IV Domenica Di Pasqua

Pubblicato in Domenica Missionaria

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Gv.10,27-30.

                                                           

La IV Domenica di Pasqua è la Domenica del “Buon Pastore”. Gesù risorto oggi si presenta a noi come “il Buon Pastore” di quanti ascoltano la sua voce, si lasciano conoscere da Lui e lo seguono. La figura del “pastore” ci richiama il ministero pastorale e per questo la Chiesa ci invita a guardare ad un problema fondamentale per la sua vitalità e celebra oggi la “Giornata Mondiale per le Vocazioni ecclesiastiche”.

> La Parola di Dio oggi ci parla di “pastore e di greggi”. Paragonare i fedeli ad un gregge, ci lascia nell’animo un certo disagio. Oggi ci sentiamo sempre più estranei(in Italia) alla vita agricola, pastorale e campagnola, vivendo in una civiltà sempre più industrializzata e lontana dai campi, e perciò diventa difficile per noi capire cosa rappresentasse il gregge per un popolo di pastori.

/ Gli ascoltatori di Gesù invece erano appunto un popolo di pastori e Gesù sapeva adottare le sue parabole. Abramo era pastore, così pure lo erano Isacco, Giacobbe, Mosè, Davide, ecc. Tra il pastore e le pecore si instaurava un dialogo che era conoscenza e amore. Così le persone sono in uno speciale rapporto con il Signore: Egli le conosce, sa cosa è l’uomo, ogni singolo uomo, vede la sua indigenza ed entra nella sua solitudine e dona la vita eterna, a patto che l’uomo sia aperto al suo dialogo d’amore. Come “Pastore” Cristo instaura rapporti personali anche con ciascuno di noi, singolarmente. Egli ci “conosce” e noi lo “conosciamo”a tu per tu. E come “agnello” Cristo ci ricorda che la sua logica è la logica della donazione, non dello sfruttamento; del servizio, non del potere; del sacrificarsi per gli altri, non del sacrificare gli altri a sé. Gesù non era il “Messia politico” atteso dai Giudei, ma il pastore che dona la vita eterna e che rivela l’amore del Padre.

In questa prospettiva, per la sua Chiesa, Gesù si è scelto come collaboratori gli Apostoli, e costoro a loro volta hanno scelto i propri successori, i Vescovi, e i loro aiutanti: i presbiteri e i diaconi, prendendoli dalle comunità di origine con una chiamata o vocazione speciale e particolare, che la distingue dalla vocazione alla famiglia ed anche a quella sociale nei diversi servizi al prossimo..

1) “Ascoltare”(“ascoltano la mia voce”): ascoltare Gesù è il primo impegno del cristiano. Anche per lui, come per gli apostoli, risuona la voce del Maestro. Paolo VI ha detto: “Cristo chiama ancora, non più sulla sponda di un lago tranquillo, ma su quella di un fiume gonfio e vorticoso, il fiume della storia, il fiume travolgente della vita moderna, nella quale voi tutti pescate a sorpresa inesauribili esperienze, stupende o tremende che esse siano”(Paolo VI).

2) Il vero ascolto avviene quando ci si lascia “conoscere dal Buon Pastore,(“Io le conosco”). Coloro che si lasciano conoscere da Gesù, ascoltando la sua chiamata, possono vedere lo splendore delle loro vesti rese “candide dal sangue dell’Agnello”(Apoc.).

3) Ma l’ascolto e la conoscenza, ha il suo culmine nel “seguire” il Buon Pastore,(“esse mi seguono”). Non basta ascoltare, non è sufficiente che Gesù entri nella stanza del nostro cuore, è necessario che noi usciamo con Lui, ripercorriamo i suoi passi; la sua strada diventi la nostra strada.  Certamente ognuno trova in Cristo la via della propria vita. Ogni cristiano è chiamato ad assumere nella vita un suo ruolo personale e irrepetibile e a dare il suo contributo originale alla crescita del Regno di Dio tra gli uomini. Ma il Signore chiama alcuni in modo particolare a seguirlo più da vicino con una vocazione speciale e una totale donazione di sé. Sono i sacerdoti, i diaconi, i missionari, i religiosi e le religiose, i laici consacrati, ecc. tutti i “buoni operai” del Regno di Dio.

A tutti noi Gesù continua a ripetere:”La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”(Mt.9,37-38)

> Che fare allora, cosa dare al Signore?.. Un “dono”( non un regalo) è sempre gradito, e quando vuoi fare “felice la persona che ami, cerchi sempre un dono, non “qualsiasi”, ma quello che sai che lui desidera. Ora quando questa Persona alla quale vuoi offrire un dono, è Dio, il “dono” non può essere che l’uomo stesso, se stesso:”la gloria di Dio è l’uomo vivente”(S. Ireneo), è questa la sua gioia. Quale Padre non gioisce nel vedere che uno dei suoi figli, già “tornato a casa”, gli vuol dare una mano perché tutti i fratelli ritornino a Lui? E allora come posso io essere “dono” per Dio?

> Nel campo missionario ci sono interi continenti dove si svolge l’attività missionaria, nei quali un solo sacerdote ha davanti a sé decine di migliaia di anime da assistere, per la promozione umana, e per evangelizzare(es.in Asia, Africa, America Latina..), mentre invece le vocazioni sacerdotali e religiose vanno scarseggiando e coloro che sono già sulla breccia invecchiano, si ammalano, vengono uccisi e non sono sostituiti!..

/ La Giornata odierna per le vocazioni, per ogni Chiesa particolare, costituisce un momento forte, quasi un punto di arrivo e di partenza di tutto il cammino che una comunità ecclesiale è chiamata a vivere permanentemente in chiave vocazionale.

/ Giovanni Paolo II disse: “Le vocazioni sono la misura della vitalità di una comunità cristiana, sono il termometro che segna la profondità di vita vissuta dai credenti di oggi sia a livello personale che comunitario”.

> Quante volte si raccolgono dalla bocca dei genitori queste frasi di desiderio: “Vorrei che ci fosse sempre l’oratorio; che mio figlio trovasse sempre un prete giovane che dia buoni consigli; che ci siano i campi scuola; che il prete segua i ragazzi, che non incappino in cattive compagnie, nella droga, ecc.; ci vuole un prete per tutte queste cose..”. Bene: tutte cose giuste! Ma se chiedessi a questi genitori: ”Hai chiesto a tuo figlio, a tua figlia se per caso non sentono il desiderio di consacrarsi a Dio a vita?”..Tranne pochi casi, spesso si sente rispondere dai genitori che sarebbe una sfortuna se il proprio figlio o la propria figlia si facesse prete o suora!..

/ Come vedete, si pretendono i preti per l’educazione, i sani divertimenti, i Sacramenti, ecc. ma non pensano di dare una mano alla Chiesa per migliorare il mondo nella giustizia, nella pace, nel santo timor di Dio, nel rendere il mondo più giovane e più pulito, attraverso le vocazioni ecclesiastiche.

I preti e le suore non cascano dal cielo, né si trovano belli e fatti nei supermercati, ma sono i giovani formati in famiglie sane e impegnate cristianamente, e poi affidati alla Chiesa per la formazione specifica.

> Pertanto queste considerazioni ci devono far riflettere, mentre celebriamo l’Eucaristia, per rinnovare la sua Passione e Morte. La “sete di anime di Cristo in Croce, non si è ancora estinta. Egli chiama i suoi prescelti per il lavoro apostolico, ma spetta a tutti noi offrire preghiere e sacrifici perché i chiamati rispondano generosamente, sostenuti da quanti cooperano a sostegno della Chiesa che faticosamente avanza tra mille difficoltà.

I Sacerdoti, i missionari, le suore, i consacrati, ecc. non hanno bisogno di complimenti, ma di sentire che non hanno dato invano la propria vita per il Signore. Ogni giorno il sacerdote prega per tutta la Comunità parrocchiale, ora almeno una volta all’anno..chiediamo la vostra preghiera per noi, perché possiamo sempre seguire l’esempio del Buon Pastore delle anime.

  • Don P. Mazzolari ha scritto:” Altri vi insegneranno a farvi ricchi, a guadagnare soldi, a regolare i vostri affari, a organizzare le vostre giornate..Questo non è il mio compito. Io sono qui per insegnarvi a diventare buoni in nome di Gesù Cristo, e a diventare buono insieme a voi. Nessuno vi potrebbe dare di meglio”.

/ E allora preghiamo, perché noi sacerdoti possiamo innamorarci sempre più di Cristo e della nostra vocazione. Noi dobbiamo trasmettere la Parola di Dio nel modo più attraente possibile.

La nostra preoccupazione è di piacere a Dio non al mondo. Il nostro non è un titolo di onore, ma un servizio di amore, come ha fatto Gesù. Se saremo buoni e santi noi, sarete pure voi buoni e santi.

/ Pertanto eleviamo la nostra preghiera e offriamo questo Sacrificio Eucaristico perché tutti coloro che il Signore chiama a realizzare la loro vita nella totale consacrazione a Dio, siano generosi nella risposta e fedeli nel seguire Lui, Maestro, nella via della perfezione evangelica.

O Maria, Madre della Chiesa e delle vocazioni, prega per noi.

 

 

Ultima modifica il Domenica, 10 Aprile 2016 16:15
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