Vescovi africani: no alle colonizzazioni ideologiche

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No alla colonizzazione ideologica dell’Africa, mascherata da aiuti allo sviluppo: questo, in sintesi, il cuore della dichiarazione dei vescovi dell’Africa e Madagascar, diffusa in vista del summit sul piano di sviluppo post-2015, in programma a New York, presso la sede dell’Onu, dal 25 al 27 settembre. Il documento, siglato da 45 presuli del continente nel mese di giugno ma pubblicato solo ora, lancia “un pressante appello ai dirigenti politici ed ai responsabili di organismi internazionali”: “Abbiate il coraggio – scrivono i vescovi – di impegnarvi a rispettare, amare e servire l’Africa nella verità!”.

Proteggere e difendere i valori secolari africani
Di qui, il richiamo a “proteggere e difendere i valori secolari del continente” ed a “rinunciare alla seduzione del piacere, del denaro e del potere”. I vescovi si dicono, infatti, “feriti dagli attacchi” perpetrati dall’esterno “contro la vita, la famiglia, il sano sviluppo dei giovani e delle donne, il rispetto degli anziani” in Africa. Di qui, la denuncia di “interessi egoistici e perversi che si impongono rapidamente nel continente”, “con aggressività crescente”, “introducendo nella società un individualismo ed un edonismo estraneo” alla natura degli africani.

Allarme per nuovo colonialismo che fa leva su povertà della popolazione
Per questo, i presuli puntano il dito contro “un nuovo, terribile spirito colonialista”, che “dietro parole allettanti come libertà, uguaglianza, diritti, autonomia, democrazia e sviluppo” impone programmi denominati “eufemisticamente ‘Salute e diritti sessuali e riproduttivi’ come condizione per gli aiuti allo sviluppo”. Ma dietro tali denominazioni, ribadiscono i vescovi africani, si nasconde la diffusione di “preservativi, contraccettivi, programmi scolastici di educazione sessuale senza riferimenti morali, aborto”, “prospettive di genere”. Si tratta – si legge nella dichiarazione - di “una civilizzazione della morte” che fa leva “sulla povertà, la debolezza e l’ignoranza della popolazione e dei governi africani”.

No a programmi che uccidono il Continente
Quindi, la Chiesa di Africa e Madagascar invoca, a gran voce, “il rispetto della dignità” della popolazione del continente che “non è un mercato potenziale per le industrie farmaceutiche di contraccettivi e preservativi”. “A cinquant’anni dal colonialismo – chiedono i vescovi – non è tempo di permettere ai popoli africani di autodeterminarsi liberamente?”. Per questo, i presuli condannano il Protocollo di Maputo o la Campagna per la riduzione della mortalità infantile e materna nel continente che, introdotti dietro le pressioni politiche ed economiche internazionali, in realtà hanno “un unico obiettivo: il controllo e la riduzione drastica della popolazione africana e la demolizione pianificata del matrimonio e della famiglia”. “Noi africani – ribadiscono i presuli – dobbiamo categoricamente dire no a questo piano che uccide il nostro continente, facendo attenzione alle nuove colonizzazioni ideologiche”.

Combattere la schiavitù del denaro
E ancora: i presuli puntano il dito contro nuove forme di “schiavità in nome dell’idolatria del denaro” ed invitano “i responsabili politici e religiosi, che hanno l’incarico di guidare e proteggere le popolazioni africane, a studiare ed analizzare con attenzione le strategie ed i programmi di sviluppo della governance mondiale”, poiché essi, anche se parlano di “benessere e prosperità”, in realtà sono “veri programmi di distruzione dei valori umani, di uno sviluppo rispettoso della dignità e della sacralità della persona umana e della famiglia”. Tale appello della Chiesa cattolica si estende anche “alle altre confessioni religiose, ai cristiani, ai musulmani ed alle religioni tradizionali africane”, che condividono le preoccupazioni sulle minacce a “la bellezza ed alla sacralità della vita e della famiglia”.

Lo Stato onori la famiglia fondata su matrimonio tra uomo e donna
Infine, i vescovi esortano gli Stati e gli organismi internazionali ad “onorare la trascendenza, la centralità e la superiorità valoriale della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, della maternità, della vita, della religione”. “Risvegliate le vostre coscienze!”, è l’appello conclusivo dei presuli, che esortano a “non rubare agli africani la loro libertà sovrana e a non tradire la loro fiducia”. (I.P.)

 

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