Es 34,4-6.8-9;
2 Cor 13,11-13;
Gv 3,16-18.
Le Letture che la Liturgia ci presenta in questa solennità della Santissima Trinità ci invitano a contemplare il Dio che è amore, che è famiglia, che è comunità e che ha creato l'umanità per condividere questo mistero d'amore. Ci svela il mistero della vita intima di Dio: un Dio amore e un Dio-comunione; una comunione infinita d’Amore, cioè un Dio che è amore unico in tre Persone; un Dio comunità che cha creato l’umanità per condividere questo mistero d'amore.
Dio è ricco di amore e di fedeltà
Nella prima lettura, il Dio della comunione e dell'alleanza, impegnato a stabilire legami familiari con l'umanità, si presenta davanti a Mosè: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà”. Dio non menziona la sua grandezza e onnipotenza, la sua potenza e maestà; ma menziona le "qualità" che lo rendono il partner ideale dell'alleanza. Questa definizione di Dio manifesta il suo amore misericordioso: un amore che vince il peccato, lo copre, lo elimina. Noi abbiamo un Dio che rinuncia a distruggere i peccatori e che invece vuole manifestare il suo amore in maniera ancora più profonda e sorprendente con loro.
Continuando il testo, Dio parla della sua misericordia ("fino alla millesima generazione"), che è illimitata e sproporzionata rispetto alla sua ira ("fino alla terza e quarta generazione"). Il punto essenziale è questo: Dio ama il suo popolo e se ne prende cura con bontà e tenerezza. La sua misericordia è illimitata e, qualunque cosa accada, egli trionferà sempre. Israele, il popolo dell'Alleanza, può essere rassicurato e fiducioso, perché Jhwh, il Dio dell'amore e della misericordia, garantisce la sua eterna fedeltà a questi attributi che caratterizzano il suo essere.
Nella seconda lettura, Paolo esprime - attraverso la formula liturgica "la grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore del Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con voi" - la realtà di un Dio che è comunione, che è famiglia e che vuole attirare gli uomini in questa dinamica di amore. Perché Dio è “Dio dell’amore e della pace”, è un Dio che propone la riconciliazione e, per mezzo di essa, la pace. L’amore di Cristo si rivela con il dono della pace e la comunità cristiana dev’essere una comunità piena di amore. In ogni Eucaristia siamo invitati a scambiarci un segno di pace: una stretta di mano, che esprime l’affetto e l’unione.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio
Nel Vangelo, Giovanni ci invita a contemplare un Dio il cui amore per l'umanità è così grande da mandare il suo unico Figlio nel mondo; e Gesù, il Figlio, realizzando il progetto del Padre, ha fatto della sua vita un dono totale, fino alla morte di croce, per offrire agli uomini e alle donne la vita definitiva. In questa fantastica storia d'amore (che si estende al dono della vita del Figlio unigenito e amato), si rivela la grandezza del cuore di Dio.
L'amore di Dio si esprime nell'offerta all'uomo di una vita piena e definitiva. È un'offerta libera, incondizionata, assoluta, valida per sempre; ma Dio rispetta assolutamente la nostra libertà e accetta che rifiutiamo la sua offerta di vita. Tuttavia, rifiutare l'offerta di Dio e preferire l'egoismo, l'orgoglio, l'autosufficienza, è un cammino di infelicità, che genera sofferenza, morte, "inferno". Noi credenti dovremmo essere testimoni di questo Dio che è amore; e le nostre comunità cristiane o religiose dovrebbero essere l'espressione viva dell'amore trinitario.
Il DISCEPOLO MISSIONARIO è consapevole, come l’ha ben detto Papa Francesco, che “il nostro essere creati ad immagine e somiglianza di Dio-comunione ci chiama a comprendere noi stessi come esseri-in-relazione e a vivere i rapporti interpersonali nella solidarietà e nell’amore vicendevole. Tali relazioni si giocano, anzitutto, nell’ambito delle nostre comunità ecclesiali, perché sia sempre più evidente l’immagine della Chiesa icona della Trinità. Ma si giocano in ogni altro rapporto sociale, dalla famiglia, alle amicizie e all’ambiente di lavoro: sono occasioni concrete che ci vengono offerte per costruire relazioni sempre più umanamente ricche, capaci di rispetto reciproco e di amore disinteressato”.