Inizia la maratona elettorale indiana: code, dalit respinti ai seggi, appelli della Chiesa

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Le urne rimarranno aperte dalle 7 alle 18. I risultati definitivi saranno comunicati il 23 maggio. Si registrano lunghe code e malfunzionamento del sistema di voto elettronico. La Federazione delle Chiese Telegu invita a votare per i candidati che lavorano per adivasi, tribali e dalit.

È iniziata alle 7 di stamattina (ora locale) la prima fase della lunga maratona elettorale indiana, che durerà per 39 giorni fino al 19 maggio. I numeri sono degni di nota: con circa 900 milioni di elettori, migliaia di seggi in tutto il territorio, 10mila candidati in rappresentanza di oltre 500 partiti che si contendono i 543 seggi della Lok Sabha, questa è la più grande tornata elettorale della storia.

In generale i seggi rimarranno aperti fino alle 18 di oggi pomeriggio, con alcune eccezioni a livello locale. I risultati definitivi saranno comunicati il 23 maggio. A vincere sarà il partito o la coalizione che raggiungerà i 272 seggi. Al momento le operazioni di voto sono in corso in vari Stati: Andhra Pradesh, Arunachal Pradesh, Assam, Bihar, Chhattisgarh, Jammu e Kashmir, Maharashtra, Manipur, Meghalaya, Mizoram, Nagaland, Orissa, Sikkim, Telangana, Tripura, Uttar Pradesh, Uttarakhand, West Bengal, le isole di Andaman e Nicobar e Lakshadweep. Il voto è talmente complicato e alcune circoscrizioni così popolose che diversi Stati andranno alle urne in più date, come l’Uttar Pradesh che da solo conta 204 milioni di abitanti.

Intanto già si registrano i primi disagi ai seggi, con lunghe code e malfunzionamento del sistema di voto elettronico. Nello Stato di Assam, le urne sono state aperte un’ora prima per smaltire il flusso dei votanti. In questo Stato la Chiesa cattolica si è impegnata molto per spingere gli elettori a recarsi alle urne. La diocesi di Miao ha celebrato la messa crismale con una preghiera speciale per la tornata elettorale. Oggi il suo vescovo mons. George Pallipparambil – si legge sul profilo Twitter – è stato il primo a votare nel seggio di Miao KV Booth.

Non mancano alcuni episodi che confermano il pesante clima di discriminazione sociale e castale della campagna elettorale. Da Kairana, nel distretto di Muzaffarnagar (Uttar Pradesh), giunge la notizia che un uomo dalit è stato respinto al seggio da uno scrutatore della Commissione elettorale. “Mi sento umiliato”, ha dichiarato ai giornalisti presenti all’esterno della struttura.

Proprio per evitare simili episodi degradanti per la persona, ieri la Federazione delle Chiese Telegu (che raduna Chiese e vescovi cattolici e protestanti in Andhra Pradesh e Telangana) ha invitato i cristiani a votare per leader laici. La lettera pastorale era firmata da mons. T Raja Rao e mons. Prasada Rao, segretari generali dell’organizzazione, e da p. Anthoniraj Thumma, segretario esecutivo. “Dobbiamo assicurarci – affermano – che vengano scelti candidati che sostengano le istituzioni democratiche e salvaguardino la laicità [dello Stato]”. “Votiamo per coloro che lavorano per adivasi, tribali e dalit”, è il loro appello.

Tra i pronostici del voto, è da sottolineare la crescita di consenso di Rahul Gandhi, presidente del Congress Party (centro-sinistra), che ha lanciato un progetto ambizioso: il reddito minimo per tutti i cittadini. Da parte sua, il premier Narendra Modi, del Bharatiya Janata Party (destra nazionalista indù), punta su un sistema di welfare per i contadini, la classe più sofferente della società indiana, e sulla rappresentanza delle donne.

Ultima modifica il Giovedì, 11 Aprile 2019 18:02

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