TRADIZIONI CELTICHE

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Molte delle usanze irlandesi ancora oggi in vita risalgono a epoche antichissime, quando alla cultura e alla religione gaelica subentrò il Cristianesimo.

 

YULE

La data in cui si celebra il Natale è legata alle religioni degli antichi Druidi e Romani. Nel periodo del solstizio d’inverno, Alban Arthuan (in inglese “The Light of Arthur”, secondo la credenza che re Artù nacque il giorno del solstizio d’inverno), i Celti celebravano la rinascita del sole così come i Romani celebravano la nascita del dio Sole. Alban Arthuan è noto anche come Yule, che deriva dalla parola anglo-sassone “Yula” o “Wheel of the Year” e indicava la celebrazione del giorno più breve dell’anno e della rinascita del sole.
Inoltre si credeva che Alban Arthuan fosse un periodo di crescente fertilità, come lo erano altre feste celtiche, tipo Samhain o Beltane.

 

L’USANZA DI ARDERE IL CEPPO DI NATALE,

tradizione legata ancora oggi alle feste natalizie, nacque per onorare la grande dea madre.
Il ceppo veniva acceso alla vigilia del solstizio, usando i resti del ceppo dell’anno precedente, e veniva lasciato ardere per dodici ore come buon auspicio.

La decorazione del ceppo di Natale fu originariamente un’usanza pagana: si appendevano al tronco, solitamente di pino, numerose decorazioni colorate che stavano a significare gli astri tanto significativi per i pagani – luna, sole e stelle – e le anime di coloro che erano morti durante quell’anno.
Oltre a ciò si crede che anche il moderno scambio di regali derivi da una tradizione pagana che vedeva molti doni appesi all’albero in questione come offerte ai numerosi dei.

 

FATHER CHRISTMAS

Per quanto riguarda Babbo Natale, infine, anche tale tradizione sembra risalire in qualche tratto al periodo celtico.

I suoi elfi, infatti, sono una modernizzazione del “Nature folk” di origine pagana, e le sue renne sono associare all’”Horned God”, uno degli dei pagani.

CANDELE ROSSE

Una delle tradizioni più sentite del Natale irlandese è quella di accendere delle candele rosse, decorate con il classico agrifoglio, nelle finestre delle case. Tra i tanti significati di questa tradizione il più acclamato è quello religioso, per il quale l'usanza simboleggia l'uso delle candele come luce guida a San Giuseppe e a Maria durante la loro affannosa ricerca di una casa che li potesse ospitare. Per tradizione la candela viene accesa dal membro più giovane della famiglia mentre dovrebbe venire spenta da qualcuno che porta lo stesso nome di Maria.

 

L'ALBERO

Canta una antica e bellissima canzone natalizia, di origini tedesche: “Oh albero, oh albero, il simbol di Natale”.

La maggioranza delle tradizioni legate all’albero di Natale non ha radici cristiane, anzi la Chiesa appoggia ovviamente con molta più veemenza la simbologia del presepio, sebbene successiva in termini di tempo. Il presepio arriva infatti solo nel XIII secolo con S. Francesco, mentre ufficialmente secondo la tradizione cristiana il primo albero fu addobbato nell’VIII secolo dal missionario inglese Bonifacio (sebbene vedremo che la tradizione dell’albero di Natale è ancora più antica).

L’albero è considerato un simbolo di vita da tutte le culture. Questa tradizione vige soprattutto fra i popoli tradizionalmente più legati alle forze della natura. Per i Celti l’albero diventa un mezzo per celebrare il “culto della luce” nel giorno del solstizio d’inverno, la nostra Notte di S.Lucia, la notte più lunga dell’anno. L’albero è la speranza della rinascita nel periodo buio e quindi l’invocazione della luce tramite la nascita del Sole Bambino.

Le palle colorate di oggi erano i frutti e i dolci di un tempo, legati ai rami dell’albero per simboleggiare la nascita della vita nella primavera dopo l’inverno, che si perpetua attraverso un albero che non muore (l’Abete sempreverde).

Il termine “luce” viene sostituito in celtico da ur, per cui “culto di Ur” genera la parola cultura.

Cultura e Albero della Conoscenza, meglio noto come Albero del Bene e del Male del Giardino dell’Eden, sono strettamente legati. Diventa chiaro allora che questa figura della Sacra Bibbia origina dalla tradizione celtica.

All’Abete in particolare è stato affidato il compito di simboleggiare il Natale in tutto il mondo. Questo ruolo risiede nelle radici stesse del suo nome (in latino Abies alba): A-bete è la composizione di alfa e beta secondo l’alfabeto greco, o di alefbet, prime due lettere dell’alfabeto ebraico e caldaico. Quindi Abete significa l’ “Inizio di tutte le Cose”. Quale Albero migliore potrebbe simboleggiare il Natale, da Natalis dies “Giorno della Nascita”?

La forma dell’Abete è considerata una tendenza dell’albero a raggiungere il divino, per cui esso diventa un tramite posto da Dio stesso sulla Terra per ricongiungere divino e terreno. Per questo i popoli germanici chiamavano l’Abete e l’Uomo con lo stesso nome, Firaha.

 

IL VISCUM ALBUM

noto in italiano semplicemente come vischio, è una pianta cespugliosa che appartiene alla famiglia delle Viscacee (o Santalaceae secondo la classificazione APG).

Il vischio è una pianta sempreverde epifitaemiparassita di numerosi alberi, soprattutto latifoglie come ad esempio pioppiquercetigliolminoci, meli, ma anche sulle conifere: pino silvestre e pino montano. Se ne può notare la presenza specialmente in inverno, quando i suoi cespugli piantati nei tronchi sono evidenziati dalla perdita delle foglie della pianta che li ospita.

Attraverso un cono di penetrazione ha inizio la formazione di un piccolo tronco e lo sviluppo del vischio. Nel caso in cui le bacche cadano invece al suolo, muoiono senza germogliare. Di solito la pianta ospite non subisce danni a patto che non ci siano troppi individui, in tal caso per liberarsene si dovrà procedere a recidere il ramo.

 

Al vischio sono riconducibili leggende e tradizioni molto antiche: per le popolazioni celtiche, che lo chiamavano oloaiacet, era, assieme alla quercia, considerato pianta sacra e dono degli dei; secondo una leggenda nordica teneva lontane disgrazie e malattie; continua in molti paesi a essere considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio: diffusa è infatti l'usanza, originaria dei paesi scandinavi, di salutare l'arrivo del nuovo anno baciandosi sotto uno dei suoi rami.

Nel VI libro dell'Eneide di Virgilio, dove si racconta la discesa di Enea nell'oltretomba, la Sibilla cumana gli ordina di trovare un "ramo d'oro" (cioè di vischio, secondo gli studi antropologici) che sarà necessario per placare le divinità infere durante la sua catabasi. L'antropologo britannico James Frazer ha dedicato a questo mito una poderosa ricerca.

 

AGRIFOGLIO

 

L'Agrifoglio (Ilex aquifolium L.), detto anche Aquifoglio, Alloro spinoso, Pungitopo maggiore, è una pianta appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae.

L'agrifoglio è una pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano, si dice che proteggesse dai demoni e portasse fortuna. I suoi primi utilizzi risalgono all'Irlanda dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di utilizzarlo per decorare le proprie abitazioni. 
I pagani (principalmente la tradizione celtica della festa di Yule), celebravano la rinascita del sole al solstizio d'inverno (analogamente aiSaturnali e al Sol Invictus-Natalis Invictus per l'impero Romano). La rinnovata ascesa del sole in cielo che iniziava al solstizio era simbolicamente inscenata come una battaglia tra la quercia estiva e, appunto, l'agrifoglio invernale. 
Le rosse bacche dell'agrifoglio rappresentavano la fertilità durante la profonda oscurità invernale, una promessa di ritorno di luce e calore.

Successivamente, i cristiani, nel tentativo di soppiantare le festività pagane sovrapponendo a queste dei nuovi significati, posero il Natale proprio il 25 dicembre, semplicemente sovrapponendosi (e in realtà mantenendo) la precedente antica tradizione. 
Visto che molti simboli della tradizione precedente, come l'agrifoglio, persistevano alla tentata cancellazione cristiana (essendo simboli non legati al cristianesimo il primo approccio provato fu l'eliminazione), la nuova religione cercò di ridefinire nel tempo il loro significato originale.

Secondo la nuova tradizione cristiana, la struttura della foglia infatti ricorderebbe la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. Inoltre i boccioli bianchi sarebbero immagine della purezza della Madonna. Tra le tradizioni cristiane si dice che le bacche dell'agrifoglio derivassero dal sangue coagulato di un pastore che nel recare doni a Gesù si era ferito con le foglie pungenti della pianta.

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 17:05
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