“Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo!”.
La Domenica dopo la festa del Battesimo di Gesù, serve di passaggio tra le celebrazioni del tempo natalizio e il tempo delle Domeniche ordinarie, prima del tempo quaresimale. E sembra che questa Domenica, in tutti e tre i cicli(A-B-C), intenda completare in qualche modo il tema della “manifestazione” di Gesù”, mostrandocelo come l’”Agnello di Dio, il Messia, il Servo, il Figlio, l’Eletto, Colui che toglie il peccato del mondo, Colui che è il portatore dello Spirito Santo”.
Nel periodo precedente, Avvento-Natale, la Chiesa ci ha fatto meditare sull’”Incarnazione del Figlio di Dio”; ora in questo periodo dell’anno( fino alla Quaresima), la Chiesa ci presenta il “mistero della salvezza” operata da Gesù, attraverso la sua vita, le sue opere, i suoi miracoli.
In altre parole, ci viene presentato, il Figlio di Dio fatto uomo, in opera, per liberare il mondo dal peccato. Non c’è altra salvezza se non in Cristo Gesù: il vero male è il peccato, anche se facciamo fatica a riconoscerci e sentirci peccatori.”Peccatori” lo siamo per natura e per nascita: la tentazione di non riconoscerci tali, è sempre in agguato, dai tempi di Adamo che si scusava e fuggì. Oggi le colpe non si chiamano più col loro nome di “peccato”, ma “complessi”di colpa, e si ricorre più che ai sacerdoti, allo psichiatra o allo psicanalista. In verità, la nostra malattia dell’anima, si chiama “peccato”, e c’è un solo “medico”: Gesù Cristo nostro Signore, che è morto sulla Croce per poterci perdonare sempre da tutto quello che facciamo di male.
S. Giovanni Battista ci presenta Gesù come: “ l’Agnello di Dio” e il Figlio di Dio”.
1. Gesù: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie(prende su di sé)il peccato del mondo”.
Nella Bibbia, in aramaico, il termine “talya’” ha due significati, per noi lontanissimi: “agnello e servo”; due realtà con significati distinti e convergenti.
a. “Talya’” come immagine di “agnello”, è quello del sacrificio pasquale, che nell’AT. durante la Pasqua veniva sacrificato per i peccati del popolo(Es. 12). Questo agnello pasquale doveva essere senza difetto, mangiarlo e segnare col suo sangue gli stipiti delle porte di casa, perché ricordando questo rito, e grazie al sangue di questo agnello pasquale, gli ebrei furono riscattati dalla schiavitù d’Egitto e diventati un popolo libero. Perciò Gesù, è l’agnello che viene ucciso per noi peccatori.
b. “Talya’” come immagine di “Servo di Dio”. Nella Bibbia l’immagine del “servo”, evocava agli ebrei il famoso quarto carme del “servo sofferente”, (in Isaia 53): un servo che viene presentato come “l’agnello” che veniva condotto al macello senza emettere belato, pecora muta di fronte ai suoi tosatori. Pertanto questo “servo”, nella teologia ebraica, era diventato progressivamente una prefigurazione del “Messia” stesso.
Inoltre nella Bibbia, il termine “servo” è un titolo di onore: infatti servo è colui che Dio chiama, con una speciale vocazione, a collaborare al suo disegno di salvezza. “Servi” lo erano: Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Giosuè, Davide,Elia, i Profeti, Maria Vergine, la “serva del Signore” perché osserva la volontà di Dio.
Gesù Cristo, pertanto, fa sua la missione di “servo”, dando la vita per la redenzione dei peccatori.
Noi pure saremo“servi”e“amici” del Signore,se osserveremo ciò che Gesù ci comanda(Gv.15,15), e saremo pure“luce delle nazioni”,se portiamo“la salvezza del Signore fino agli estremi confini della terra ”(Is.49,6). Qui sta l’aspetto missionario della salvezza portata dal Signore.
2. “Questi è il Figlio di Dio”.
Questa è la seconda dichiarazione di Giovanni Battista a riguardo di Gesù, come “Figlio di Dio”. Solo Gesù ha lo Spirito di Dio e solo Lui lo può dare.
Quando Giovanni Battista, sulle rive del Giordano, vide Gesù venire avanti, sotto le dimesse spoglie umane, come l’inviato di Dio per la salvezza degli uomini, lo indicò ai discepoli e disse:”Guardate, ecco l’Agnello di Dio, (il nostro “talya’”), che prende su di sé i peccati del mondo”. E aggiunse:”Lo Spirito di Dio è sopra di Lui”. Questo frasario del Battista deve essere suonato come una bestemmia ai suoi ascoltatori, perché conoscevano a quale agnello veniva paragonato. Era l’agnello che, secondo la loro tradizione, ma anche in quella di molte popolazioni africane, veniva ucciso o spinto nel deserto, dopo averlo caricato e ricoperto di tutti i peccati della comunità nella quale era stato cresciuto. Perciò l’immagine di agnello, si prestava a molti malintesi…
Pertanto presentare “Cristo-Pasqua”, Cristo-Messia, attraverso una modestissima parola aramaica, era un modo per riassumere, quasi in una sigla essenziale, tutto il mistero di Gesù-Messia atteso.
Gesù Cristo è il vero “Agnello pasquale”, quello della nuova Pasqua; Cristo è l’agnello, la Pasqua, che con la sua morte, inaugura e suggella la liberazione dal peccato del popolo di Dio, a prezzo del suo sangue sulla Croce. Ma Egli è anche il servo, colui che dona la vita perché l’Israele intero, l’Israele di Dio, disperso nel mondo, sia salvato.
Ma che senso ha oggi parlare di “salvezza”, di “liberazione”? L’uomo moderno sembra convinto di essere padrone del suo destino. Egli non appare più ai propri occhi come un “pellegrino” tutto teso verso la terra promessa dell’aldilà, ma come un “sedentario”. Alla mobile tenda del pellegrino, ha sostituito la salda casa di pietra dell’arrivato. Le uniche frontiere che conosce, sono quelle terrestri e temporali; le sue speranze sono umane e terrene, cioè benessere materiale e godersi la vita. L’uomo di oggi non attende più la salvezza dall’esterno, ma se la costruisce con le sue stesse mani! Con molta fretta ha proclamato la sua autonomia da Dio; l’ubriacatura del progresso e del consumismo, lo ha reso cieco e indifferente, di fronte ai permanenti squilibri che esistono nel mondo di oggi, e che viviamo nelle forme brutali del terrorismo.
Da quando qualcuno ha detto che “la religione è l’oppio dei popoli”, l’ateismo ha fatto di tutto per cancellare Dio dalla società. C’è stato chi ha detto:”Dio è morto”(Nietzsche). E ci sono molte persone che vivono come se Dio non esistesse. E tra i cristiani, quanti scelgono come valore ultimo e supremo della vita, il benessere, il denaro, il successo? Ma nonostante l’uomo faccia di tutto per cancellare Dio, per dimenticarsi di Dio..il bisogno di Dio riaffiora sempre! Una cantante moderna dice:”Proviamo anche con Dio, non si sa mai”!(Ornella Vanoni). E un calciatore dice: “Il pensiero di Dio mi aiuta a conservare il più possibile, tranquillità ed equilibrio interiore”. Noi abbiamo la fortuna di credere e di aver fede. Ma c’è sempre il rischio che anche noi veniamo contagiati dalla mentalità che si può fare a meno di Dio!. Allora deve essere grande il nostro impegno a rafforzare la nostra fede; non basta una fede vaga e sentimentale. “Il mondo ha bisogno di fede”(Paolo VI), e allora, con la nostra vita dobbiamo mostrare Cristo agli altri, essere testimoni, e dire come il Battista: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo”.
S. Pietro scriveva ai primi cristiani:”Gesù Cristo, il nazareno: in nessun altro c’è salvezza. Non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”(At.4,12).
Un seguace di Gesù, anche se non cristiano, un giorno disse che “finchè una sola persona al mondo pulisce il gabinetto di un’altra persona, il mondo non è buono”. L’uomo che disse questo, è uno che ha cambiato il volto dell’India del suo tempo, secondo il metodo di Gesù, donando se stesso in modo non violento per il bene di tutti: il Mahatma Gandhi. Essere “agnelli” come Gesù.
L’Eucaristia che stiamo celebrando, rende presente tra noi l’Agnello liberatore dell’Esodo, l’Agnello redentore di Isaia, “trafitto per i nostri peccati”, l’Agnello della Croce e l’Agnello sul “trono che ci attende per le nozze eterne”(Ap.19,9).
Comunicando ora al Corpo e Sangue di Cristo, sperimentiamo il “consegnarsi” del vero “Agnello pasquale”, per la salvezza nostra e del mondo intero.