Mozambico. Vescovo di Beira: a 2 mesi dal ciclone è ancora emergenza umanitaria

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I sopravvissuti dal ciclone Idai vivono ancora nei campi di raccolta

A pochi giorni dal passaggio del ciclone Kenneth e a due mesi esatti da quello ancora più disastroso del ciclone Idai, le città sulla costa del Mozambico, e in particolare Beira, continuano a fare i conti con l’emergenza della ricostruzione che ancora stenta a partire del tutto

Sono passati due mesi esatti dal passaggio del ciclone Idai sulle coste di Beira, in Mozambico, e l’emergenza umanitaria è ancora nel vivo dopo le piogge incessanti del mese di maggio e soprattutto dopo l’arrivo di un nuovo ciclone, chiamato Kenneth, che potrebbe aver scatenato una nuova epidemia di colera. Epidemia che, secondo le organizzazioni presenti sul luogo (in particolare Medici Senza Frontiere (Msf), potrà essere contenuta solo se arriveranno nuovi aiuti umanitari. Anche se nelle zone pesantemente alluvionate l’acqua si sta ormai ritirando, restano circa 73mila gli sfollati interni nella città di Beira e nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese.

Due cicloni in breve tempo: quali sono le problematiche

Le vere emergenze attuali del Mozambico, a meno di tre settimane da Kenneth e due mesi da Idai (che ha tolto la vita a centinaia di persone), riguardano le abitazioni rase al suolo e i raccolti distrutti o impossibilitati a partire a causa del maltempo incessante. Medici Senza Frontiere ha inoltre fatto sapere che se l’acqua stagnate dovesse continuare a restare nelle città, potrebbe rappresentare un grave problema per la salute degli abitanti sfollati, dato che il numero di zanzare si intensificherebbe e il rischio di trasmissione della malaria aumenterebbe anche a causa dell’assenza di abitazioni stabili. Al momento, tuttavia, l’emergenza colera pare essere stata circoscritta a pochi casi grazie all’ingente campagna di vaccinazioni avviata proprio da Msf.

Mons. Dalla Zuanna: la vera ricostruzione è ancora ferma

“Stiamo tornando con un po' di fatica alla programmazione pastorale tracciata a inizio anno, ma tutto questo è complicato. Molte comunità non hanno ancora una chiesa o una cappella agibile. Si celebra all’aperto o sotto delle tettoie provvisorie”: così ha riferito ai microfoni di Radio Vaticana Italia mons. Claudio Dalla Zuanna, vescovo della diocesi di Beira, aggiungendo però che a livello comunitario “c’è maggior unità, solidarietà e soprattutto attenzione ai poveri attraverso una rete ecclesiale di cura dei fratelli in estrema necessità”. Tuttavia, il vescovo di Beira resta molto cauto nel descrivere la situazione della ricostruzione nella provincia colpita dai cicloni, affermando che “per il momento non è ancora possibile vedere l’inizio di un serio cammino di ricostruzione, come sarebbe da sperare”. Dalla Zuanna ha poi fatto sapere che molte ditte di costruzione civile arriveranno da tutto il Paese a Beira per la fine del mese, quando ci sarà un incontro che vedrà coinvolti tutti i donatori e benefattori che stanno mettendo a punto i progetti di ripartenza.

Ascolta l'intervista a mons. Dalla Zuanna

Ultima modifica il Giovedì, 16 Maggio 2019 12:08

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