Sono 17 i martiri uccisi in Laos tra il 1954 e il 1970 dai miliziani comunisti del Pathet Lao, beatificati oggi a Vientiane, capitale del Paese del sud-est asiatico. Tra loro un missionario trentino, padre Mario Borzaga, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Ai nuovi Beati è andato il pensiero di Papa Francesco che, all'Angelus, ha auspicato che "la loro eroica fedeltà a Cristo possa essere di incoraggiamento e di esempio ai missionari e specialmente ai catechisti, che nelle terre di missione svolgono una preziosa e insostituibile opera apostolica, per la quale tutta la Chiesa è loro grata". I catechisti "fanno un così bel lavoro", ha proseguito il Papa, chiedendo un applauso per tutti loro, perché portano "il messaggio del Signore perché cresca in noi". Il servizio di Sergio Centofanti:
Un evento storico per la piccola comunità cattolica del Laos, appena l’1% dei quasi 7 milioni di laotiani, che nella stragrande maggioranza (67%) è di religione buddista. Dei 17 nuovi Beati dieci sono missionari francesi delle Missions Etrangères de Paris e degli Oblati di Maria Immacolata. Oblato è anche padre Mario Borzaga, trentino, ucciso nel 1960 all’età di 27 anni insieme a un catechista laotiano, Paolo Thoj Xyooj, mentre si recavano ad annunciare il Vangelo in un villaggio nel Nord del Paese. “Senza di lui non saremmo diventati cristiani”, hanno testimoniato alcuni locali dopo la morte di padre Borzaga. Tra i nuovi beati ci sono anche il prete Joseph Tien, ucciso nel 1954, e altri quattro laici, tutti laotiani.
Padre Borzaga era stato ordinato sacerdote a 25 anni con il proposito di non essere mai un “parassita dell’altare”. Voleva portare Gesù nelle regioni più abbandonate dagli uomini. Così parte per il Laos imparando lingua, costumi, e abitudini dei locali. E’ sacerdote, insegnante, infermiere, amico, fratello. Presto si scontra con la durezza della missione in un Paese ferito dalla guerra. Nel suo “Diario di un uomo felice”, descrive il momento più buio della sua vita: aveva sognato una strada gloriosa per la santità e ora si trovava in un buco con la paura di metter fuori il naso. E’ costretto a fuggire e nascondersi. Si sente abbandonato da Dio, pensa di impazzire, ma poi dice: “Non c’è più nulla da fare se non credere e amare. Non c’è più d’aver paura. Dio mi ha messo qui e qui rimango. Gesù mi ama e anche io lo amo”.
Si espone di nuovo. Ricomincia la sua missione, ma i guerriglieri comunisti lo catturano. Il catechista laotiano potrebbe salvare la vita, ma vuole restare con lui. Vengono uccisi. I loro corpi non saranno mai trovati. Nel suo Diario, padre Borzaga aveva scritto: “Ho capito la mia vocazione: essere un uomo felice pur nello sforzo di identificarmi con Cristo crocifisso … voglio essere come l’Eucaristia … se accetto la mia morte in unione con quella di Gesù, è proprio Gesù che io riesco a dare con le mie stesse mani ai fratelli”.
Il Laos ha i suoi primi martiri
Vientiane (Agenzia Fides) – Passo storico per la Chiesa cattolica in Laos: ieri, 11 dicembre, nella cattedrale della capitale Vientiane si è tenuta la solenne liturgia di beatificazione di 17 nuovi martiri, tra missionari e laici laotiani.
Si tratta di un gruppo formato da missionari stranieri e catechisti locali uccisi tra il 1954 e il 1970 dai guerriglieri comunisti Pathet Lao che presero il potere nella piccola nazione del sud-est asiatico. Cinque di loro appartengono alla congregazione delle Missioni estere di Parigi (Mep), i primi missionari che nel 1885 portarono il Vangelo in Laos; sei sono Oblati di Maria Immacolata (Omi) e tra costoro vi è il giovane missionario italiano Mario Borzaga, scomparso nel 1960 a 27 anni, insieme al catechista locale Paolo Thoj Xyooj. Tra i laotiani proclamati beati figura anche il sacerdote Joseph Thao Tien, il primo prete laotiano, ucciso nel 1954, e altri quattro catechisti indigeni.
I nuovi martiri sono stati riconosciuti dalla Santa Sede nel 2015, in due distinte cause di beatificazione: la prima è quella del missionario italiano Mario Borzaga e di Paolo Thoj Xyooj. La seconda riguarda Joseph Thao Tien e 14 compagni.
Ai nuovi beati è andato il pensiero di Papa Francesco che, all'Angelus di domenica 11 dicembre, ha auspicato che “la loro eroica fedeltà a Cristo possa essere di incoraggiamento e di esempio ai missionari e specialmente ai catechisti, che nelle terre di missione svolgono una preziosa e insostituibile opera apostolica, per la quale tutta la Chiesa è loro grata”.
Come riferito a Fides, la solenne Eucarestia di beatificazione è stata celebrata dal cardinale filippino Orlando Quevedo, Inviato speciale di Papa Francesco, nella cattedrale di Vientiane. Erano presenti anche il cardinale vietnamita Pierre Nguyen Van Nhon e quello thailandese Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, il nunzio apostolico giunto da Bangkok, oltre a vescovi, preti, religiosi e fedeli provenienti da Laos, Cambogia, Vietnam e altri paesi vicini. Tra i missionari, vi erano rappresentanti europei delle Mep e degli Omi. Oltre duemila i fedeli presenti, che hanno riempito la chiesa e che erano anche assiepati in uno spazio esterno allestito con maxischermi per l'occasione. Alla celebrazione hanno presenziato anche alcuni rappresentanti delle autorità civili.
Sottolineando che i martiri “sono eroi e la loro storia va fatta conoscere alle giovani generazioni", il cardinale Quevedo ha letto un messaggio con la solenne benedizione apostolica inviata da Papa Francesco, annunciando che la festa liturgica dei nuovi beati è fissata per il 16 dicembre.
Nel nuovo clima di disponibilità e di apertura dimostrato dal governo laotiano, l’crcivescovo Paul Tschang In-Nam, nunzio apostolico a Bangkok e delegato apostolico in Myanmar e Laos, alla fine della Messa ha espresso i suoi ringraziamenti, auspicando che in un prossimo futuro il Laos possa stringere rapporti diplomatici con la Santa Sede.
La comunità cattolica in Laos conta circa 60mila battezzati (l’1% della popolazione di oltre 6 milioni di abitanti), sparsi in quattro vicariati apostolici e accompagnati nel servizio pastorale da una ventina di preti in tutto. Il vescovo Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, vicario apostolico di Paksé, ha definito la celebrazione come “momento di piena comunione con la Santa Sede e con la Chiesa universale, in un vero anno di grazia”. A settembre scorso, infatti, la Chiesa locale ha celebrato a Savannakhet l’ordinazione sacerdotale di tre nuovi preti laotiani, un segnale importante che testimonia l'atteggiamento di maggiore apertura e libertà concessa dal governo, di matrice comunista. Mons. Ling sottolinea che i cattolici in Laos “intendono vivere in armonia e sperano di poter rafforzare la proficua cooperazione con le autorità civili, per il bene della Chiesa e del popolo del Laos”.