Beata Irene Stefani

Tra le varie iniziative preparate per la prossima Beatificazione di suor Irene Stefani, questo volumetto passa sinteticamente in rassegna le “tappe” fondamentali della sua vita: la nascita e primi anni ad Anfo, la scelta di farsi Missionaria della Consolata, la partenza e il suo ar- rivo in Kenya cento anni fa, nel gennaio 1915.
In questo percorso di appena 39 anni, suor Irene ha di- mostrato sempre una dedizione totale, senza riserve alla famiglia, alla parrocchia, all’Istituto e all’attività missionaria. Proprio in questa perseveranza, senza mai venir meno, sta la sua eroicità di vita cristiana, religiosa e missionaria.
Fratel Liberini, Missionario della Consolata, anche lui di Anfo, attesta:
“Quelle virtù che erano in germe in lei fin da piccola sono sempre andate aumentando sino al giorno della sua morte; fu un continuo salire verso la perfezione a cui è giunta”. Anche Irene ha avuto momenti particolarmente intensi, penosi e difficili, come negli ospedali mili- tari della prima guerra mondiale, che aveva raggiunto anche in Africa. Ma, ha camminato costantemente su “due binari”: la fede e l’amore.
All’inizio della sua vita missionaria propose di vivere orientata a Dio solo e di essere “tutta di Gesù, con lui e per lui”. Questo proposito si è concretizzato nella dedizione all’annuncio del Vangelo, tanto da essere considerata “grande evangelizzatrice”, ma anche la Nyaatha: la mamma tutta misericordia, che ha attuato un altro suo programma di vita: “Amare sempre, amare tutti, ma amare come Dio”. È l’inseparabile “binario” del Vangelo. L’annuncio è efficace se è vissuto. Lo ha capito la gente che afferma:“Abbiamo creduto alla sua proposta del Vangelo perché abbiamo visto le sue opere; abbiamo toccato il suo amore”. Così, Missionari e Missionarie guardano a lei come modello di come li voleva il Fondatore: totalmente dedicati alla missione, in modo da averla “nella testa, nel cuore, sulla bocca”, e “spasimare che il Signore sia glorificato, da tutti conosciuto e amato!”. Ma esserlo con “la bontà della vita”, con dedizione ma- terna: bei modi, rispetto e affabilità.
Non basta operare il bene, occorre “farlo bene”, secondo il principio del Cafasso, fatto suo dall’Allamano e da lui trasmetto ai suoi.
Anche i cristiani guardano a lei, come meravigliosa donna di Fede. Dai kikuyu, tra i quali ha trascorso la maggior parte dei suoi anni di missione, è considerata una loro “antenata”.
È la Maestra saggia che dà consigli ai giovani e viene invocata nelle necessità quotidiane, nelle malattie, nei viaggi e nelle difficoltà. Sovente, prima o subito dopo l’invocazione alla Consolata, appare il nome di suor Irene. Come Missionaria della Consolata, anche lei è:
Consolatrice.
La Beatificazione, la farà sentire ancora più presente a quanti ammirano la sua vita santa e la invocano. Coloro che si sono rivolti a lei, nel miracolo approvato per la Beatificazione, non cessano di dire: “Lei ci ha salvati”. E tanti altri sperimentano la sua intercessione, perché anche in vita, di fronte alle necessità degli altri, non sapeva resistere.

 

Nel link sotto potrai scaricare il libretto.

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