Ogni anno, i sacerdoti diocesani e consacrati di vari carismi che servono la Chiesa in Colombia si riuniscono nell'Incontro Nazionale di Animazione Vocazionale, organizzato dal Dipartimento per i Ministeri Ordinati e la Vita Consacrata della Conferenza Episcopale Colombiana.

Quest'anno si sono dati appuntamento nel Seminario Redemptoris Mater di Medellín, e dal 23 al 25 febbraio i 180 partecipanti giunti da varie parti del Paese hanno riflettuto sulla propria identità e sulla missione che svolgono.

Padre Juan Álvaro Zapata, direttore del Dipartimento, ha sottolineato che l'obiettivo di questa riunione annuale è fornire uno spazio di riflessione, analisi e criteri pastoriali per l'animazione vocazionale.

“Ciò che anima maggiormente i giovani è la testimonianza, l'entusiasmo e l'allegria che vedono nel loro animatore”, ha ricordato.

La quantità di strategie e la creatività possono infatti risultare inutili se chi le esercita non è convinto della propria vocazione.

“Nessuno dà ciò che non ha”, e per questo è importante coltivare l'amore per la propria vocazione per poter trasmettere con cuore grato la bellezza di essere chiamati da Dio a lasciare tutto e a seguirlo.

Questo rinnovamento interiore porterà come conseguenza strategie adeguate per un piano pastorale realista ed efficace in cui ciò che conta è l'azione dello Spirito che tocca il cuore di chi dall'eternità è stato scelto da Dio per lavorare nella sua messe.

Per questo, ha commentato padre Zapata, un momento importante dell'Incontro è stato “lo spazio che ogni animatore ha avuto per analizzarsi individuando il profilo ideale che ci si aspetta da sé e confrontandolo con il profilo di Cristo”, che è Colui che chiama.

Le sfide

Per padre Zapata, le sfide per l'animatore vocazionale sono 6:


  1. Con se stesso. L'animatore deve essere convinto della propria identità e deve vivere con fedeltà la sua vocazione. Deve essere radicato in ciò che è e vivere felice della sua chiamata.
  2. Creare vincoli, relazioni. L'animatore vocazionale non è solo, e per questo è importante collegarsi ad altre persone che diano il proprio apporto, anche coppie.
  3. Saper utilizzare i nuovi spazi in cui si muovono i giovani. Promuovere l'uso delle reti sociali come canale di evangelizzazione, cercare strumenti creativi che offrano luci ai giovani.
  4. L'animatore vocazionale deve operare in diversi contesti sociali. Deve andare a cercare i giovani nelle scuole, nelle università, in strada...
  5. Arrivare alle famiglie. Si deve creare un piano pastorale in cui assistere le famiglie perché trasmettano davvero il Vangelo, la fede. È in famiglia che il giovane deve ascoltare il Vangelo.
  6. Spezzare la barriera tra diocesani e consacrati.Le vocazioni sono per la Chiesa; l'animatore vocazionale è un mezzo.

È importante raccomandare a Dio i frutti dell'animazione vocazionale perché continui a inviare operai alla sua messe; operai entusiasti, allegri e convinti della chiamata che hanno ricevuto.

Che i giovani che ascoltano la chiamata di Dio la accettino con umiltà e rispondano con generosità, perché Egli non toglie nulla e dà invece tutto.

Fonte: Aleteia,

 

Mi Vocacion

Bueno padre yo nací en 1995 un 14 de Marzo en Chaparral – Tolima, soy el segundo de tres hijos mi hermano mayor Jonathan que ahora trabaja con mi papá, mi hermana menor Laura Vanessa que estudia todavía en el colegio. Mis papás Fabio Alarcón; constructor y Nury Lozano; coordinadora de la red juntos de acción social.

En el año 2006 ingrese al colegio La Medalla Milagrosa hasta el 2011, sin malgastar tiempo pude mientras estaba en el colegio; hacer parte del grupo de danzas el cual coordinaba, estudiar salud ocupacional, participar en el concejo estudiantil, y terminé por ser el personero, me postulé por recocha y terminé ganando jaja pero pude lograr una emisora que era lo que más quería y otros cambios en el plantel.

En el grado once fueron unos muchachos a decir que eran seminaristas que invitaban a una encuentro vocacional para los que querían ser sacerdotes… unos compañeros y yo levantamos la mano y fuimos, ahí conocí que existía eso de “seminario” seguí ahí hasta Diciembre, empezamos 37 jóvenes terminamos 6 los cuales pasamos un montón de filtros y cuando me vi fue metido en el Seminario mayor la Providencia de Espinal; disque para hacer un propedéutico. Les dije a mis papás y no querían y a mis compañeros y no me creían; decían que no iba a durar porque yo rumbeaba mucho y además tenía una novia en ese tiempo que quería arto.

Sin importar críticas entré a ser Seminarista, después de estar allá le terminé a mi novia pero ella lo supo entender, me dijo que si eso era lo que me gustaba y me hacía feliz, ella también estaría feliz.

Estuve allá dos años estudiando y haciendo pastoral. Monseñor Pablo era el obispo en ese tiempo y me mandó a eso de escuela de Líderes 2 periodos consecutivos en Cachipay. Después de acabar con todo lo que el seminario me tenía para el año 2013 fui a donde Monseñor Pablo a decirle que no me sentía cómodo en el seminario diocesano que me diera un año de experiencia libre, para poder tener la experiencia de trabajar y   hacer misión porque entre mis planes estaba entrar al equipo de Otro mundo es Posible, él se molestó mucho pero terminó firmándome la carta.

Apenas salí de la casa del Obispo. Llamé al padre Alonso que si me aceptaba porque antes él había dicho que no!, porque yo era seminarista y no quería q me saliera.   A él lo conocí en el 2010 en las convivencias del colegio. Él me dijo que lo iba a analizar bien y después me dijo que sí.

Entré el 15 de Enero entré al Proyecto en Bucaramanga, al cual le agradezco por enseñarme la Humanidad de Jesús y hacerme salir de la cuadrícula en la que estaba. Allá aprendí mucho de trabajo, comunidad y espiritualidad, las experiencias en la realidad de la misión enriquecieron mi opción por la gente y me alegraba el alma. Cada misión que conocía, cada actividad que hacíamos me mostraba lo duro pero lo bueno que se pasa siendo misionero. Ver como un padre se salía de los esquemas de un templo para poder llegar hasta una comunidad de personas que al escucharlo gritar en una barca por el rio putumayo: Misa! Misa! Salían en su barquitas para una iglesia que había por allá en la mitad de la naturaleza, y mientras esperábamos que llegaran todos los de la comunidad; llegaban también los animales a alegrarme el día; micos guacamayas pájaros…

Conocer las propuestas de Jesús, al fundador: José Allamano y su grandiosa misión de la consolación sobre todo su humanidad. Él fue normal como todos pero entendió de una mejor manera la humanidad, saber de Nuestra Señora de la Consolata su significado y su papel como guía de todo lo que hoy son los misioneros de la Consolata. Conocer lo que hacía el padre Etzio en el cauca con los indígenas, escuchar al padre Bonanomi me animaron a decir si!.

Y aquí estoy después de ese año misionero, expresé querer hacer parte de la comunidad de los misioneros de la Consolata. Me aceptaron y entro ahora el 15 de Febrero con ganas de poder hacer alguito. Jaja.

Esta es mi historia Padre. Ahora tengo ganas de saber más del Reino para entenderlo y amarlo cada día más.

Me gusta mucho la fotografía, la cultura ( el folklore), los animales, la naturaleza, los ríos, las motos y el estar bien con los demás.

Mis papás dicen que parezco un gitano de arriba para abajo, mi mamá me apoya y mi papá también. Pero si les digo que me salgo a estudiar otra cosa ellos encantados jaja.

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