Guaido è stato subito riconosciuto come nuovo capo di Stato dal presidente americano Trump e dal segretario dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa), Luis Almagro.
Durante l'odierna nuova giornata di manifestazioni antigovernative, per la libertà e la democrazia, il leader dell'opposizione venezuelana, Juan Guaido, si è autoproclamato presidente del Paese, davanti ai sostenitori riuniti a Caracas.
Guaido: indire nuove elezioni
Guaido ha pronunciato un giuramento in piazza Juan Pablo II, affermando di "assumere formalmente la responsabilità dell'esecutivo come presidente incaricato del Venezuela per arrivare alla fine dell'usurpazione, ad un governo di transizione e indire libere elezioni". Guaido ha poi rivolto un appello anche alle Forze armate chiedendo loro di ristabilire la Costituzione nel paese sudamericano stravolto da una situazione umanitaria drammatica.
Trump riconosce Guaido
Immediata la reazione del presidente americano Donald Trump che ha ufficialmente riconosciuto Guaido alla guida del Venezuela. L'inquilino della Casa Bianca ha lanciato un appello a tutte le capitali occidentali a seguire il suo esempio e a rinnegare il governo di Nicolas Maduro. "Il popolo del Venezuela" ha affermato Trump, "ha con coraggio fatto sentire la propria voce contro Nicolas Maduro e il suo regime e ha chiesto libertà e rispetto per la legge". Ferma la risposta di Maduro che ha annunciato, dal palazzo del governo, la rottura con Washington e ha dato 72 ore di tempo al personale diplomatico americano per lasciare il paese.
Le congratulazioni dell’Osa e di tanti Paesi
Dopo le parole di Trump, è arrivato anche il riconoscimento da parte del Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa), Luis Almagro. "Le nostre congratulazioni a Juan Guaido – ha detto - come Presidente incaricato del Venezuela. Ha tutto il nostro riconoscimento per promuovere il ritorno del Paese alla democrazia". A seguire, i diversi Stati dell'America latina hanno dichiarato il loro appoggio a Guaido, fatta eccezione per la Bolivia il cui presidente, Evo Morales su twitter ha scritto: "La nostra solidarietà con il popolo venezuelano e il fratello NicolasMaduro, in queste ore decisive in cui gli artigli dell'imperialismo cercano di nuovo di ferire la democrazia e l'autodeterminazione dei popoli. Non saremo mai di nuovo un giardino degli Stati Uniti".
L'appello della Chiesa venezuelana
La Chiesa intanto continua a sostenere il popolo. Dopo il comunicato di ieri della Presidenza della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), in mattinata è stata diffusa da parte della Commissione Giustizia e Pace della Chiesa venezuelana una nota firmata dal presidente, mons. Roberto Lückert, vescovo emerito di Coro. Nel testo, “si esorta e si esige”, da parte delle diverse forze di sicurezza, “il rispetto dei cittadini che manifestano oggi, il cui diritto è sancito nell’articolo 68 della Costituzione, evitando la repressione violenta, le detenzioni arbitrarie, i modi crudeli e l’uso di armi da fuoco e sostanze tossiche per controllare manifestazioni pacifiche”. La Commissione fa notare che l’Assemblea nazionale è “attualmente l’unico organo del potere pubblico legittimato a esercitare il proprio potere” e che la manifestazione ha anche lo scopo di consultazione popolare con il cosiddetto Cabildo abierto, modalità di consultazione popolare prevista dalla Costituzione, “le cui decisioni sono vincolanti per tutte le istanze dello Stato”. La nota si chiude con la richiesta di preghiere rivolta al "popolo cattolico" e "a uomini e donne di buona volontà", in un momento definito "storico"per il Paese.
Quattro vittime negli scontri
Ma le vittime anche in queste ore non sono mancate. La grande manifestazione dell'opposizione di oggi è stata preceduta da una notte di scontri, in cui sono rimaste uccise quattro persone secondo quanto riferito da alcuni media sudamericani.