Italia - Lettera del Superiore Regionale

Pubblicato in I missionari dicono

Carissimi confratelli,
il mio saluto vi giunge quando siamo nei preparativi per la Conferenza Regionale, momento questo di particolare importanza per una revisione ed una programmazione per i prossimi anni. Prepariamoci personalmente e nelle nostre comunità con scambi di idee, proposte e molta preghiera.

Nelle settimane passate abbiamo ricordato il Beato Allamano. Dal momento che ricorreva 80° anniversario della sua morte abbiamo voluto che la solenne celebrazione della festa (16 febbraio) fosse preceduta da un giorno di riflessione. Abbiamo perciò organizzato un incontro di comunione con le Missionarie della Consolata e con tutti coloro che in certo qual modo sono attratti e partecipano al carisma del nostro Fondatore: come le dame, gli amici, i benefattori e le persone che vogliono conoscerne la figura. Dal momento che la Chiesa italiana si prepara al Convegno ecclesiale di Verona (16-20 Ottobre 2006) attorno al tema “Testimoni di Cristo risorto, speranza del mondo”, si è voluto organizzare l’incontro sul tema “Allamano, prete della Speranza”. Le due relazioni furono di P. Francesco Pavese, postulatore IMC e da Suor Teresa Edvige Agostino dell’ufficio storico MC. Si era nel salone ristrutturato di Casa Madre. In questo “Dialogo” si riporta quanto è stato proposto alla nostra attenzione.

Fu un incontro partecipato e molto bello. Credo che possa essere l’inizio di un cammino che ogni anno ci porterà alla memoria del nostro Fondatore non solo nella celebrazione, ma anche in momenti che ci possono illustrare la sua vita ed il suo pensiero in relazione alla spiritualità e alla missione. Lo Spirito di Dio continua ad essere presente e ad indicarci cammini per mezzo di quelle persone che meglio di altre hanno saputo accogliere il Suo Spirito. L’Allamano continua non solo a parlarci, ma ad illuminare il cammino di oggi in base a certe scelte che egli ha fatto nella sua vita. Egli diceva “Allarghiamo il cuore ad una viva speranza: sperare, sempre sperare, super-sperare”, Di qui nasce il suo ottimismo, il suo modo di leggere il presente e progettare il futuro. Egli ci è vicino in modo particolare adesso in prossimità della Conferenza Regionale e, senza alcun dubbio, ci indica nella speranza uno stile di affrontare la vita e di ricerca serena ed impegnata per realizzare il suo pensiero ed il suo sogno su di noi missionari della Consolata.

Questa speranza non è tanto frutto di un buon carattere, ma è la conseguenza logica della fede. È di qui che parte tutta la nostra vita, è partendo di qui che bisogna leggere l’oggi e programmare il futuro. Nell’imminenza della Conferenza Regionale credo sia opportuno sottolineare che porteremo a questo incontro tutte le nostre povertà e debolezze, forse andremo con tanti propositi e schemi da offrire, ma è bene sottolineare che non ci raduniamo per organizzarci meglio, come farebbe una impresa. Ci raduneremo “nel nome del Signore”, in profonda comunione con lo Spirito di Dio e tra di noi e con la forza della fede cercheremo di organizzare la Speranza e quindi i passi da fare e le linee operative per essere fedeli al nostro carisma di missionari “in un mondo che cambia”.

Credo che il grande punto interrogativo che direttamente o indirettamente sentiamo tutti è: come, oggi, qui in Italia possiamo essere missionari della Consolata vivendo appieno il nostro carisma. Ci siamo detti in questi anni che: dobbiamo essere “credibili e visibili”, ma come esserlo? Come farsi leggere? Credo che una pista da percorrere sia quella di una vita spirituale forte, una dimensione missionaria che sia presenza, partecipazione, testimonianza, ma forse soprattutto dovremmo sottolineare di più la dimensione della comunità che è comunione e condivisione di vita tra di noi. Tanti schemi sono saltati, tante piste non sono più percorribili, la gente ci ignora, forse dovremmo avere più “creatività evangelica”nel nostro quotidiano e nelle scelte strutturali. Tutto questo lo si ottiene non agendo secondo i gusti, le sensibilità personali, ma in un confronto di fede, in una ricerca umile ed accogliente, in una condivisione di idee ed esperienze. La comunità è il luogo e l’ambiente per illuminarci e sostenerci nelle scelte che si debbono fare. So che questo sembra utopico, ma bisogna puntare a questo ideale cominciando a camminare in questa prospettiva. Nella Conferenza Regionale approfondiremo questa tematica.

Auguro a tutti una buona Quaresima che ci porti ad una vera conversione. Più fede, più speranza, più carità per essere più discepoli di Gesù e quindi più suoi missionari.

Voglio ricordare a tutti alcune date:
- Per il 5 marzo, come già sapete, debbono giungere al Superiore Regionale i nomi dei confratelli che fanno richiesta di partecipare alla Conferenza Regionale.
- 7- 8 marzo a Torino ci sarà l’incontro degli animatori- il 9 marzo l’incontro per gli economi

La Consolata ci è vicino e ci è di aiuto nell’accogliere ed offrire Gesù. L’Allamano ce ne dà l’esempio. Sempre nel Signore

p. Franco Gioda imc

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

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