A noi tutti, quindi, Confratelli Missionari della Consolata dei diversi continenti, la grande capacità di accoglienza di questi fratelli più giovani che escono dalle Case di formazione IMC; la magnanimità della “tolleranza”; la testimonianza gioiosa che “è bello vivere in famiglia”, è bello ritornarvi stanchi e profumati di lavoro per “riposarsi un po’ ”, è bellissimo ripartire dalla famiglia per predicare l’amore di famiglia, dove il Padre ti manda, dove il Figlio ti precede, dove lo Spirito ha soffiato forte ancora prima che tu giungessi.
{mosimage} Da parte mia, non mi vergogno a comunicarvi una esperienza che, sempre, mi ha segnato, dopo ogni anno di formazione, con ragazzi del liceo, con i giovani della filosofia, con i novizi, ho imparato ad essere più buono, meno esigente, più longanime. La mansuetudine di cui parlava il Fondatore non l’avverto come un gene di nascita, ma quanto la sperimento importante! E come vera mi suona sempre la frase di don Bosco: chi non ha pazienza con i giovani non è fatto per stare con i giovani. Ed eccomi di fronte a un altro anno di noviziato: altri quattro giovani. Adesso è tutto in partenza per loro e per me, ma, è certo, ce la faremo! Con un pizzico di buon umore per non incappare nelle sabbie mobili delle illusioni che, prima o poi, paralizzano l’entusiasmo vero: è Cristo, non tu, “povero untorello”, che semina la sua semente nel cuore dei giovani che gli appartengono!