Casimiro

La comunità dei Missionari della Consolata di Águas Santas (Portogallo) ha informato che sabato mattina, 14 gennaio 2023, è deceduto padre Casimiro Torres. Aveva 56 anni di vita dei quali 26 vissuti come sacerdote e Missionario della Consolata.

Poco più di un anno fa gli era stato diagnosticato un cancro e le prime cure le aveva ricevute in Tanzania dove era stato in missione per 20 dei suoi 26 anni di sacerdozio. Poi il 6 giugno dell’anno scorso era tornato in Portogallo dove è stato immediatamente ricoverato nell’ospedale di São João nella città di Porto per una degenza durata vari mesi. Il 22 novembre è tornato nella sua comunità di Águas Santas –diceva lui che ne sentiva la mancanza– e da quel momento, anche se la malattia avanzava minando inesorabilmente sempre più la sua salute, ha cercato di vivere normalmente i suoi impegni sacerdotali presiedendo l’eucaristia nella cappella pubblica della comunità fino a pochi giorni prima di morire.

La Tanzania nel cuore

Nato a São Mamede do Coronado il 2 luglio 1966, padre Casimiro Nuno Oliveira Torres aveva 56 anni dei quali 31 come Missionario della Consolata e 26 come sacerdote. Nel 1991, a Vittorio Veneto, aveva emesso la sua prima professione religiosa e fino al 1996 studiato teologia nel seminario teologico di Nairobi (Kenya). Il giorno 6 ottobre del 1996, nel suo paese natale, era stato ordinato sacerdote da Mons. José Augusto Pedreira e in seguito i primi anni del suo ministero sacerdotale li aveva vissuti nella comunità di Águas Santas come animatore missionario.

La sua Tanzania, che da allora ha sempre avuto nel cuore, l’ha raggiunta nel 2002. Dopo un periodo dedicato a imparare la lingua ha svolto attività pastorali a Sanza (fino al 2009), a Makambako (fino al 2011) e a Ubungu (fino al 2020). Nel 2020 è stato nominato superiore della comunità di Mjimwema dove è rimasto fino a quando, già malato, è dovuto rientrare in Portogallo.

La maggior parte della sua vita religiosa a missionaria padre Casimiro l’ha quindi trascorsa in Africa, nella sua amata Tanzania dove ha speso una parte importante della sua vita. In questi anni ha anche ospitato e animato molti giovani e gruppi di volontariato missionario, provenienti soprattutto dal Portogallo e dall'Europa.

In comunione fraterna con la sua famiglia, con i Missionari della Consolata e con le comunità cristiane alle quali ha annunciato il vangelo preghiamo il Signore per il suo eterno riposo.

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Ultimo fra gli ultimi

(Dall'omilia di p. Gianni Treglia, Superiore Provinciale)
Carissimo padre Casimiro, carissimo amico e fratello, tu hai saputo accogliere l'amore di Dio, accogliendo Dio stesso negli ultimi che hai sempre servito. Il mistero del povero è stato il tuo stesso mistero, come Gesù. Anche la croce hai portato in questi anni di sofferenza, senza lamentarti, accogliendo la volontà di Dio, donando tutta la vita, fino alla fine. Tre sono le caratteristiche che ho sempre visto e ammirato in te, fin dal tempo degli studi quando ci siamo conosciuti.

SILENZIOSO. Non eri un uomo dalle molte parole, piuttosto eri propenso all'ascolto. Nè mai ricordo che tu abbia alzato la voce per gridare o sgridare qualcuno. Eri piuttosto un uomo della presenza, del fare, concreto. In te riconosco il figlio del Beato Giuseppe Allamano, nostro fondatore, quando diceva che "il bene va fatto bene, e senza rumore".

UMILE. Mai hai preteso qualcosa per te stesso. Hai sempre ceduto il passo a qualcun altro: ai confratelli che con te hanno vissuto, alla gente che tanto amavi. Apparire davanti agli altri e più degli altri non era una faccenda che ti riguardasse. Come Maria, per te e per noi la Consolata, umile serva del Signore, hai semplicemente detto il tuo sì.

ULTIMO. Non parlo di una gara, né di graduatorie dove c'è chi arriva primo e in fondo chi arriva ultimo. No! Non solo hai servito gli ultimi e per essi hai speso tutto te stesso, tutta la tua vita, senza risparmi. Con gli ultimi ti sei fatto ultimo, uno di loro. Ho ancora negli occhi quando ogni giorno ponevi il tuo banchetto nella veranda della missione di Sanza, davanti a tutti, così da vincere la timidezza (spesso proprio perché si sente troppo povero, troppo ultimo, troppo indegno) di chi non osa varcare le barriere di un ufficio. Ultimo con gli ultimi, vero missionario secondo il cuore di Dio.

Carissimo Casimiro, mentre oggi preghiamo per te, accompagnandoti in questo ultimo tratto di strada, ringraziamo il Signore perché ci ha fatto dono della tua vita. La testimonianza della tua vita non solo è Vangelo vissuto, ma per tutti noi rimante Vangelo vivente. La testimonianza della tua vita sia consolazione per quanti ti hanno conosciuto, i tuoi familiari innanzitutto, tua mamma, tuo fratello con la sua famiglia, e tutti i missionari della Consolata, del Portogallo, dell'Europa tutta e, in particolare, del Tanzania. 

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Os caminhos que percorremos diariamente, os encontros que nos proporcionam esses caminhos percorridos, e os que estarão por percorrer, envolvem-nos permanentemente no amor de Deus. A experiência de fé ilumina o grande mistério de caminhos e encontros que enriquecem a nossa vida e fazem da história particular de cada um de nós um momento único e particular na redescoberta da fidelidade de Deus que pacientemente nos acompanha. No compasso é importante o ponto de apoio, o pé assente na terra, para desenhar a circunferência. Assim é, e deve ser, o nosso carisma. Um verdadeiro ponto de apoio no qual gira toda a nossa vida. Jesus, o Evangelho, é esse ponto de apoio. A missão, na sua essência, é proclamação da Boa Noticia do Evangelho que pressupõe a saída de si mesmo, dos nossos esquemas pessoais, das nossas ideologias para centrar o coração e a vida no essencial: Jesus Cristo, a Boa Noticia, a Palavra encarnada e definitiva de Deus.  Chamados por Deus a segui-lo como Missionários da Consolata, é fundamental ir à essência do nosso carisma, sob o qual nos reunimos e decidimos viver a radicalidade do seguimento de Jesus. É dever imperioso que não nos percamos no meio da massa, das comunidades cristãs, sem que a beleza e a originalidade do nosso carisma refresque e recrie a novidade de Jesus, que faz novas todas as coisas. Não somos melhores, nem diferentes por questões e lógicas humanas. Somos Missionários da Consolata, por vocação, a qual nos confere uma missão única e irrepetível na construção do Reino de Deus. As nossas fragilidades poderão tornar-se espaços de crescimento e enriquecimento. Deus sempre nos precede e acompanha na infinidade de caminhos e encontros que nos ajudam a viver a beleza do Evangelho, como Boa Noticia. Não percamos o fogo e não deixemos de centrar o nosso coração e a nossa vida, vivamos com intensidade, e percorramos os caminhos que Jesus percorreu ao passar da morte pata a vida. … Não nos ardia o coração ao partir do pão?…

25ª Peregrinação Anual dos Missionários da Consolata a Fátima - Despertem o Mundo - Um abraço entre a fé e a vida.

 

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