Quasi 53 milioni i rifugiati nel mondo; la maggioranza viene dall’Asia ed è ospitata in Medio oriente

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Dopo gli “assalti ai treni” a Budapest e la morte del piccolo Aylan in Turchia, l’Unione europea continua a discutere come gestire la massa di centinaia di migliaia di profughi che premono alle sue frontiere sud e sud-est (via mare Mediterraneo e via Grecia-Macedonia-Serbia- Ungheria).

 Fra i Paesi dell’Unione vi sono posizioni molto diverse: vi sono coloro che vogliono una distribuzione del peso dei profughi in tutta l’Europa, cambiando le regole di entrata; vi sono coloro che invece vogliono rinchiudere di più le frontiere, temendo una “invasione”.

L’Alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, ha proposto oggi che l’Europa accolga almeno 200 mila domande di asilo, distribuendo i rifugiati in modo equo (e obbligatorio) fra tutti i Paesi.

In molti parlano di un “peso” economico e umano enorme se l’Europa accogliesse 200mila rifugiati. Ma le statistiche dicono che la maggior parte dei profughi non è ospitata in Europa, ma in Asia.

I rifugiati nel mondo sono quasi 53 milioni (52,9 per la precisione). Fra essi si calcolano profughi, in cerca di asilo, sfollati interni, apolidi, rimpatriati. Come è facilmente immaginabile, il numero più grande di rifugiati appartiene alla Siria, segue la Colombia e quindi l’Iraq. Un terzo di tutti questi profughi trova ospitalità non in Europa o in America, ma in Medio oriente.

Sono alcuni dati che emergono da un rapporto dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, elaborati dalla redazione del quotidiano francese Le Monde.

I dati – che l’Onu registra dal 1951 – mostrano un aumento progressivo, ma dal 2005 in poi si vede un innalzamento quasi verticale: dai 19,4 milioni di profughi nel 2005, si è passati ai 52,9 milioni all’inizio del 2015.

Tale innalzamento è il frutto di un incremento dei conflitti nel mondo. Per l’anno in corso, l’Alto commissariato ne conta almeno 14:  otto in Africa (Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Libia, Mali, Nigeria, Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan e Burundi); tre in Medio Oriente (Siria, Iraq, Yemen); uno in Europa (Ucraina); tre nel continente asiatico centrale (Kirghizistan, Myanmar, Pakistan). Vanno anche aggiunti i conflitti passati i cui strascichi rimangono fino ad oggi. Ne sono esempio la guerra civile in Colombia o in Nepal.

Il gruppo più  numeroso fra i rifugiati sono i siriani, vittime di una guerra che dura da oltre quattro anni. All’inizio dell’anno l’Onu affermava che vi sono almeno 11,7 milioni di rifugiati all’estero o interni, su una popolazione di 23 milioni.

Il secondo maggior gruppo è quello della Colombia. Negli anni passati, più di 6 milioni di persone sono fuggite davanti ai combattimenti fra l’esercito e i gruppi paramilitari, che hanno causato la morte di almeno 220mila colombiani. Questo gruppo è composto soprattutto da rifugiati interni.

Al terzo posto seguono gli irakeni, con 4,1 milioni di profughi. Di questi, più di un terzo (1,5 milioni) sono sfollati interni. Fra loro, vi sono ad esempio i 130mila cristiani di Mosul o i 500mila yazidi fuggiti in Kurdistan.

A differenza di quanto si possa pensare, la maggioranza dei 52,9 milioni di profughi non si trova nei Paesi sviluppati, ma in quelli economicamente più deboli e certo non in Europa. Fra le principali terre di accoglienza si contano gli stessi Paesi da cui proviene il maggior numero di profughi (Siria, Colombia, Iraq), come pure la Repubblica democratica del Congo (che accoglie 3 milioni di rifugiati), il Pakistan (2,8 milioni), il Sudan (2,4 milioni).

Da questo punto di vista, il Medio Oriente è il luogo che ospita la massima concentrazione di profughi nel mondo (17,2 milioni), con la Turchia (1,6 milioni; cioè 223 ogni 10mila abitanti) e il Libano (1,2 milioni, cioè 2587 ogni 10mila abitanti!).

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2015 16:10

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