X Domenica del TO / B - Se Satana scaccia se stesso è finito

Satana è finito. Satana è finito.
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Gn.3,9-15; Sal.129; 2Cor.4,13-18.5,1; Mc. 3,20-35

Gesù ha commesso un’autentica follia. Di fronte al rifiuto da parte di Israele che addirittura ha deciso di assassinarlo Gesù rompe e istituisce dodici discepoli, dodici come le tribù che componevano Israele. Gesù compone il nuovo Israele.

Di fronte a questa clamorosa rottura di Gesù con l’istituzione religiosa ecco la reazione della famiglia e dell’istituzione. Scrive l’evangelista Marco al capitolo 3, versetti 20-35, che I suoi sentito questo, cioè sentita questa rottura di Gesù con l’istituzione, escono per andare a prenderlo, letteralmente catturarlo, è lo stesso verbo della cattura di Giovanni Battista e di Gesù, poiché dicevano è fuori di sé, cioè è pazzo perché poteva essere soltanto una pazzia.

L’evangelista per giustificare questa accusa di pazzia inserisce anche l’accusa da parte degli scribi che sono scesi niente meno da Gerusalemme, la sede dell’istituzione religiosa, gli scribi sono i massimi responsabili del sinedrio, che sentenziano costui è posseduto da Beelzebùl.

Chi è Beelzebùl? C’era una divinità filistea chiamata Beelzebub che era il dio delle mosche e i farisei, per impedire il culto verso questa divinità, c’era anche un re, il re Acazia che era andato a perpetrare la guarigione, l’avevano trasformato in Ba al zĕbūl, cioè il dio del letame, non solo non protegge dalle mosche, ma le attira. L’accusa che fanno gli scribi è sottile: attenti a Gesù, non possono negare che Gesù non guarisca le persone, ma le guarisce per infettarle ancora di più.

Allora Gesù li convoca e dimostra l’inconsistenza del loro discorso dicendo come può Satana scacciare se stesso? Se Satana scaccia se stesso è finito. E poi, ecco la sentenza molto dura in verità, quindi quello che Gesù afferma è sicuro, tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche le bestemmie che diranno. I peccati frutto di ignoranza, di fragilità saranno perdonati, ma, dichiara Gesù, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna.

E poi Gesù continua Poiché dicevano è posseduto da uno spirito immondo, ecco il motivo. Cos’è questo peccato contro lo Spirito Santo? È quello che già il profeta Isaia aveva dichiarato, sono coloro che chiamano bene il male e male il bene. Cioè questi scribi capiscono, loro lo sanno, è gente colta, gente che conosce la Bibbia. Sanno che se Gesù agisce così lo fa per la forza che gli viene da Dio, ma non possono ammetterlo perché se lo ammettono crolla tutto il loro prestigio e il loro dominio che c’hanno sulla gente. Allora diffamano Gesù. Allora dicono che quello che è bene, l’attività che Gesù sta facendo, è male per mantenere il proprio prestigio. Ma perché non saranno mai perdonati? Perché mai chiederanno perdono. Quando Gesù ha perdonato il paralitico gli stessi scribi hanno sentenziato: bestemmia, cioè è reo di morte.

In questo frangente scrive l’evangelista giunsero sua madre e i suoi fratelli, quindi tutto il clan familiare e stando fuori, stando fuori significa che non hanno compreso l’insegnamento di Gesù, ritenendo di avere un potere su di lui lo mandano a chiamare. Ma, sottolinea l’ evangelista, c’è un impedimento. Tutto attorno a Gesù era seduta la folla, e il termine che adopera Marco indica una folla mista di persone impure, di persone pagane e gli dissero: ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano, il verbo cercare nel vangelo di Marco ha sempre una connotazione negativa nei confronti di Gesù.

Ed ecco la risposta tremenda, terribile da parte di Gesù Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Cioè quelli là fuori? Quelli che si vergognano di me, del pazzo di casa? E girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, quindi non vede né la madre, né i fratelli che sono rimasti fuori, Gesù afferma ecco mia madre e i miei fratelli.

E poi l’invito, l’invito rivolto al suo clan familiare, in particolare alla madre e ai fratelli chi compie la volontà di Dio costui è mio fratello, sorella e madre. A Nazareth il clan familiare di Gesù è vittima dell’insegnamento degli scribi, pensano veramente non solo che Gesù sia matto, ma che sia un posseduto. Gesù vuole arrivare a far comprendere che i veri posseduti sono i rappresentanti dell’istituzione religiosa che, per non perdere il proprio prestigio, dicono che l’azione di Gesù è negativa e fa male.

* Padre Alberto Maggi, OSM, Centro Studi Biblici G. Vannucci, a Montefano (Mc).

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Giugno 2024 17:33

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