XV Domenica Tempo Ordinario

Pubblicato in Domenica Missionaria

“Chi è il mio prossimo”?…..Va e anche tu fa lo stesso”. Lc.10,25-37.

La parabola del Signore, del Buon Samaritano, è una storia “grande”, grande come il mondo: è la storia dell’umanità! Non è una lettura allegorica, ma è lo “sfondo” della storia della salvezza. La frase sulla quale fa leva la liturgia, nella lettura cristologia, è questa:”Gli si fece vicino”. Il gesto più importante che fa il Samaritano è quello di non tenersi alla larga, come il sacerdote e il levita, ma di farsi vicino, cioè prossimo. Pertanto Colui che per eccellenza si è fatto vicino all’uomo, è Dio in Gesù Cristo. Adesso capiamo la parola profetica della prima Lettura(Deut.):”La Parola di Dio è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica”. Così pure la seconda Lettura(Col.) ci parla anch’essa di questo “farsi vicino” di Dio in Gesù Cristo,”l’Immagine del Dio invisibile”..che ha riappacificato con il suo Sangue, Dio e l’uomo. L’amare il prossimo, il farsi a lui vicino, è una conseguenza del fatto che Dio ha amato noi e si è fatto vicino a noi. Noi non dobbiamo amare il prossimo perché Dio ami noi, ma perché Dio ha amato noi.

> Dopo questa premessa, consideriamo ora: chi è il mio prossimo; e in che modo farsi vicino.

I - “E chi è il mio prossimo”. Il dottore della legge quando chiese a Gesù, “chi è il mio prossimo”, era assillato dal problema allora in voga su chi poteva essere considerato “prossimo”. Per gli israeliti,”prossimo” erano tutti i connazionali e i proseliti; mentre i “pagani”, cioè i non-israeliti, venivano esclusi! Ora Gesù risponde in realtà ad un’altra domanda: come tu puoi diventare prossimo dell’altro. Non c’è nessun limite, prossimo è universale, è l’uomo in quanto tale, anche se è nemico!. In pratica, chiunque ha bisogno di me, questi è il mio prossimo. Prossimo non si definisce, dice Gesù, ma si diventa. Non si tratta di definire il prossimo a partire da se stessi, si tratta piuttosto di collocare se stessi a partire dall’altro, cioè a chi posso farmi prossimo. Questa è la grande inversione di marcia: farsi prossimo di ogni uomo bisognoso. Difatti Gesù ci dice:” Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Questo lo fanno anche i pagani!”. Bisogna andare oltre, perché “Dio ci ha amati mentre eravamo nemici e peccatori”(Rom.5,6-8).

II - Come farsi prossimo e vicino.  Bisogna farsi vicino “a fatti”, non a parole. Luca nel Vg. vuol mostrarci come Dio ha amato gli uomini fino a donare il suo proprio Figlio. Dunque solo nell’amore che Dio ci ha mostrato, si trova il perché di questo comportamento richiesto al discepolo. E’ Gesù infatti il Buon Samaritano, è lui che è sceso e ci ha raccolto dalla strada, dove stavamo per morire dissanguati. Riflettendo sul comportamento di quel sacerdote e di quel levita che passarono oltre senza fermarsi per non sporcarsi le mani, forse ci siamo irritati! Penso che dovremo cambiare il bersaglio della nostra ira: quante volte quel sacerdote e quel levita, sono io stesso, noi stessi. Quante persone mezzo morte abbiamo incontrato anche noi sulla nostra strada. Sappiamo che esistono nel mondo i poveri, e abbiamo tirato diritto per paura di sporcarci le mani, o con la scusa di “non tocca a me”! E’ molto plausibile che Gesù abbia messo in scena quei due personaggi proprio perché essi potevano avere delle ragioni, e per di più “sacre” per non fermarsi; ma Gesù non li scusa, perché i doveri religiosi e rituali vengono dopo quelli dell’assistenza e della carità, per chi soffre: “Il sabato è fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato”(Mc,2,27).

> Sono passati i filosofi che discutevano sulla natura dell’uomo; i legislatori e i politici, che progettavano riforme per rendere l’uomo meno infelice; i moralisti, che imprecavano contro i cattivi costumi e soffermandosi su di un culto a Dio ove è assente la carità verso il prossimo. Si sono fatte tavole rotonde e grandi conferenze sulla fame nel mondo; si sono innalzate barriere, frontiere e mura; ci si lamenta per l’inflazione, la crisi economica, la globalizzazione, la disoccupazione.. e intanto si vendono le armi ai paesi poveri; si spendono miliardi per l’acquisto di un giocatore; milioni per andare a sentire un cantante. Ci si lamenta se non abbiamo abbastanza soldi per la casa al mare o ai monti, e intanto nelle famiglie ci sono  2  o  3 macchine; si coccolano i figli fino a viziarli, senza far mancare loro niente, e facendoli crescere smidollati e col cervello appiattito davanti ai computer e internet, e non si fa caso ai 2/3 dell’umanità affamata e bisognosa di tutto.

> Chi di costoro si è chinato sull’umanità bisognosa? Nella vignetta di un giornale, un giorno, c’era scritto: “Promesse al Terzo mondo: l’Occidente ha una parola sola: Poverini”!.. Questi sono i peccati sociali, e le strutture di potere finalizzate solo al profitto. Peccati sono anche quelli contro l’ambiente; anche quando i responsabili di grandi banche internazionali vengono indagati e incriminati per intrecci illeciti col mercato della droga e della vendita di armi..

Anche qui, come quei due del Vangelo, “guardiamo, e passiamo oltre..”

/ Si dice che con l’avvento dei grandi mass media, con l’industria e i trasporti veloci, sono cambiati i ritmi interni e profondi del corpo umano. Si dorme un terzo del tempo in meno rispetto al passato. E’ cresciuta la qualità della vita, ma sono aumentati malattie e disagi di origine nervosa(es. la depressione);si vive più a lungo,ma certo,la salute è qualcosa di diverso da ciò che era un secolo fa!

// Gesù si è sporcato quando “scese nella cloaca di questo mondo”(Tertulliano), si è sporcato di tutti i nostri peccati, e li ha tolti con la potenza del suo amore e del suo sacrificio.

Il buon Samaritano, si dice nel Vangelo,”ne ebbe compassione”, questa è l’immensa tenerezza che Dio prova per ogni uomo, specie per coloro che noi escludiamo.

// E allora Gesù dice anche oggi a me e a te:”Và e anche tu fa lo stesso”, diventando il prossimo di chiunque ha bisogno di te. Guardiamoci intorno, quale è la persona intorno a noi, o la situazione alla quale possiamo “farci vicino”, farci prossimo. Chi ama, arriva sempre agli appuntamenti e al posto giusto e trova l’Amore. Prendiamo coscienza dell’appartenenza a questa umanità, ferita, abbandonata, mezzo morta sul ciglio della strada, che Gesù è venuto a salvare.

> Don Tonino Bello, così commentava questa parabola, che era la sua icone.”La tipologia del samaritano di fronte al viandante malconcio, può essere di tre tipi.1.C’è il samaritano dell’ora giusta, quello “del pronto soccorso, dell’assistenza immediata, delle cure ambulatoriali”. E’ quello che nel racconto evangelico di Luca è espresso con due atteggiamenti:”Ne ebbe compassione e gli si fece vicino”. 2. Poi c’è il samaritano “dell’ora dopo”, quello che si prende cura del poveretto, lo porta in una locanda, lo affida all’oste perché lo curi. 3. Infine c’è l’intervento”dell’ora prima” non registrato dal Vangelo, ma che don Tonino ipotizzava così:”Se il samaritano fosse giunto un’ora prima sulla strada, forse l’aggressione non sarebbe stata consumata”. Di qui, diceva a tutti:”è necessario che amiamo prevenendo i bisogni futuri, pronosticando le urgenze di domani, intuendo i venti in arrivo, giocando d’anticipo sulle emergenze collettive”. Un discernimento “dei segni dei tempi, il farsi prossimo, la fedeltà alla Chiesa, l’attenzione all’uomo e ai suoi bisogni come riflesso dell’amore di Dio, la disponibilità al servizio.   

> Imitiamo i Buoni Samaritani del nostro tempo: R. Follereau (per i lebbrosi); Abbè Pierre (Emmaus); Teresa di Calcutta (per i poveri e i più abbandonati); Gandhi (per la non-violenza);

 i missionari(che si giocano la vita per essere testimoni del Risorto); il Papa, che dirige la Chiesa contro le tempeste... Il Signore voglia che non veniamo alla prossima Eucaristia senza aver cominciato a fare qualcosa per gli altri.

> S. Agostino disse: “L’amore ha due gambe: l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Non diventare zoppo trascurandone uno, ma corri presso Dio con tutte e due le gambe”.

> Sulla strada da Gerusalemme a Gerico, si trova appunto il caravanserraglio(“khan”)del buon samaritano, e là c’è una pietra, sulla quale un pellegrino medievale ha inciso in latino un ricordo che dice:”Se persino sacerdoti e leviti passano oltre la tua angoscia, sappi che il Cristo è il Buon Samaritano, che avrà sempre compassione di te e nell’ora della tua morte ti porterà alla locanda eterna”.

// Buon Samaritano = Gesù // Viandante = Umanità malata // Strada = corso della vita

// Briganti difficoltà della vita  // Locanda = Chiesa //  Olio e vinoSacramenti.

                                           

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