Cristo.

Per fortuna ci sono dei giovani sani che mostrano di voler abbattere, tra gli altri miti, anche quelli del denaro e del sesso. Essi si ribellano, giustamente, a questa sacrilega intronizzazione del denaro- mammona al posto di Dio, e del sesso al posto dell’amore vero. Dopo tutto, come tutti gli idoli, essi sono falsi e bugiardi, perché non danno mai la felicità che promettono, o, se la danno, è troppo precaria e troppo breve, perché la si possa chiamare davvero felicità.

L’Eucaristia che stiamo celebrando, esprime la nostra fiducia di avere il Signore sempre con noi: avere Lui è avere tutto per sempre; il nostro splendore viene da ciò che è dentro di noi: Dio e il suo regno interiore.

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