Il Colloquio, il primo di questo tipo in terra africana, è stato organizzato dalla Pontificia Accademia Mariana Internazionale e la Pontificia Facoltà di Teologia del Marianum, in collaborazione con la Facoltà Teologica dell’Università cattolica di Kinsasa e l’Istituto St. Eugene de Mazenod.
Aperto dal Nunzio Apostolico Mons. Giovanni d’Aniello domenica 12 marzo, il Colloquio è stato concluso oggi, mercoledì, alle 17, da Mons. Louis MBWOL MPASI, vescovo d’Idiofa. Durante queste giornate di colloquio vari vescovi sono stati presenti, tra essi il Nunzio Apostolico del Congo Brazzavilla, Mons. Andres Carrasosa, e i Vescovi Nestor Ngoy, Daniel Nlandu, Stanislas Lukumwena, Louis Mbwol.
Nel lavoro pastorale in Congo si trova spesso una grande devozione alla Madonna, ma si constatano anche delle deviazioni. È compito dei teologi e dei pastori di promuovere una sana dottrina. Secondo vari conferenzieri non esiste una mariologia senza una profonda riflessione cristologica. È perciò necessario, per noi africani, scoprire la ricchezza della cristologia africana per fondare una mariologia africana. A questo proposito è stato ricordato il grande lavoro compiuto da Kabasele, Doré e Luneau nel campo della cristologia africana.
Nel Colloquio, Maria è stata evocata come Madre, antenata, profetessa. Per i conferenzieri, vedere il volto di Maria, riconoscere il suo volto africano significa trovarle un nome africano. Nome e volto designano l’identità personale e relazionale, l’essere personale e l’essere sociale.
Oltre ai dibattiti che si tenevano al Centro Nganda, questi teologi andavano anche nelle parocchie, alla sera, per continuare la loro riflessione con la base, le Mamas catholiques (una grande associazione di donne cattoliche fondata dal Card. Malula), e le legionarie (membri delle Legio Mariae).
Questa iniziativa è piaciuta molto alla gente, ma essa è stata anche una grande sfida per i teologi perché si trattava di parlare e d’interpretare i grandi misteri mariani in lingua lingala (la lingua parlata a Kinshasa).
Indubbiamente un grande sforzo è stato fatto. Si può dire che questo Colloquio abbia aperto un nuovo cammino.