FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE // Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Con la festa del Battesimo di Gesù, si conclude il tempo natalizio. Però con questa celebrazione, continua il tema della “manifestazione del Signore”; Gesù che si presenta al mondo come Dio:

a Natale(ai pastori ebrei), all’Epifania(ai Magi pagani), al Battesimo(a tutti), a Cana(ai discepoli).

Come abili registi che sanno aprire un film con una scena particolarmente significativa, gli evangelisti presentano il Battesimo di Gesù all’inizio della sua vita pubblica. Gli avvenimenti della sua nascita, erano ormai lontani, e 30 anni di anonimato, di silenzio e di nascondimento, avevano fatto di Gesù un uomo tra gli altri. Il Battesimo di Gesù, conclude questa fase della sua vita nascosta, ora egli viene confuso tra la folla e si sottopone ad un rito che lo pone nel rango dei “peccatori”, cioè di coloro che hanno bisogno di purificarsi. In mezzo al popolo che Giovanni Battista chiama alla penitenza, Gesù vive improvvisamente un’esperienza indicibile. Per Lui che è senza peccato, il Battesimo del precursore, diventa la condizione che gli permette di andare verso i peccatori, di condividere la loro sorte, di orientare di nuovo verso Dio la creazione. Gesù col suo Battesimo dimostrerà di essere veramente il Figlio di Dio e il Servo del Padre, e si adegua al rito penitenziale del battesimo, non perché ha bisogno di convertirsi e di fare penitenza, ma per essere “uomo”fino in fondo, senza riserve e senza privilegi: un Dio con noi. Questi è il Signore annunciato dal profeta Isaia: il servo di Dio, il Gesù mite e umile di cuore che viene a chiamare i peccatori a penitenza, ma viene anche a chiamarli con la misericordia. E’ il Signore che deluse le attese di colui che aspettava un Messia guerriero e un giudice severo; è il Cristo che sorprenderà anche il suo precursore, Giovanni il Battista, che domanderà:”Sei tu colui che deve venire”..?

Ma il Battesimo di Gesù inaugura anche la nuova fase della sua vita. Egli è presentato ufficialmente al mondo, dal Padre,come il Messia che parla e agisce autoritativamente in nome suo.

E’ questo l’inizio della cosiddetta “vita pubblica di Gesù”. Da qui cominciano quei,”ma io vi dico” e quel parlare “con autorità” che stupiranno gli Scribi e i Farisei. Ora c’è la manifestazione dello Spirito. Difatti il Battista aveva caratterizzato le due epoche dicendo:”io vi battezzo con acqua, Egli vi battezzerà con acqua e Spirito”. E’ cominciata così la nuova creazione, perché lo Spirito è riapparso sulle acque come alle origini(Gen.1,2).

Inoltre l’importanza del Battesimo, oltre alla manifestazione dello Spirito, è legata anche alla solenne proclamazione del Padre celeste:”Questi è il Figlio mio prediletto”. Colui che si era fatto il “Servo”, è proclamato adesso “Figlio”. E’ il vertice dell’epifania, non più una stella, ma la voce stessa di Dio Padre, che rivela agli uomini chi è Gesù di Nazareth: il Figlio prediletto del Padre.

Gesù ha confermato il senso di questa dichiarazione, chiamando costantemente Dio con il nome di “Abbà” Padre mio. Dalle sue parole e dal suo agire, affiora la coscienza di essere il Figlio di Dio.

Tutta la nostra fede è ancorata a questa coscienza di Gesù: Egli ci salva perché è Figlio di Dio,Egli fa di noi dei figli adottivi di Dio, perché Lui che è il Figlio unigenito naturale, si è fatto nostro fratello, rendendoci figli nel Figlio. Di conseguenza, dobbiamo ascoltare Gesù, non nel senso di prestargli attenzione, ma soprattutto di credergli, dare la nostra adesione di fede a Lui, accoglierlo prima ancora della sua parola. Così che Dio viene verso l’uomo con la sua rivelazione, ma l’uomo deve andare verso Dio con la sua fede.

Il Vescovo S. Massimo di Torino ha scritto:”Nel giorno di Natale, Gesù è nato tra gli uomini: nel giorno del suo Battesimo, Gesù è rinato per la proclamazione di Dio suo Padre:”Questi è il Figlio mio prediletto…ascoltatelo”.

 

Ci domandiamo: ma perché Gesù, il Santo per eccellenza, volle essere battezzato?

In verità Gesù col battesimo non fu purificato dall’acqua, come per noi, ma piuttosto l’acqua fu purificata da Lui. In realtà non fu il Battista a battezzare Cristo, ma piuttosto fu il Battista ad essere battezzato e purificato da Gesù Cristo. Perciò l’acqua fu purificata e santificata da Gesù nel suo Battesimo, affinché noi fossimo santificati e purificati da Lui. Gesù viene battezzato con acqua da Giovanni per la sua solidarietà con gli uomini, che in segno di conversione confessano i propri peccati. Ma Gesù battezzerà con lo Spirito Santo e ci renderà partecipi della figliolanza divina. Lo Spirito che era intervenuto per dare inizio alla vita del Messia, ora interviene per dare l’inizio alla sua attività pubblica.

I figli d’Israele, nell’esodo, attraversarono il fiume Giordano, guidati da una nube di fuoco, e costoro poterono entrare nella terra promessa da Dio, guidati da Mosè. Per questo furono purificati dalla nube di fuoco e dall’acqua. Così pure noi, per mezzo dell’acqua del battesimo, Gesù ci ha aperto la strada per entrare nel regno di Dio, guidati da Lui. Siamo usciti dalla schiavitù del peccato e sepolti nelle acque del Battesimo. Siamo entrati nella nuova famiglia di Dio(= la Chiesa), affinché possiamo mangiare la manna del cielo(= Eucaristia), una volta purificati e santificati dallo Spirito Santo(= Confermazione- Cresima). Il cristiano perciò, battezzato in Cristo Gesù, non deve dimenticare di essere stato battezzato nella sua morte per condurre una vita nuova(Rom.6,3).

Il mistero che appunto oggi celebriamo, del Battesimo di Gesù, ci richiama il nostro Battesimo e la dimensione e vitalità della nostra fede. Noi siamo stati battezzati, cresciuti e vissuti in un ambiente cristiano, ove abbiamo attinto la fede senza andare troppo lontano, a differenza di quanti, non ancora battezzati, cercano la vera fede cristiana. Però attenti: essere battezzati, non vuol dire che automaticamente siamo cristiani e credenti, a meno che non si chiama “fede” un qualcosa che non ha nessuna incidenza nella vita!  Nella nostra società, ci sono troppi “battezzati”, ma pochi cristiani credenti”: cristiani non si nasce, ma si diventa lungo l’arco della vita. C’è purtroppo l’incoerenza personale di tanti cristiani, per i quali i Sacramenti della fede, assumono una concezione che sa di “magia”, come se i riti sacramentali avessero valore di per se stessi, indipendentemente dalle disposizioni personali. Non è solo il rito del Battesimo che salva; non è solo l’andare a Messa che fa il cristiano, ma è percorrere un cammino di fede che ha avuto inizio col Battesimo. I Sacramenti sono mezzi di salvezza se e nella condizione in cui il “dono di Dio” che in essi si esprime, incontra una adeguata corrispondenza umana. Dio ci vuole tutti salvi, per questo Gesù Cristo è venuto su questa terra, per mostrarci l’amore del Padre. Ora Dio ci ha amato e ci ama senza il nostro concorso, ma siccome siamo liberi, non ci può salvare senza la nostra cooperazione personale.

 

Nel decidere di battezzare i bambini, quel che conta non è la data e il tempo, ma percorrere un cammino di fede, per essere testimoni della fede che diciamo di professare. Le statistiche e l’esperienza dicono che molti bambini battezzati, non vengono poi di fatto, sufficientemente istruiti ed educati, nella fede cristiana, promessa solennemente al momento del Battesimo!

Dovremmo ricordarci di questo, negli anniversari: cioè, assieme al compleanno della nascita umana-corporale, esaminiamoci anche sul compleanno della nascita spirituale, cioè del Battesimo.

Pertanto quel Gesù, umile e nascosto, che andò verso Giovanni Battista per immergersi nelle acque del Giordano ed essere battezzato, è lo stesso che, misteriosamente nascosto nei segni del pane e del vino, sta per venire anche a noi in questa assemblea eucaristica. Noi lo accogliamo oggi con le stesse parole con cui al Giordano, l’accolse quel giorno Giovanni Battista, dicendo:”Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che prende sopra di sé, il peccato del mondo”.

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