XXI Domenica Tempo Ordinario

Pubblicato in Domenica Missionaria

 “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, molti cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”. Lc.13,22-30

Il Vangelo di Luca ci mostra oggi Gesù in cammino verso Gerusalemme. E’ costante preoccupazione di Luca presentare il cristianesimo come una “via”, una sequela, un “cammino” dietro a Cristo-Via. I cristiani non sono discepoli seduti in una scuola attorno al loro maestro, ma discepoli che seguono il maestro, camminando dietro di lui. Bisogna correre per avvicinarsi a Cristo meta; il corridore non ha mai il diritto di fermarsi in atteggiamento soddisfatto come se fosse giunto alla fine.”Se dici “basta”, sei perduto!”- dice s. Agostino. E uno che è in cammino non può dire di essere arrivato o salvato; è presunzione e falsa sicurezza ritenersi già a posto e salvati quando si è ancora in cammino.

> Il tema-chiave di oggi è appunto quello della salvezza; di qui la domanda a Gesù da parte di un tale:”Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. La domanda verte sul numero, ma Gesù non risponde se sono pochi o molti, ma sposta l’attenzione dal “quanti” al “come” ci si salva, e risponde:”Sforzatevi di entrare per la porta stretta”..La stessa cosa avvenne quando i discepoli chiesero a Gesù: ”Quando avverrà il ritorno del Figlio dell’uomo”, e Gesù rispose indicando “come” prepararsi a questa attesa. Il Signore vuole educare i discepoli e noi a passare dalla curiosità, dalle questioni oziose, alla sapienza, ai veri problemi della nostra salvezza, e ai requisiti richiesti.

/ Pertanto Gesù coglie l’occasione per ammaestrare i discepoli sui requisiti della salvezza e circa il modo di salvarsi, e ci offre due vie: una negativa e l’altra positiva; prima ciò che non serve o non basta, poi ciò che invece serve per salvarsi.

1. Via negativa. Non serve e non basta a salvarsi il fatto di appartenere ad un determinato popolo o istituzione, o di aver conosciuto Gesù. Ci sono cristiani che si credono a posto con la loro anima perché appartengono alla Chiesa, perché sono battezzati o perché fanno battezzare i propri figli, fanno fare la prima Comunione, la Cresima; partecipano ai funerali, ai matrimoni, o a certe funzioni religiose, senza le opere di fede, come cristiani anonimi!..Di questi, Gesù dice:”Quanto pochi sono quelli che trovano la via che conduce alla vita”(Mt.7,14). Spesso l’abitudine ci rende insensibili all’amore del Signore, sempre nuovo che chiede di più! Alcuni cristiani, dicono di essere credenti, anche se non praticanti, è una stupidaggine e ipocrisia! Sono le opere che confermano la fede.

2. Via positiva. Occorre qualcos’altro, e Gesù la indica con l’immagine della “porta stretta”.

Ciò che ci mette sulla strada della salvezza, non è un qualche titolo personale di possesso.., ma una decisione personale. La porta della salvezza c’è e tutti possono entrarvi, per la redenzione offertaci da Gesù Cristo, ma è altrettanto vero che la porta è “stretta”, e per entrarvi richiede sforzo e umiltà.

/ E’ lo stesso come dire che ci sono due tipi di vie, una larga e l’altra stretta.

a. La via degli empi: è larga, sì, ma solo all’inizio; a mano a mano che ci si inoltra in essa, diventa sempre più stretta, scomoda e strettissima alla fine, perché finisce addirittura in un vicolo cieco! Questa conduce alla morte, perché non si è tenuto conto dei Comandamenti di Dio e delle Beatitudini del Signore. La gioia terrena diminuisce via via che la si gusta, fino a generare nausea e tristezza, come una coppa che contiene nel suo fondo della feccia.

b. La via dei giusti: è stretta all’inizio quando la si imbocca; ma poi diventa larga, perché si incontra Gesù e conduce alla vita, perché si è osservato il comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. La gioia che viene da Dio si accresce di intensità e genera un desiderio sempre più forte a mano a mano che la si gusta.

/ I “benpensanti” si cullano nella convinzione di essere dalla parte giusta a differenza degli altri! Concepiscono il cristianesimo come un mezzo magico di salvezza. Pertanto, che la porta della salvezza sia stretta e ardua, lo sappiamo: perché  l’amore di Dio è esigente; la “pedagogia” divina non è debole né permissiva, ma esigente e anche severa; perciò non rifugge dai metodi duri ma efficaci e salutari. Ciò che conta è agire e stare vigilanti fino alla fine, perché non c’è prenotazione che ci garantisca una volta per tutte, un posto nel Regno di Dio!

> Ricordiamoci del popolo giudaico a cui sono subentrati i pagani, similmente come “popolo di Dio”. L’importante è di non “sbagliare porta”, e non credersi a posto per aver osservato qualche pratica cristiana, accontentandosi di una fede a buon mercato, vissuta in un piccolo gruppo(ghetto), in cui ci si trova a proprio agio, senza rinunce e senza sacrifici. Ricordiamoci che sarà triste sentirsi dire alla fine della vita:” non vi conosco, non so di dove siete”! Parole gravi!..Terribile rifiuto a chi bussa con la presunzione di essere riconosciuto soltanto perché nato cristiano. E’ la stessa risposta data alle vergini stolte che si sono trovate con la lampada spenta all’arrivo dello Sposo. Qui non si tratta di una condanna, ma di un avvertimento, di una preoccupazione pastorale del Vangelo, per non lasciarci trascinare dai piaceri della vita presente!..”Il Signore corregge colui che ama”.

/ La sola strada che conduce alla salvezza e al Regno di Dio è quella su cui si è incamminato il Signore, seguito dai Santi: una strada in salita, dura sì, ma su cui avanzano con gioia uomini e donne che vengono da ogni luogo, impazienti di entrare nel Regno di Dio, costi quello che costi.

Costoro hanno messo in pratica l’avvertimento di Gesù: ”Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”(Mt.16,24); e:”Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo”(Gv.10,9). “Io sto alla porta e busso”, dice il Signore. Ma la porta della vita si apre solo dal “di dentro”, e soltanto il Signore può aprire, e soltanto Lui possiede la chiave, perché il Regno di Dio non è un possesso, né una conquista nostra, ma soltanto un “dono” suo. Questo dono di Dio può passare ad altri, proprio a quelli che noi consideriamo ultimi e più lontani, e peccatori… La porta viene aperta soltanto a chi viene riconosciuto dal Signore.

> Certo “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi”(I Tim.2,4), a noi però la scelta della via e della porta, perché Dio ci lascia liberi e non costringe a salvarci se non lo vogliamo. Tuttavia  il Signore non forza la porta di nessuno, ma che sta alla porta e bussa. Però ricordiamo che: “il Regno dei cieli soffre violenza, e i violenti se ne impadroniscono”, ci ammonisce Gesù(Mt.11,12).

/ Dobbiamo temere che la “porta stretta” non diventi anche per noi cristiani una “porta chiusa”.

La parabola della “porta stretta” rimane un urgente invito a convertirci e a conformare la nostra condotta all’insegnamento di Cristo.

> Un autore dice:”Se non hai il paradiso in fondo al cuore, non sperare di entrarvi”.

/ Ogni Eucaristia che celebriamo è la riconferma e la garanzia che Dio ci ha dato Gesù, ci vuole bene e ci vuole tutti salvi.

/ Chiediamo alla Madonna che ci prenda per mano e ci conduca alla porta che immette nella vita eterna.

 

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