Laos: dai mega-progetti cinesi ‘poco impiego e tanti debiti’

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Inviato speciale Onu critica il governo: “Spunta caselle e migliora numeri, non le vite dei laotiani”. L'80% dei laotiani viva con meno di 2,5 dollari al giorno. Oltre il 20% dei bambini sono sottopeso, il 9% soffre di malnutrizione e un terzo è rachitico.

Gli imponenti progetti cinesi della Belt and Road Initiative (Bri) e le vaste concessioni per sfruttare terra e risorse generano pochi posti di lavoro e troppi debiti: l'attuale strategia del regime socialista laotiano favorisce un’élite facoltosa e aumenta le disuguaglianze economiche con le fasce più povere della popolazione. Lo afferma Philip Alston, inviato speciale delle Nazioni Unite (Onu) per povertà e diritti umani. Secondo l’esperto australiano, Vientiane dovrebbe concentrarsi meno su progetti finanziati da Pechino – come dighe e ferrovie – e devolvere maggiori risorse a bambini ed emarginati.

Alston ha rilasciato queste dichiarazioni due giorni fa, in una conferenza stampa video-trasmessa dalla capitale laotiana. Il funzionario Onu ha chiuso così una missione di 11 giorni (18-28 marzo) in diverse regioni del Paese. La visita ha toccato Vientiane e le province di Champasack, Xienkuang, Houaphanh e Attapeu, dove lo scorso anno è avvenuto il tragico crollo di una diga. Alston ha incontrato funzionari governativi di vari livelli, leader di villaggio, lavoratori, agricoltori e commercianti, per raccogliere informazioni sulla loro vita quotidiana.

Incastonato tra Thailandia, Cina, Myanmar e Cambogia, negli ultimi anni l'economia del piccolo Laos è cresciuta in modo rapido. I benefici di questa crescita non hanno però raggiunto tutta la popolazione, in gran parte ancora rurale. Si stima che l'80% dei laotiani viva con meno di 2,5 dollari Usa al giorno e sia a rischio di povertà. Pur riconoscendo i progressi economici del Paese, Alston critica il governo accusandolo di “limitarsi a spuntare caselle e migliorare i numeri, piuttosto che assicurare cambiamenti significativi alle vite dei laotiani”.

L’inviato speciale evidenzia che molti progetti per infrastrutture e piantagioni sottraggono terra ai residenti locali, forzando il loro reinsediamento. La maggior parte delle iniziative genera “pochi posti di lavoro e troppi debiti”, afferma. “Tali concessioni potenzialmente coprono qualcosa come il 40% del territorio nazionale e molte, se non la maggior parte, hanno prodotto pochissimi ritorni sul bilancio nazionale; entrate reali che possono essere spese per il benessere del popolo laotiano”.

Alston osserva che le donne del Laos sono in gran parte escluse dal processo decisionale e che le minoranze etniche – che costituiscono quasi la metà della popolazione – sono “gravemente private” di quasi tutte le misure di sviluppo, con redditi bassi e minore accesso all'istruzione e all'assistenza sanitaria. Oltre un quinto dei bambini laotiani sono sottopeso, il 9% soffre di malnutrizione “debilitante” o grave e un terzo è rachitico. Meno della metà è stato vaccinato. “Potreste non avere alcun interesse per i bambini, ma tutto quello che dovete sapere è che sono il futuro economico – conclude –. Non avrete una grande forza lavoro se quelle statistiche sono il vostro punto di partenza”.

Ultima modifica il Lunedì, 01 Aprile 2019 09:55

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